I fine settimana fuori non vanno quasi mai come te lo aspetti. Ci si organizza all’ultimo, si improvvisa, ci si accontenta, si ride degli imprevisti, perché è naturale e bello così. E al tempo stesso quei programmi saltati diventano promesse di tornare, come se l’esperienza insegnasse a prepararsi almeno un itinerario. A Torino ci sono stata tre volte in pochi mesi, per motivi diversi, con persone diverse, e ogni volta ne ho portato a casa un ricordo nuovo. L’ultimo fine settimana è stata un’occasione che ho colto senza pensarci, e che non pensavo nemmeno avrei ricevuto. Qualcuno, tempo fa, mi ha inserito in un gruppo WhatsApp, con quelle persone che ho frequentato durante un paio di aperitivi, e che per motivi a me oscuri si sono ricordati di me. Non l’ho mai dato per scontato, e mi ha fatto piacere. Così sono partita con loro, per due giorni fuori casa, approfittando di quel tempo che crescendo diventa sempre più prezioso. Non so nemmeno se definirli amici o solo una strana compagnia, di quelle che incontri lungo il percorso e inevitabilmente ti lasciano qualcosa. So per certo che siamo diversi, forse a tratti incompatibili, con un carattere opposto che fatica a capirsi e una storia troppo lunga da raccontarsi in poche ore. Ma è stato un bel fine settimana, vissuto senza aspettative, cogliendo anche i momenti più banali come ricordi speciali. Ho visto Torino in primavera, con diciotto climi diversi, prima gli oltre venti gradi, poi le raffiche di vento, ancora il freddo mattutino, e la tenue pioggia del nord. Ho visto Torino per la terza volta, fotografando gli stessi scorci, ammirando le stesse piazze, e comparando i colori del Po a quelli della scorsa estate. Non abbiamo visitato granché, ma in fondo non era questo l’obiettivo. Quando parti per andare a trovare una persona non t’importa di ciò che fai, di dove capiti continuando a chiacchierare, perchè il valore di quel tempo è dato dallo stare insieme, e tutto il resto scompare, come uno sfondo che non considera nessuno. Non so dire se mi sia mancata, o se sia stato più strano ritrovarsi là, con poche domande e ancor meno ricordi, in un silenzio difficile da spezzare. Ci siamo conosciute in ritardo, e pochi gesti non sono bastati a costruire un vero legame. Eppure è stato bello incontrarsi, in quella parentesi artificiale, come due conoscenti che si ritrovano dopo mesi, e in nome di una giornata trascorsa insieme con la corona d’alloro, d’istinto si sorridono. Probabilmente ci perderemo di vista, e quando gli impegni schiacceranno la voglia di incontrarci in giro, resteranno gli amici veri, com’è giusto che sia. Ma a Torino sono stata un pezzo di quel gruppo, e non posso non essere grata per l’occasione. Pensavo fossero comici a tempo pieno, e invece al parco, seduti su una panchina, ci siamo persi in un dibattito sulle differenze tra uomo e donna, svelando le diverse vedute, ascoltando i punti di vista opposti, e sì, magari facendo fatica a comprenderli, perché sono temi tanto delicati. Ma in fondo è una prova di maturità, e alzarsi da quella panchina trasformando le divergenze in una battuta è stato il modo migliore per accettarle e pensare al futuro. La sera, complice la disorganizzazione, siamo finiti a cenare al McDonald’s, nella sala più appartata dove avremmo potuto fare casino. Ventiquattr’anni, e quei vassoi che ricorderanno sempre la nostra adolescenza… E’ stata una cena frugale, decisamente l’opposto di quanto avremmo immaginato, ma siamo rimasti lì fino alle undici passate, scherzando sui vecchi compagni di corso e sui tempi dell’università, e in qualche modo si potrebbe pensare che dovesse andare esattamente così. Il giorno dopo siamo andati a Superga, per goderci una vista un po’ velata sulla città, e senza farci mancare nulla siamo saliti a piedi sulla cupola. A pranzo, quasi per caso, avevamo prenotato in un bistrot lì vicino, e ci siamo ritrovati in una veranda, in fila davanti ad uno splendido panorama sospeso e ad un piatto di plìn. Il fine settimana si è concluso a casa dell’amica che eravamo andati a trovare, nella piccola cucina, davanti a un buon caffè. Siamo rimasti insieme fino all’ultimo, parlando del più e del meno, colmando un tempo che forse per me aveva un diverso significato, perché non abbiamo la confidenza per scriverci un giorno un “Come stai?”. So solo che mi è sembrata felice, ed era quello che si meritava. Ci siamo salutate dicendoci grazie, anche se in fondo la promessa l’avevamo mantenuta tutti, e in tutta onestà non ci avrei scommesso una lira. E’ stato un fine settimana di tante sorprese, di quelli che vivi forse una volta nella vita, perché l’occasione spesso sfugge e coglierla non è facile, ma ti fa sentire a casa pur in un mondo parallelo, di quelli che per mesi hai visto da fuori, e che per due soli giorni ti ha accolto senza fare presentazioni. Ecco, di questo weekend mi porto a casa un bel ricordo, e sono realmente grata di aver potuto farne parte.












superga merita andare a vederla. hai visitato i sotterranei con le tombe dei re?
Purtroppo quella parte non l’ho vista, ma penso non mancherò di tornare 😀
Ok. Perché merita visitarla assieme alla stanza dei papi
Che bella gioventù!
Grazie infinite!
Molto bello il tuo racconto.
“Vissuto senza aspettative”, secondo me, è la chiave 🙂
Senza aspettative, lo sguardo si sposta dall’interno (pensieri, giudizi) all’esterno (predisposizione alla sorpresa ed apertura a tutto ciò che viene).
Grazie mille! Credo anche io, è bello viversi le cose senza aspettative, ci si risparmia ogni possibile sentimento di delusione ed anche le piccole cose diventano apprezzabili 🙂
Esattamente! 🙂
Io alla tua età giravo molto meno, ed ora mi rendo conto di quanto sarebbe stato meglio per me aprirmi maggiormente verso nuove conoscenze ed amicizie. Ma probabilmente ero “contento” così, e non cercavo di uscire troppo dal mio guscio.
Ma, alla fine, un weekend come il tuo, non credo di averlo mai fatto, purtroppo.
Hai fato bene.
Credo dipenda anche da tanti fattori, io ne sto approfittando adesso che ho iniziato a guadagnare e non ho tante spese, e di mio ho sempre preferito investire in esperienze, specie ora che magari alcuni amici sono più lontani, ma non tutti girano quanto me. Poi dipende dalle occasioni e dalle esigenze del momento, però tutto sommato sono contenta di approfittarne 🙂