La festa anni Novanta

Non ho mai amato la discoteca, e non sono mai riuscita ad apprezzarla del tutto nemmeno dopo un drink. Non andavo a ballare dalla scorsa estate, e a dirla tutta non tornavo a casa alle tre passate forse da mesi. Quale evento è stato così rivoluzionario? La festa anni Novanta. Ebbene sì, noi che negli anni Novanta abbiamo compiuto al massimo i due anni, a quella festa ci siamo divertiti come ragazzini. È vero, all’epoca eravamo piccoli, parlavamo a mala pena, ma io sono cresciuta immersa nella musica, quella straniera che ascoltava mio padre, e quella italiana che ascoltava mia madre, canzoni che oggi porto nel cuore, quasi descrivessero un periodo che ho conosciuto davvero. È stata la prima festa in cui ho cantato quasi tutti i brani. Barbra Streisand, i Backstreet Boys, gli Oasis, i Corona, Gigi D’Agostino, Cher, le Spice Girls, gli 883, Madonna, i Lunapop, gli Abba. Un tuffo in un passato che sembra sempre più lontano, ma che rimane attaccato ai ricordi, intrisi di quella musica come se fosse una macchia di colore. Il drink è diventato secondario, perchè lì, in mezzo agli amici, in un angolo vuoto della pista, io mi sono sentita libera di ballare come cavolo mi pareva. Sembrerà assurdo, ma non mi era mai successo. Ho saltato, ho alzato le braccia, ho battuto le mani, ho cantato, e forse una parte di me stava cercando i pensieri nella testa, chiedendosi come fosse possibile sentirsi così. Non ero abituata, eppure è stato bellissimo. Le canzoni si susseguivano una dopo l’altra, spezzando il ritmo della precedente, e lasciandoti ogni volta un’altra goccia di curiosità. Faccio ancora fatica con il ballo di Asereje, mi fa sorridere ballare su Barbie Girl, mi emoziono quando parte Gli anni degli 883, e su T’appartengo di Ambra Angiolini sono rimasta la sola a sapere il testo a memoria. Ma sono stati anche i nostri anni, sì, magari di striscio, senza la possibilità di raccontarli, ma presenti nelle influenze che hanno chiuso un millennio, e che noi per poco abbiamo attraversato. Quella festa, in poche ore, ha fatto rivivere quel periodo d’oro, chiamando a raccolta nella stessa sala persone di venticinque, trenta, trentacinque anni, che un po’ si sentono troppo grandi per andare a ballare, ma che hanno ancora voglia di sognare il ritorno di quella felicità. Noi, negli Novanta, siamo stati concepiti, e da allora mi sembra cambiato praticamente tutto. Sono arrivati i cellulari, i computer portatili, i social network, le auto elettriche, l’euro, gli mp3, lo streaming, vent’anni in cui il mondo ha cambiato faccia, travolto dalla ricerca e dalle nuove scoperte, senza controllare che le persone riuscissero a stare al passo. Forse è anche per questo che gli anni Novanta sono un porto sicuro. Erano gli anni in cui tutto questo ancora non c’era. E mentre mi lasciavo andare, con le paranoie rimaste nel guardaroba, mi sono ritrovata a sperare che tutte serate potessero essere così. Semplici, senza tanti fronzoli, senza effetti speciali, solo due dj, la musica di un decennio iconico, e una sala spaziosa in cui saltare senza calpestare nessuno. La serata perfetta. La serata che ti fa dispiacere lasciare alle tre, prima della chiusura, perché vorresti sempre scoprire la prossima canzone. La serata che, con la giusta compagnia, ti fa assaporare la bellezza della libertà. La serata che ti fa chiedere se in fondo, allora, l’Italia non fosse davvero più felice.

12 pensieri su “La festa anni Novanta

  1. Stessa cosa x me, mai andato in disco, mai, eccetto una volta con tutti i miei amici x un concerto di Gigi D’Ag. Arrivo a Varsavia a 35 anni, tac, scopro l’Hydro, un locale underground in cui si suona solo 60,70,80,90. È stato amore

  2. Quelle citate sono tutte canzoni della mia adolescenza 😀

    Mi sono sempre trovato male in discoteca, un pesce fuor d’acqua…. adesso penso riuscirei molto di più a lasciarmi andare e “permettermi” di farlo.

