Lunedì dell’Angelo

Il Vangelo racconta che le due Marie e Salomè (non c’è due senza tre) si diressero al sepolcro di Gesù, una roba semplice, primitiva oserei dire, una grotta con un masso davanti, e chissà che puzza doveva esserci all’interno. Il compito delle tre donne era quello di imbalsamare il corpo: perchè logicamente prima lo si seppellisce, poi si riapre appositamente la tomba, è chiaro. Fortunatamente per le donne, dalle braccine esili e prive di ogni parvenza di muscoli, qualcuno aveva già aperto la tomba. AIUTO! CHI É STATO?! Apparve quindi loro un angelo (forse erano un poco brille, o semplicemente sotto antidepressivi per la morte del loro caro). L’angelo disse loro che Gesù era risorto come aveva previsto, che non avrebbero trovato il corpo, che la notizia andava annunciata agli Apostoli, suoi migliori amici. Certo, perché forse a quel tempo era una cosa credibile, correre per le strade a gridare “È risorto! É risorto!”, e alla domanda “Come lo sai?”, rispondere “Me lo ha detto un angelo”. 

Ecco, abbiamo perso fantasia, fiducia, fede potremmo dire. Il lunedì dell’Angelo è dedicato a questo: a chi ci ha creduto subito, alle tre donne che hanno ritrovato la pace nelle parole della figura celeste, agli Apostoli che si sono fidati di un racconto paradossale. Certo, tranne quel bel fusto di Tommaso detto Dìdimo, che per fare il grosso ha voluto “infilare il dito nella piaga” del costato di Cristo. Ma sono dettagli di cui non mi voglio occupare. Oggi è una giornata dedicata al miracolo, alla fede nel miracolo, alla gioia davanti al miracolo. È stato facile per loro reprimere ogni paura, lasciarsi travolgere dalla meraviglia celeste, anche se fosse tutto solamente una leggenda, la religione ha un senso: e lo possono cogliere tutti. Non è così difficile abbandonarsi ad un regalo della fantasia, una piccola spinta, una goccia di un viaggio in quei luoghi che i disillusi non possono conoscere. Avete mai visto un angelo? Lo avete mai sognato? E da bambini, quando si andava a catechismo, e vi spiegavano come il Paradiso fosse pieno d’ali bianche? Ho imparato a riconoscerli, gli angeli, nella pragmaticità fredda della vita, ho imparato a vedere quelle ali  bianche sulle spalle delle persone care, quelle che ci sono sempre, a prescindere da tutto e da qualsiasi distanza, come se potessero attraversare l’oceano per venirci a salvare. Sciocco è che ci non ci crede, chi non ha il coraggio di stupirsi, di apprezzare, sì, anche di ingigantire ogni bene, perché sembra quasi divenire ogni giorno più raro. Voi tutti come Tommaso, sostenitori del “vedere per credere”, forse un angelo non lo vedrete mai. Perché le ali bianche non si possono toccare, non sono un’appendice di un corpo fatto di carne, ma quella forma dell’anima pura, che chiudendo gli occhi si sostituisce al buio, e ci fa navigare nell’amore. Le ali sono soltanto un’idea, una costruzione mentale, un fantasma soggettivo. Possiamo guardare oltre i confini mentali, possiamo fidarci, come quelle tre donne davanti al sepolcro vuoto, possiamo gridare al miracolo, alla Resurrezione, possiamo renderci conto che cambiare è possibile, rovesciare anche i massi più insormontabili, si può fare. Non perché siamo Dio, non perché siamo frammenti di Dio. È in nome del futuro che diamo ascolto agli angeli, domandiamo loro quelle risposte che non riusciamo ad afferrare, e chiediamo una mano, perché da soli ci sentiamo dispersi tra un mare di scelte e responsabilità, gli angeli sono qui per questo, nascosti dietro due occhi buoni, e ognuno ne conosce un nome almeno, anche se lo chiama amico, o padre, o fratello. Che cosa sarebbe successo senza quell’angelo? Che cosa avrebbero pensato le due Marie e Salomè? Forse avrebbero chiamato la polizia, i telegiornali, Chi l’ha visto. Magari ci avrebbero fatto una puntata di CSI. Nessuno avrebbe ritrovato quel corpo, Salomè sarebbe svenuta, le due Marie probabilmente sarebbero cadute in depressione, nell’alcolismo, o in qialche vizio putrido del tempo. Gli apostoli avrebbero cambiato paese, si sarebbero persi di vista, solamente amici su Facebook per indagare sulla vita degli altri di nascosto. E Tommaso, Tommaso avrebbe avuto ragione, “non vedo e quindi non credo”, la realtà sarebbe apparsa chiara in un singolo istante: qualcuno ha rubato il corpo di Gesù. E invece il Vangelo parla di un angelo, un solo personaggio per cambiare radicalmente il corso della storia. Un angelo che rappresenta la verità assoluta, quella più incredibile, apparentemente pazzesca, la verità che non richiede prove, indizi, indagini scientifiche, pistole o autopsie, una verità che pretende solamente di essere creduta. Fede. Come quella fiducia che riversiamo nelle persone più amate, in quelle persone che hanno saputo darci tutto e forse di più, quelle con cui abbiamo condiviso i momenti più importanti della nostra vita, e probabilmente è per questo che sappiamo quanto grandi possano essere le loro ali. Non è forse giusto anche volare?

La meraviglia si trova ad ogni istante. Cerca di sentire, di percepire, invece di pensare. Il senso profondo della vita si trova al di là del pensiero

(Enrique Barrios)

5 pensieri su “Lunedì dell’Angelo

Scrivi una risposta a ehipenny Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.