Fino a che punto si può rimanere amici in virtù di un ricordo del passato?
Fino a che punto si può nascondere un cambiamento mio, suo, che ha tagliato di netto un filo?
Finché si rimane sul palco di un teatro è facile fingere,
Condividere pochi metri quadrati in ragione di un presunto obbligo sociale
Ma fino a che punto ha senso?
Quando non ci si parla più, e ci si limita a qualche battuta per scherzare insieme, intimamente nostalgici di un tempo andato,
Quando non ci si guarda nemmeno in faccia, e l’ultimo ricordo è una discussione rimasta in sospeso, da una parte all’altra di un tavolo da gioco,
Non è forse peggio insistere? Forzare un nodo che non si vuole chiudere, che tende a sciogliersi come se qualcuno stesse tirando la corda,
Non è forse peggio?
E fino a quando si può fare finta di niente, nascondere le delusioni sotto il tappeto, e buttare tutte quelle cattive sensazioni in un cassetto?
Prima o poi quel cassetto verrà aperto, e sarà come ricevere uno schiaffo dritto in faccia.
Fino a che punto ci si può raccontare che forse non tutto è perduto?
A volte è troppo tardi, a volte non se ne ha nemmeno voglia,
E in fondo non è forse questo il motivo?
Due ombre ai lati opposti di un palco, a recitare una parte con quei costumi troppo stretti,
Se si è arrivati a tanto, a costruirsi un muro per difendersi dal silenzio, forse nelle tasche avevamo già i mattoni.
Allora si rimane così, statue inconcludenti che si osservano vivere, ma non si stringono la mano, non si chiamano per nome, non si cercano per condividere un giorno,
Si rimane fermi sui propri passi, l’uno in attesa che l’altro si allontani, ma le strade ancora scorrono parallele per un tratto,
Ed è strano, perché un colpo di forbice le ha tagliate, ma basterebbe allungare un braccio per tornare a sfiorarsi come prima.
Ma fino a che punto si può persistere, senza svoltare a destra o a sinistra?
È difficile dirlo,
Non è solo una questione di algoritmi umani,
Siamo cubi di Rubik che spesso giacciono irrisolti, cruciverba di cui ci manca una definizione,
Ma è questione di attimi, riuscire a comprendere che a volte bisogna cambiare pagina.
Fino a punto si può rimanere amici in virtù di un ricordo del passato?
Eh, si può.
Purtroppo ne siamo capaci, e ci facciamo del male correndo dietro ad un ologramma meschino,
Ma un giorno ci renderemo conto di quanto alto è il muro che insieme abbiamo costruito,
E sarà l’ultimo istante, prima di un silente e definitivo addio.
Prima si taglia definitivamente tutto e meglio è. Ci si soffre moltissimo all’inizio ma poi il tempo restituirà la lucidità necessaria per unire finalmente tutti i puntini lasciati alle spalle e capire che quella era l’unica cosa giusta da fare. Tentare di recuperare una cosa che non c’è più è solo accanimento terapeutico verso sé stessi e l’altra persona.
Hai pienamente ragione
Bisognerebbe anche chiarire cosa succede e se è una fase oppure siete cambiati talmente tanto da non poer essere più amici.
Eh credo che questo sia il difficile da capire
Infatti io, pur a malincuore, ho tagliato con “vecchi” amici che, nel momento del bisogno, non si sono dimostrati tali.
idem! Ho mantenuto l’amicizia solo con quelli che, anche se ormai siamo un po’ diversi, mi vogliono ancora bene e viceversa!
Guarda, ti devo dire una cosa.
Io continuo a voler bene a loro, e certamente anche viceversa.
Ma non posso dimenticare la loro lontananza da me quando ne ebbi bisogno, per cui io continuo a voler loro bene, li perdono anche, ma non li chiamo più, non telefono più, non faccio più nulla per loro.
Se li incontro mi fermo pure a scherzare, ma nulla più.
Fai bene! Anch’io faccio così con la maggior parte, nel mio commento mi riferivo a pochissimi migliori 😊
Hai fatto bene sì
Se non c’è più nulla perchè continuare? Si soffre…
Eh razionalmente si sa…
Uno dei vantaggi dell’età è che non ci si fa più tanti problemi. L’amicizia c’è se è sincera, altrimenti ognuno per la sua strada, serenamente. Non è detto che non ci si reincontri
Vero questo