    Comunque si, in fondo basta davvero poco per stare bene e divertirsi!

  3. Non so adesso se vadano ancora di moda ma credo di no per tante ragioni che potrei anche raccontare ma sarebbe lungo e noioso! Però posso dirti che negli anni novanta ma soprattutto ottanta era un mondo bello dove le discoteche erano prima di tutto luoghi di incontro e di divertimento. C’erano principalmente tre filoni musicali: la disco music (Gloria Gaynor per intenderci), la dance che a dispetto del termine inglese e degli autori con nomi inglesi era spesso italianissima e colonizzava il mondo (tipo i Datura) e quello underground poi house, legato sia al funky/jazz che a ritmi blouse fatta ascoltare da dj divenuti iconici come Morales o Coccoluto. È stato un bel periodo che è finito con l’avvento della Techno e nuove generazioni che invece di divertirsi insieme ad altri di fatto se ne stavano ognuno nel suo mondo “arricchito” da extasy e altre droghe. Non si andava più per divertirsi o anche perché no, conoscere ma per sballarsi. Ovvio che ciò poi portò ad incidenti, alla demonizzazione dei locali ed inevitabilmente alla chiusura di gran parte di essi. In una città piccola come la mia in quegli anni c’erano 5 discoteche e funzionavano tutte(di una ero socio!) mentre altri locali nella penisola erano vere e proprie mete di pellegrinaggio come il Tenax , il Cocoricò, la Baia Imperiale giusto per citarne alcuni. Per noi giovani di allora fu un periodo davvero bello: c’era voglia di vivere, ridere, conoscere, ballare e la notte era il nostro parco giochi! Quanti ricordi!

    • Che ricordi che hai condiviso! Non ho vissuto quel periodo ma l’ho sentito raccontare parecchie volte e mi ha sempre un po’ affascinata, sarà che sembra così diverso da ciò che viviamo adesso… Penso che tutto cambi continuamente, probabilmente le future generazioni proveranno lo stesso a sentire i miei racconti, ma è innegabile che in quegli anni si respirasse un’aria che ci farebbe bene ritrovare

      • Sai, non vorrei dirlo perché a farlo si corre sempre il rischio di sembrare quelli migliori o di far paragoni generazionali a senso unico! Eppure obiettivamente se guardo a molti giovani di oggi penso che non cambierei mai il vissuto della mia giovinezza con la loro. Non so nemmeno come spiegarlo però oggi vedo usare così spesso la parola noia ed invece noi la noia non si sapeva proprio cosa fosse! Guardo mia nipote, guardo altri ragazzi e nei loro occhi non vedo alcuna fiamma, non vedo curiosità di vedere il mondo, nulla. Tutto inizia e finisce nei loro schermi e nulla li sfiora. C’è da dire però che non è tutta colpa loro perché anche la società è cambiata. Ecco, giusto per fare un esempio, oggi mia sorella mi ha chiesto se domani mentre loro escono posso andare a casa sua a “guardare” figlia. Perché ha paura di lasciarla sola poiché se succedesse qualcosa ci sarebbe il reato di abbandono di minore! Beh…io da minorenne, me ne andavo in giro da solo ovunque e come me tutti o quasi! Avrebbero dovuto arrestare mezza Italia! 🤷 Tornare a quello spirito? Ma magari!

  4. “Ti giuro amore un amore eterno, se non è amore me ne andrò all’inferno e quando ci sorprenderà l’inverno, questo amore sarà già un incendio, lo penso cento mille volte a sera, ma disperata come una preghiera, non voglio più sentirmi sola sola, se non ci sarai. Prometti per sempre sarà. Prometti il tempo non ci…” e qui mi fermo perché mi ricordo solo questo pezzo e chissà se me lo ricordo bene. 😉

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.