E’ tutto da rifare

All’italiana, qui, c’è solo l’idiozia. Come si può essere scherzare su una cosa del genere? Come si può ridere davanti a una pandemia mondiale? Mentre migliaia di persone morivano, mentre i medici lottavano per salvare le nostre vite, qualcuno ha pensato di farci un film. Un film pseudodivertente sul lockdown. Un film su quei mesi in cui la gente è stata costretta a casa, in cui molti hanno perso il lavoro, in cui tante famiglie sono state spezzate, in cui tante persone hanno perduto amici, parenti, vicini di casa. Sono stati mesi difficili, mesi di paura, mesi in cui ogni sera si contavano i morti, e chissà se tra quelli c’era qualcuno che conoscevamo. In quei mesi la nostra vita è cambiata, e non c’è niente di divertente in questo. Non si può scherzare sulla malattia, sulla sofferenza, sul dolore. E’ uno schiaffo in faccia a chi durante quei mesi abbiamo chiamato eroe, a quegli angeli con i camici bianchi di cui ci siamo già dimenticati, perché la nostra sola preoccupazione era trovare il lievito al supermercato, mentre loro erano di turno in terapia intensiva, per dodici, quindi ore di fila, con i segni delle mascherine sul volto, con la stanchezza addosso e il rimpianto per chi non riuscivano a salvare. Non volevano essere chiamati eroi, chiedevano solo di essere ricordati. E invece che abbiamo fatto? Un film demenziale. Una commedia. Come se una pandemia potesse far ridere. Mi fa schifo. Mi vergogno di rientrare in quell’aggettivo, “italiana”, mi vergogno nei confronti dei medici, dei cittadini, dei morti. Dovevamo solo ricominciare, non dimenticare, cancellare, o minimizzare. In quel lockdown sono state perse vite, posti di lavoro, famiglie, è stata persa la speranza, la forza, il coraggio di crederci. Non può non aver significato niente. Eppure eravamo lì, abbiamo visto tutti le corsie degli ospedali, le strade deserte, i negozi con le serrande abbassate, abbiamo sentito tutti i telegiornali, e allora come si fa a scherzare? Come? E’ così che vogliamo ricostruire questo Paese? Con una barzelletta? Ed è inutile che ci lamentiamo se all’estero veniamo derisi, è inutile: a volte hanno ragione. Se lo facessero oggi, io glielo direi. Avete ragione. Ridete di noi, avanti. Avete ragione… Solo che io non riesco a ridere. Perché non faccio parte di tutto questo. La mia famiglia non fa parte di tutto questo. Le persone che conosco io hanno fatto sacrifici enormi, hanno lavorato senza percepire uno stipendio, hanno faticato durante quel lockdown, chiedendosi ogni sera se il virus li avesse colpiti, perché in prima linea non c’erano soltanto medici, c’erano cassieri, giornalai, corrieri, e chiunque avesse la possibilità di lavorare, perché senza soldi una famiglia non mangia. Io le ho viste, quelle persone. Ho visto la loro paura. Ho visto il loro dolore. E non voglio guardarli negli occhi, oggi, per vedere la stessa vergogna che provo io. Con un film sono riusciti a mancare di rispetto a tutti. Non bastavano i negazionisti in piazza, i complottisti, quelli che ancora credono sia tutto un piano di Bill Gates, o quelli che pensano di essere dentro un romanzo di Orwell. Anziché combattere la disinformazione, le fake news che i giornali pubblicano senza verificare le fonti, anziché diffondere la verità, noi mandiamo al cinema una commedia. E diamine, non abbiamo mai avuto così tanti mezzi di comunicazione, eppure sembriamo più stupidi che mai. Ci comportiamo come se tutto fosse tornato come prima. Come se non fosse mai successo niente. Come se qualcuno avesse messo indietro il calendario. E già lo so, in quelle sale dei cinema ci saranno decine di spettatori, e da fuori si sentiranno le loro risate, ma sono anche certa di una cosa: per ogni risata, per ogni battuta squallida di quel becero film, una lacrima bagnerà il volto di un cittadino italiano, e chi sarà là dentro, al buio, a divertirsi, non capirà mai il vero valore della vita. Avremmo dovuto impararlo tutti. Ce lo eravamo promessi. Sciocca io ad averci creduto…

In questi momenti mi viene da chiedermi dove andremo a finire. Quale cultura lasceremo alle generazioni future. Ed io, cosa posso fare per cambiare le cose? Perché davvero, lo vorrei, ma a volte non riesco a vedere altra soluzione se non lasciare tutto e andare altrove.

13 pensieri su “E’ tutto da rifare

  1. Esistono commedie sulla seconda guerra mondiale, basta riuscire a gestire il tutto e non insultare le drammaticità realmente esistite.

    Poi il film non lo conosco e non mi piacciono le commedie erotiche/demenziali italiane attuali, ma il mio discorso è generale e forse volevano sdrammatizzare

  2. L’ho scritto anche stamattina, quando la notizia mi stata girata da un’amica su fb: non sono solo quelli che hanno pensato e girato questo film, ma tutti quelli che lo andranno a vedere. E non vengano a dire che i poveri lavoratori dello spettacolo sono rimasti senza stipendio! Cacchio, ci sono morti ogni giorno!!

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