Tour dell’Andalusia – Siviglia 2

Piazza di Spagna è un’isola preziosa nascosta in un angolo di Siviglia, uno scorcio unico e meraviglioso, come una tela piena di colore e di luce, una veduta che da qualsivoglia lato la si guardi ti fa sentire spettatore impotente, davanti a tanta bellezza. Le decorazioni in marmo e ceramica, il canale al centro, i ponti, le quarantotto panche con le mappe delle province spagnole, la fontana che traccia un arcobaleno tra gli zampilli cristallini, le carrozze con i cavalli che transitano attorno, i palazzi, i ventagli decorati in vendita a terra, la musica di una fisarmonica… un paradiso in terra che ti catapulta in un’altra dimensione.

In seguito siamo giunti nei pressi dei padiglioni dell’expo che Siviglia ospitò nel 1929, un’ambiente deserto e silenzioso, interrotto soltanto dal lavoro del giardiniere con il tagliaerba. Abbiamo riconosciuto a stento i palazzi di legno con i portoni chiusi, anticipati da laghetti d’acqua e vasi di fiori tirati a lucido, ma la loro grandezza si è fatta sentire, gli anni portati non si vedono, e tutto sembra essere stato progettato appena ieri.

Dopo un pranzo a base di tapas fritte ci siamo diretti alla Torre dell’oro, che con un colpo di fortuna ci apre le porte gratuitamente e ci permette di visitare il museo della navigazione contenuto al suo interno. E’ una torre non troppo alta, di controllo militare, composta da dodici lati, che si erge accanto al fiume Guadalquivir. Meritava una visita, come simbolo importante per gli abitanti di Siviglia e per la sua storia navale racchiusa tra le mura.

Siamo quindi passati davanti alla Plaza de toros, sede della corrida di Siviglia, bianca e gialla, dai colori vivi e puliti, apparentemente mai intaccati dallo smog cittadino. Il palazzo circolare non ci invita ad entrare, ma l’atmosfera calda e la sua grandezza rimangono davanti ai nostri nasi durante una pausa sul muretto a bordo della strada, nell’ombra e costeggiato dal verde.

La visita è proseguita alla casa de Pilatos, un tipico palazzo andaluso che mischia lo stile rinascimentale italiano e quello arabo. E’ un labirintico percorso di sale e di cortili interni, tenuti alla perfezione come una residenza reale, con le piastrelle lucide e variopinte, le fontane celesti e la natura verdeggiante. La stanchezza non vince la curiosità di percorrere ogni corridoio, e di ammirare nel silenzio anche le stanze dimenticate.

La giornata si è conclusa con una cena in un localino tipico spagnolo, con un cameriere simpaticissimo e disponibile a spiegarci ogni pietanza, perché il menù era rigorosamente scritto in lingua. I tavolini in legno appena fuori dal locale, in un intricato quartiere di viuzze strette e familiari, ci ha regalato una cena in tranquillità e bontà tutta da gustare. Senza dimenticare una birra dal prezzo irrisorio che ha accompagnato un piatto di spiedini di gamberi dal sapore squisito.

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