Vorrei tante cose. Ci sono giorni in cui non basterebbe un romanzo. E ci sono giorni in cui mi basterebbe poco per smettere di volere. È che a volte mancano quei sorrisi onesti e le risate assieme, mancano con quel senso di malinconia, di tristezza strana, pulita, coperta da una coltre di finzione e di falsità. Ma non sono quei sorrisi. Non sono quelle risate assieme, non è quello scherzare reciproco che ci faceva volare. Si respira un’aria diversa, più pesante, carica di umidità e di remore bambinesche, per la mancanza di coraggio di rompere l’orizzonte. E allora vorrei che qualcosa cambiasse. La situazione, il contesto, tutto quel procedere sbagliato che ci ha portati al silenzio grave. Vorrei la salute. Perché è vero, mi spaventa la malattia di una persona, mi spaventano le scelte apparentemente inconsapevoli, mi spaventa non sapere quella verità cruda da cui cercano di proteggermi. Ma io vedo, io sento, io percepisco tutto. E vedo, sento, percepisco che qualcosa è cambiato. Sarà quel velo di preoccupazione continua, quei minuti interminabili di silenzio grezzo, cupo, scivoloso come un pavimento appena lucidato. Saranno quei volti scarni di emozioni buone, la plasticità di una maschera indossata in parte anche per me, e il vuoto di certi discorsi buttati sul tavolo per riempirsi la bocca e fingere di mangiare. A volte vorrei che tutto tornasse indietro, che il tempo non fosse mai trascorso, con le sue sventure e le sue brutte sorprese, quelle ferite che non guariscono mai. Vorrei che tutto finalmente vagasse armonioso e soleggiato là dove recinti e letti d’ospedale tremano sotto il peso di corpi magri. Vorrei che il destino non fosse già scritto, su quella carta inesistente che soltanto le nuvole sembrano presagire con un leggero timore. Vorrei avere la capacità di portare quei sorrisi mancanti, riuscire a dire tutte quelle frasi ingoiate per paura di sbagliare, di trovarmi al centro di una giostra senza riuscire più a scendere. Vorrei avere coraggio. Vorrei poter cambiare le cose, premere l’interruttore della serenità e cancellare in un attimo ogni sbaglio, ogni attrito, ogni discussione lasciata a mezzo per noia o per stanchezza. Vorrei volare. Sì, tra le nubi bianche come panna, e dimenticare per un poco tutto quello che non funziona, tutti quegli sbavi nel disegno a china del mio progetto immaginario. Vorrei tante cose. E forse è sbagliato anche tutto questo desiderare, sognare che le persone stesse siano diverse, leggere come palloncini pieni d’aria, ed io un’altra, costruita con i mattoncini colorati, torre incrollabile. Tanti vorrei lasciati in eredità ad un Dio che chi lo sa se esiste, se ascolta, se ha braccia e mani per aggiustare i guasti. Ma come i rimorsi, brucia tutto questo, e ciò che non ho fatto o fatto male, le impronte insabbiate perse sul mio percorso, i ricordi marci e caduti prematuri dagli alberi, perché sono impulsiva ma spesso non vorrei. Vorrei e non vorrei. Una realtà desiderata che mi stringe i fianchi e la notte mi cattura, nella sua paradisiaca perfezione. Ma in ogni luogo e ogni persona c’è qualcosa di sbagliato. Di imperfetto. Qualcosa che vorremmo cambiare. Sarà naturale, un gioco dalle regole contrastanti. Ma a chi dice che i sogni vanno tenuti nel cassetto, io dico che bisogna gridarli, scriverli sui muri delle nostre strade, sottolinearli quando non li ricordiamo, annotarli sui post it appiccicati alle porte. Non esiste forse un tempo per realizzarli. Si tratta di fortuna, di scelte alla cieca al centro di una rotonda senza indicazioni. Ma il silenzio non può far altro che cullarli e farli smettere di piangere. Per tutto il resto, ci vuole determinazione, coraggio, e amore.
Meraviglia…-:)
Grazie infinite! :))
Forza Pennyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy
Siiiii 😄😆
Amore, vai in mail!
Ma..quante cose che vuoi!!! 🙂 🙂 🙂 A parte gli scherzi…. Bellissimo post, davvero!
Quando parto, parto coi desideri 😅 Grazie mille, davvero! :))
ci vuole, e ce l’hai, la consapevolezza che tutto quello che richiami è vita, anche quando fa male e ci trova impediti nell’agire, nell’esporci, perché non riusciamo sempre a guardare tutto in faccia; e questo anche per paura che si veda che soffriamo, per paura di comunicare debolezza invece della forza che vorremmo trasmettere ai nostri cari. Il difficile è proprio accettarci anche nella fragilità e convincerci che se dobbiamo proteggerla dalla falsità di tanti, non dobbiamo avere paura di mostrarci anche così a chi ci vuole bene o ha un buon cuore, perché loro capiranno quanto affetto c’è in questo, pure in questo
Un abbraccio, Penny
scusa gli erroracci di scrittura, ma vado sempre a getto e di fretta…
Ti ringrazio tanto per questo commento, rispecchia i miei pensieri di ora e hai ragione, non dobbiamo temere… sarà penso parte del mio carattere ma faccio fatica a piangere in pubblico… ma mi sono accorta di come a volte sia inevitabile e per nulla riprovevole :))
Un abbraccio!
🙂
Scrivi proprio bene, sei davvero una gioia per chi ti legge.
Anch’io vorrei tante cose, ma sono molto realista sul fatto di poterle ottenere oppure no.
Grazie di cuore, davvero! Essere realisti è giusto, ma non bisogna divenire disillusi secondo me :)(
Molto bella. Il fatto di volere tutto questo significa non volersi arrendere ad una vita semplice e pre-definita! Grazie per il dono!
Grazie a te per il bel commento, davvero! :))
Un sorriso!
Pezzo sentito, pezzo di pancia, direi. Solo un commento: secondo me le persone non cambiano. Tienine conto. Un saluto affettuoso.
È una domanda che mi sono posta, se le persone cambino… secondo me possono cambiare in qualche dettaglio, ma fondamentalmente restano quelle… ne terrò conto, grazie! Un sorriso :))
Tutto ciò che vuoi tienilo stretto, qualcosa non sarà mai, qualcosa forse, qualcosa arriverà…e di quello che arriverà gioisci per tutto ciò che non sarà. L’anima te ne sarà grata.
Lo terrò presente, grazie del bel commento davvero :))