Le banalità che non ho scritto

Capitano quei periodi in cui sembra di non avere niente di importante da raccontare. Si alternano ai momenti frenetici, in cui riempiresti un romanzo di dettagli banali, e davanti a un qualunque foglio bianco ti rubano tutti i pensieri. Che sto facendo? Aspetto una firma. Un nuovo traguardo, di quelli inattesi ma segretamente sperati, che danno un senso all’impegno investito in un grande punto interrogativo. Ho trovato un equilibrio, dopo quei mesi di traversata dai banchi alle scrivanie, e forse devo ancora abituarmi del tutto, forse mi servirà sempre più tempo degli altri, ma non importa. Abbiamo tutti una strada da percorrere, e questa adesso è la mia. Da quando il finale che mi aspettavo è cambiato, e tutti i dubbi che mi costruivo sono finiti nel primo cestino, è come se mi fossi presa un periodo di riposo. Magari ho solo pensato e scritto troppo. O magari devo ancora scoprire del tutto questa nuova quotidianità. L’università rimane al mio fianco nei volti di quei compagni che vedo poco, ma che in qualche modo si sono ricordati di me. Proviamo a organizzare un fine settimana, per mantenere quelle promesse fatte alle rispettive lauree, e chissà se ce la faremo davvero, se la data scelta resterà quella, se sarà strano incontrarsi senza mai essersi del tutto conosciuti. Ma il fatto di essere stata inclusa, in un gruppo che mi ha accolta per caso durante l’ultima primavera, mi fa capire che forse qualcosa sono riuscita a trasmetterla. Sono le certezze di cui ho bisogno, perché sono tremendamente insicura. E se basta un grazie di un collega per strapparmi un sorriso, un messaggio di una vecchia amica che mi propone di uscire, o il coraggio di scrivere “Come va?” a chi non sento da Natale, beh, allora è di questo che vorrei riempire uno di quei fogli bianchi abbandonati. Le cose semplici della vita. Quelle che sembrano scontate, e di cui un po’ ci si vergogna, perché paiono frasi fatte. Ma a volte basta davvero soltanto un gesto per cambiare ogni cosa.

4 pensieri su “Le banalità che non ho scritto

  1. La ricerca di un nuovo equilibrio passa anche attraverso piccole cose.
    A mio avviso è importante che il luogo di lavoro sia per te “accogliente” nel senso che tu possa legare con l’ambiente e con le persone, dato che dovrai – volente o nolente – trascorrere con loro parecchie ore quasi ogni giorno.
    Una armonia lavorativa è indispensabile.

    • Certo, assolutamente, e al di là del tutor di cui ho parlato, con cui lavoro solo a distanza, nell’ufficio c’è un’aria serena, con anche i suoi momenti di leggerezza

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