Una settimana ritagliata nelle nostre vacanze, per poter godere delle spiagge e dei ritmi più sereni del mare. La scelta è ricaduta nella poco nota Costa de la luz, frequentata principalmente da locali o da turisti spagnoli, ed in particolare su Conil de la Frontera, un piccolo paese oltre lo stretto di Gibilterra, affacciato sull’oceano.
Non so darvi dettagli storici o naturali del posto, sono un’umile vacanziera che ammira i bei panorami, la cortesia dei lavoratori, il buon cibo, il clima. Nulla da eccepire. Gli alberghi sorgono tutti sulla parete rocciosa che affaccia sul mare, sopraelevati e collegati alle spiagge da scale e discese tranquillamente percorribili in ciabatte. Non era da meno il nostro hotel, che offriva perfino la scelta tra due diverse direzioni: a sinistra la Playa de la Fontanilla, e a destra la Playa Fuente del gallo. Spiagge non attrezzate, solo distese sabbiose lunghe chilometri, soggette alle maree più silenziose ma violente, affollate soltanto da metà mattina, con un crescente numero di ombrelloni artigianali, seggiole di plastica e borse frigo per i picnic. Dopo una prima esperienza sotto il sole torrido, abbiamo deciso di adeguarci alla vita marittima spagnola, e armati di un ombrellone colorato da dieci euro, abbiamo trascorso due giornate piene alla Playa de la Fontanilla. Si raggiunge in un quarto d’ora scarso, a piedi, lungo un percorso tranquillo circondato dal verde e che costeggia il mare. Poi la vedi, all’inizio della discesa: vedi il litorale nella sua magnifica grandezza. Come descriverla? Un paradiso senza fine, in cui potresti camminare per chilometri senza giungere alla fine del mare. Uno specchio di sabbia affollato di gente, ma talmente grande da garantirti pace, sole, silenzio, una brezza marina e uno spazio vitale dentro e fuori dall’acqua che il Mediterraneo difficilmente sa offrire. I colori dell’oceano sono cristallini, dal blu al celeste, trasparente, nonostante le correnti lo agitino, e muovano insieme ad esso sempre qualche onda violenta. E’ un’acqua apparentemente ostile, rabbiosa ma senza schiuma, fredda al primo impatto, ma poi tollerabile dopo i primi tremori, e i giochi nelle onde sono cosa per bambini, armati di tavole da surf in miniatura e colmi di serenità. La sabbia regala invece conchiglie forti e pulite, si potrebbe dire oceaniche, dalla scorza incorruttibile. E infine qualche scoglio, e una lingua di terra sulla destra che durante l’alta marea scompare, come se non fosse mai esistita. Una magia.
Piccola curiosità: la bassa marea rilascia dei fanghi tra gli scogli, che vengono presi d’assalto per qualche maschera di bellezza naturale e totalmente gratuita. Non ho avuto il coraggio di provare.
Altra piccola curiosità: il pranzo al chiringhito non è la scelta più economica, ma la zona d’ombra, il poter mangiare in costume da bagno, e la possibilità di avere anche un buon caffè, non è da sottovalutare.
La Playa di Fuente del gallo è, in confronto, un angolino protetto, piccolo, quasi claustrofobico durante l’alta marea. E’ anch’esso raggiungibile facilmente attraverso una scalinata, che porta direttamente in spiaggia. E’ lo stesso mare, lo stesso oceano, gli stessi colori cristallini e le stesse conchiglie rocciose. Ma quando l’acqua si alza diventa un luogo a sé, separato dal mondo e dai chilometri sabbiosi della Fontanilla. C’è meno pace, meno silenzio, meno tranquillità. E’ difficile ritagliarsi uno spazio vitale senza spargere zaini e ciabatte qua e là. Ma meritava un pomeriggio, di ritorno da una gita, per un bagno freddo e ristoratore.
Ma che meraviglia!! 😍😍😯😯
Grazie mille! Luoghi splendidi :))
non sono mai andata in Andalusuia è una parte dell’Europa che non ho ancora visitato
grazie del consiglio
Merita tanto! Non troppo turistica, paesaggi diversissimi da una città all’altra, e gli spostamenti sono più che fattibili 😊
Che bella descrizione!
Grazie mille! 😘