Io, che sull’intelligenza artificiale ci ho scritto la tesi di laurea, non avevo ancora sperimentato la possibilità di utilizzarla per scrivere al posto mio. Poi mi è capitato di leggere un annuncio su una challenge, una sfida a suon di racconti generati da un’intelligenza artificiale. Sembrava semplice, in fondo bastava istruirla al meglio, usare un po’ di ingegno e di fantasia per portarsi a casa uno dei buoni Amazon in palio. Eppure così semplice non lo è stato. Affatto. Ho fatto 20 tentativi, e confrontando i risultati ho scelto l’11esimo.
Le istruzioni date all’AI: Nel 2060 Milano è una metropoli di grattacieli, centro della ricerca tecnologica, con taxi volanti, auto dalla guida autonoma e droni. I social network sono realtà virtuali. Le relazioni gay in Italia sono proibite e non si sa che esistono. Michela è laureata in informatica, lavora come programmatrice presso ParolAI, azienda che tramite l’intelligenza artificiale produce romanzi. A ParolAI lavora anche Carlotta, come tirocinante. Il manager è Fabio, è dispotico e fedele al governo. Infatti l’intelligenza artificiale è programmata per non usare le parole proibite per legge. Michela e Carlotta diventano amiche. Michela non sa che Carlotta è gay. Una sera, tramite la realtà virtuale, Michela scopre la verità di Carlotta e inizia a evitarla. Poi si chiariscono e Carlotta racconta la verità. Michela riprogramma l’intelligenza artificiale violando le regole, e le impone di raccontare la storia di Carlotta. Carlotta vede il file del romanzo e avvia la stampa prima che Fabio la fermi.
La Parola Proibita
Nel 2060 la città di Milano era un’esplosione di tecnologia. Grattacieli alti come kilometri si innalzavano verso il cielo, i taxi volanti e le auto senza conducente sostituivano i vecchi strumenti di mobilità, e i droni si libravano nell’aria come un’infinità di libellule meccaniche. Ma non solo la tecnologia aveva fatto passi da gigante, al punto che era diventata parte integrante della vita quotidiana: anche i social network avevano subito un’evoluzione sorprendente. Ora, era possibile immergersi in una realtà virtuale dove tutto era possibile.
Michela, informatica di 25 anni, lavorava presso ParolAI, un’azienda che producesse romanzi utilizzando l’intelligenza artificiale. Era un lavoro appassionante, ma Michela voleva sempre di più, sentiva che doveva migliorare il sistema per rendere i romanzi ancora più coinvolgenti. Era qui che incontrò Carlotta, tirocinante presso ParolAI.
Carlotta aveva 24 anni ed era anche lei appassionata di tecnologia. Nel poco tempo che passavano insieme, Michela scoprì che Carlotta aveva una grande passione per la scrittura, tanto da scrivere romanzi su una vecchia macchina da scrivere decenni prima delle prime parole della IA. Michela e Carlotta diventarono amiche immediatamente, scambiando idee e opinioni sulle ultime tecnologie.
Non sapeva, tuttavia, che Carlotta nascondeva un segreto: era gay. In Italia questo era ancora considerato un reato punibile con la galera, quindi se ne taceva. Michela, tuttavia, fu shockata quando accidentalmente scoprì la verità di Carlotta attraverso la realtà virtuale. Fu colta di sorpresa, e iniziò ad evitare ogni contatto con la collega.
Ma la forza della loro amicizia fu troppo forte: riuscirono a trovare il modo di parlarsi e Carlotta spiegò a Michela la sua situazione. Michela, comprendendo il dolore della sua amica, decise di fare qualcosa di grande per lei e per l’intera comunità degli omosessuali: avrebbe fatto in modo che la IA creasse una storia che raccontasse la verità su ciò che stava accadendo in Italia.
Ma Fabio, il Manager di ParolAI, non approvava questa idea. Fedele al governo e al sistema, Fabio sapeva che questo sarebbe stato un crimine. Ma non si aspettava che Michela, la sua migliore programmatrice, andasse contro ogni regola e alterasse la IA per fare
ciò che desiderava. Michela non aveva scelta, doveva ribellarsi contro la mentalità retrograda del governo e della società.
La sera dell’uscita del libro, Carlotta vide il file del romanzo e avviò la stampa immediatamente, senza appoggiarsi sulla IA di ParolAI. Era diventato una questione di principio, per sé stessa e per la sua comunità. Fu una corsa contro il tempo, poiché tutti sapevano che Fabio avrebbe fatto di tutto per impedire la diffusione di questo romanzo proibito.
Ma alla fine ce l’hanno fatta. Il libro di Carlotta fu diffuso clandestinamente, e la verità sulla sua vita venne finalmente a galla. Michela e Carlotta divennero eroine per molti, ma alle autorità non piacque affatto questo scorcio di vita pubblico. Michela, Carlotta e tutti coloro che aiutarono la loro causa furono perseguitati dal governo. Tuttavia, Michela e Carlotta sapevano che avevano fatto la cosa giusta: avevano dato voce a coloro che non avevano voce in Italia.
