Sono arrivata in quell’ufficio tre mesi fa, nei panni di una stagista destinata ad essere rimbalzata al bisogno tra un’attività e l’altra. Dopo tre mesi, non posso dire di essere soddisfatta, né di essermi abituata alle ore sprecate in attesa di qualcosa da fare. Ma lei è sempre stata una buona collega, una di quelle che ti sorridono, che ti chiedono come stia andando, che a pranzo ti coinvolgono in qualche conversazione. E’ stata la prima e forse l’unica ad essersi ricordata della mia laurea, scrivendomi un messaggio di auguri il giorno successivo. Sono cose che apprezzo e che ricordo, a prescindere dal tempo che abbiamo trascorso insieme. Pochi giorni fa mi ha presa da parte, come una qualunque altra collega, e mi ha detto che se ne sarebbe andata a fine anno. Sul momento non ho saputo cosa rispondere, perché in fondo non ci conosciamo, abbiamo lavorato insieme per breve tempo, e non so nemmeno dire se mi mancherà. Però è inevitabile che un po’ mi dispiaccia. Perché sapevo che in lei avrei trovato sempre un’attenzione in più, un gesto più spontaneo, una domanda più sincera, o semplicemente una sicura compagnia. Una sola volta siamo uscite con i colleghi, e al ritorno ci siamo trovate a camminare insieme, in una città deserta di una sera autunnale. Abbiamo colmato il silenzio di domande, lei mi ha chiesto della laurea imminente, io le ho chiesto del dottorato di suo fratello, poi ci siamo perse a parlare di Bologna, del quartiere in cui entrambe vivevamo, dei locali che frequentavamo, e della camminata lungo il fiume che tutt’e due conoscevamo. È stato così… semplice. Come sedersi in treno e iniziare a parlare con il vicino, per ingannare il tempo, ma anche perché in fondo lui ti aveva sorriso. Poi capita che quel vicino debba scendere alla prima fermata, e tu ti ritrovi a pensare che in fondo, egoisticamente, avresti voluto che rimanesse sul treno fino alla tua destinazione.
Io di colleghi che vanno e che vengono ne ho a decine, e di qualcuno mi spiace che se ne vada, perché in certi casi il rapporto è ottimo, in altri subentra anche un po’ di amicizia.
Esatto, è normale in ambiente lavorativo