Solo due parole

In un mondo in cui le testate giornalistiche esaltano Carlotta Rossignoli, laureata medicina a 23 anni, dormendo a suo dire poche ore a notte, con il colorito di Carlo Conti dopo otto vacanze all’anno, e con il generoso sostegno economico di genitori, rolex e follower su instagram, beh, io auguro a tutti i ragazzi di essere qualcosa di più.

Vivete la vostra vita, raggiungete i vostri traguardi, camminate al vostro passo, non sentitevi mai inferiori, non sminuitevi, non sacrificatevi per arrivare primi, godetevi ogni momento, cogliete ogni occasione, assaporate ogni profumo, e ogni tanto fermatevi, guardatevi intorno, parlate alla gente, perdetevi nei loro sguardi, e non sentitevi mai in colpa per un esame non dato, per una laurea presa in ritardo, e non vergognatevi di affittare una stanza, di lavorare la sera per pagarvi gli studi, di faticare più degli altri per il vostro sogno, perché questo non vi rende peggiori, anzi, e non cancella affatto il vostro valore, mai.

Ricordatelo sempre. Il modello da seguire siete voi.

E se il merito, là fuori, non viene riconosciuto, allora facciamolo noi.

29 pensieri su “Solo due parole

  1. D’accordo col messaggio che mandi, che è più o meno lo stesso che ha mandato mia figlia dopo l’ennesimo suicidio di uno studente, mi pare proprio di medicina, ma non capisco la demonizzazione di questa ragazza, che a quanto pare meriti scolastici ne ha sempre avuti, in qualunque scuola. Che poi abbia più o meno altri meriti che faranno di lei un bravo medico in questo momento non ci è dato saperlo. Ultima cosa: certo che non è vergogna dover lavorare per mantenersi agli studi, ma non è neanche una colpa o nota di demerito avere dei genitori che possono provvedere a noi (by the way, io non li ho avuti).

    • La demonizzazione, chiamiamola così, parte dal fatto che al di là dei meriti, pare abbia avuto anche tanti aiuti.. esami a porte chiuse, tirocini obbligatori saltati, una tesi rifiutata e poi miracolosamente accettata, i dubbi alla fine vengono. Sul fatto che non sia una colpa condivido, ma in questo caso le accuse che arrivano da più voci parlano di un qualcosa che va oltre il “provvedere”

  2. Sono d’accordo con te, questa esaltazione dei record e del “merito” finisce per valorizzare chi ha la strada spianata e mortificare chi perde qualche anno perché lavora o semplicemente perché ha incontrato delle difficoltà

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