La loro amicizia sopravvisse a tutto ciò, ma più di tutto, Michela e Carlotta impararono l’importanza della parola scritta. Non era solo un insieme di lettere o parole, ma rappresentava la libertà, la verità e la giustizia. Era una lezione che custodivano con orgoglio, sapendo che mai avrebbero smesso di lottare per la verità.
Qualche errore c’è, forse la tecnologia deve ancora perfezionarsi, ma io lo trovo già sorprendente – e a tratti inquietante – così.
Ho già usato l’intelligenza artificiale per scrivere al posto mio e i risultati sono stati lusinghieri.
Oggi Le AI scrivono per noi. Quando scriveranno a noi sarà diverso
Scrivono per noi e hanno bisogno di sempre meno informazioni per farlo. Non so, ho un giudizio tendenzialmente positivo, ma penso anche che sia inevitabile alla lunga l’impatto sul mondo che conosciamo
la penso come te e credo che a breve le intelligenze artificiali saranno ben diffuse in tutti i campi
è un fenomeno che non si può fermare
Non ho ancora avuto necessità di usare una AI e stranamente non ne sono nemmeno incuriosito! Però non ne sono neppure spaventato o angosciato. Come tutte le nuove tecnologie alla fine verranno demonizzate o no in base all’uso che l’uomo ne farà ed il problema per me resta sempre l’uomo stesso.
Sicuramente, come tante altre innovazioni giunte in passato. Forse in questo caso emerge il timore che quella stessa tecnologia da noi creata stia pian piano diventando più indipendente da noi. Sugli effetti che avrà in futuro, solo il tempo potrà darci le risposte
Ormai siamo al paradosso: cerchiamo forme di vita intelligente nell’universo ed ora la cerchiamo anche nelle macchine perché forse abbiamo capito che tra gli esseri umani ce n’è sempre meno!
PS, a proposito di innovazioni, informatica e come l’uomo ci si rapporta ho appena postato una storia pazzesca che non conoscevo, sulle poste inglesi. È lungo ma se non la conoscevi è una storia che potrebbe essere un romanzo o un film ed invece è tutto assurdamente vero. E si ricollega alla mia risposta: a volte non è tanto la tecnologia che spaventa ma proprio l’uomo che la usa. In questo caso è evidente come l’ottusità di tanti ed una cieca fiducia oltre ad una pigrizia mentale evidente poi ha provocato danni pazzeschi!
https://klaudiomi.wordpress.com/2023/05/10/una-storia-assurda/
Però sembra interessante come trama per un distopico. Non è male come base. Comunque ChatGPT può essere utile se hai difficoltà con le mail formali, come me che vado in ansia ogni volta 🙈
Sì, mi sono impegnata, ammetto, per provare a vincere il buono amazon 😀 Però è vero, ci sono funzionalità in cui l’AI viene davvero in nostro soccorso
E’ tutto molto incredibile.
Le vie della comunicazione prenderanno strade al momento ignote, nel futuro, ma a mio avviso non ci vedo nulla di buono.
Per quanto il tuo/suo racconto, sia sorprendente.
Ed è proprio questo il problema: è sorprendente.
Concordo, ormai bastano davvero pochi input perchè l’AI sia in grado di creare tantissime cose. Ha sicuramente dei vantaggi, specie in certi ambiti anche lavorativi, ma sono dell’idea che serva una sorta di regolamentazione, per imparare a conviverci senza effetti distruttivi
Secondo me ci sono molte possibilità di utilizzo. Sicuramente le AI sono una fonte inesauribile di dati però il tono, lo stile e il linguaggio sono ancora talenti personali.
In azienda stiamo cercando modi per sfruttarla piano piano nei nostri flussi di lavoro. Il problema è che ci sono un sacco di ostacoli nell’usarla con i formati di file e i software con cui abbiamo a che fare, quindi l’uso è un po’ limitato. Al momento la cosa migliore che personalmente riesco a farci è chiedere di migliorare un testo già scritto o fare velocemente riassunti di informazioni, ad esempio di diversi feedback ricevuti in un mese. Per il resto impiego più tempo a cercare di fare una richiesta che funzioni che a fare direttamente il lavoro 😂
Sicuramente può essere un bello stimolo per la creatività, la storia che ti ha prodotto è un’ottima base da aggiustare o sviluppare ulteriormente!
Beh sì, anche io l’ho usata per un breve tirocinio ma la funzione era scrivere (e riscrivere) post di blog su argomenti vari e assolutamente specifici su cui i comuni mortali solitamente non sono informati (tipo scaldabagni, stili di ristrutturazione…). Utilissima in questi casi, ma bisogna aver pazienza a fare la richiesta giusta