Questa canzone risale addirittura al 1754, ed è stata composta in provincia di Napoli da sant’Alfonso Maria de’ Liguori. La conosco da quando ero bambina, è una dolce dedica al Bambin Gesù, che scende sulla Terra per portare amore, e che viene a poco a poco compreso nella sua semplice povertà, e pregato come un amico un poco più speciale degli altri. È un canto che potrebbe unire credenti e non credenti con un solo messaggio: amate. Basta solo elasticità di lettura.
Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo, e vieni in una grotta al freddo e al gelo. (2 v.) O Bambino mio divino, io ti vedo qui a tremar; o Dio beato ! Ah, quanto ti costò l’avermi amato ! (2 v.)
A te, che sei del mondo il Creatore,
mancano panni e fuoco, o mio Signore. (2 v.) Caro eletto pargoletto, quanto questa povertà più m’innamora, giacché ti fece amor povero ancora. (2 v.)Tu lasci il bel gioir del divin seno, per giunger a penar su questo fieno. (2 v.) Dolce amore del mio core, dove amore ti trasportò ? O Gesù mio, per ché tanto patir ? per amor mio ! (2 v.)
Ma se fu tuo voler il tuo patire, perché vuoi pianger poi, perché vagire ? (2 v.)
mio Gesù, t’intendo sì ! Ah, mio Signore ! Tu piangi non per duol, ma per amore. (2 v.)
Tu piangi per vederti da me ingrato
dopo sì grande amor, sì poco amato!
O diletto – del mio petto,
Se già un tempo fu così, or te sol bramo
Caro non pianger più, ch’io t’amo e t’amo (2 v.)Tu dormi, Ninno mio, ma intanto il core
non dorme, no ma veglia a tutte l’ore
Deh, mio bello e puro Agnello
a che pensi? dimmi tu. O amore immenso,
un dì morir per te, rispondi, io penso. (2 v.)
Dunque a morire per me, tu pensi, o Dio
ed altro, fuor di te, amar poss’io?
O Maria. speranza mia,
se poc’amo il tuo Gesù, non ti sdegnare
amalo tu per me, s’io non so amare! (2 v)
Penny del Cielo