Il punto di non ritorno

Non parlerò del ragazzo massacrato di botte, o delle famiglie degli assassini che li giustificano con “era solo un immigrato”. No, non ci riesco. Però voglio fare una triste considerazione. È una mia sensazione, niente di più, e forse frutto di tanta amarezza e di un presente che sognavo diverso.

Credo sia il punto di non ritorno. Lo abbiamo raggiunto, sì. E sapete come l’ho capito? Leggendo tra le notizie che della gente ha scambiato Kanye West per un migrante, lo ha accusato di vagabondare nel nostro paese, e ha insultato la cantante Emma Marrone per avergli offerto la cena. Questo è il punto di non ritorno. Il momento in cui si smette di pensare. Il giorno in cui il diverso torna a fare paura. È bastato vedere un uomo di colore, senza domandarsi chi fosse, per classificarlo come “migrante affamato”. Poteva essere chiunque. Poteva esserlo davvero. E solo per questo c’è chi si sente legittimato a odiare, a insultare, alcuni a picchiare, magari a uccidere. Senza sapere nemmeno il suo nome. Così, solo perchè è una persona di colore, solo perchè questa è la sua presunta colpa. Come avveniva un secolo fa. E se la storia dovrebbe insegnarci qualcosa, forse possiamo concludere che non abbiamo mai imparato a vivere.

Poi si è scoperto che si trattava di Kenye West. Un uomo di colore, sì, ma ricco. E allora la gente ha chiesto scusa.

Tutto questo mi spaventa.

12 pensieri su “Il punto di non ritorno

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