Proposta inaspettata

Sono una persona scaramantica tendente al pessimista, e in questo penso non mi cambierà mai nessuno. Forse è anche un modo per proteggermi da eventuali delusioni, per prendermi la pioggia in faccia e immaginare di stare in doccia. Un modo per addolcirmi la pillola da sola. Poi, quando le cose vanno al contrario, mi lascio investire dalla soddisfazione. A volte non so proprio cosa aspettarmi, così semplicemente non mi aspetto nulla, e cerco di convincermi che il giorno del mezzo giudizio non arriverà mai. Con questa prima esperienza lavorativa è andata allo stesso modo. Penso di essermi lamentata anche con i muri per questo stage che sembrava non partire mai. Ho ossessionato amici e parenti con il mio “Non mi fanno lavorareee“. Poi, in un tranquillo giorno di febbraio, in cui tra l’altro ero in dubbio se fare smart working da casa, mi ritrovo una email inviata il giorno prima: “Ciao Giorgia, fisso questo slot per fare una chiacchierata su come sta andando il percorso di stage”. Ah, okay. All’orario prestabilito siamo andati nella saletta delle riunioni, e mi ha chiesto come mi stessi trovando, che feedback potessi dare sulla mia esperienza in azienda. Non sono stata catastrofista, non ho attaccato un pippone sul tutor che non sa di essere tutor, ma ho fatto presente che i momenti di vuoto mi hanno pesato. Lui mi ha detto che un po’ era normale, perché il carico di attività in quest’ambito non è regolare. Ho preso e intascato la spiegazione, in attesa che proseguisse lui. Di tutto ciò che è venuto dopo, ho notato una cosa in particolare: non ha mai smesso di guardarmi in faccia. Mi ha guardata dall’inizio alla fine, scrutando le mie espressioni, assicurandosi che capissi, e quasi cercando di leggere quelle emozioni che nascondo d’istinto. Ottimo giudizio. Capacità tecniche. Competenze. Si può lavorare. Figura ibrida. Fine dello stage anticipata. Contratto a un anno. Parole chiave che ho cercato di portare via dalla saletta, cercando di metabolizzare. Io, che non mi aspettavo niente, men che meno a due mesi dalla fine dello stage, mi ritrovo con una proposta in mano. La parte razionale di me si interroga su cosa abbiano visto, e come siano bastate poche attività ben fatte per convincerli di un mio valore. Mentre la parte istintiva è solo intimamente fiera di sé. Mi sono presa il mio tempo per riflettere, ma non avendo altro in mano, se non idee un po’ confuse e necessità di consocere, ho accettato. In fondo da qualche parte si dovrà pure partire, così mi dicevano. Il progetto che mi ha delineato durante la nostra chiacchierata in saletta mi ha colpita, perché forse ha visto in me delle potenzialità che io non mi sono mai attribuita, e che ancora adesso fatico a vedermele addosso. Non so se verrà attuato in quel modo, se cambierà qualcosa, se sarò davvero in grado di diventare quella “figura ibrida” che sa fare un po’ tutto, ma ci voglio provare. Alla fine non firmo nessun patto di sangue, e potrò sempre tenere un occhio rivolto alle nuove opportunità. Ma ho ventiquattr’anni, e nei miei tentativi di mettere ordine nei cassetti della mia vita, forse questa piccola sicurezza può aiutarmi a capire da dove cominciare.

13 pensieri su “Proposta inaspettata

  1. Ci mancava solo che non accettavi!
    😀
    Complimenti, Penny/G, evidentemente hanno comunque capito che sei una persona valida ed affidabile.
    Si inizia un po’ “dal basso”, poi si sale.
    Ed inizi a prendere qualche soldino, e qualche contributo INPS.
    🙂
    In bocca al lupo.
    Quando inizieresti?

  2. Ecco. Emerge ciò che ho sempre saputo. Il tuo grande potenziale.
    Hai stoffa. Possiedi ago e filo. Imparerai a ricamare, a cucire strappi, a ricercare nuovo materiale, ad esplorare nuove strategie.
    Son felice. È un inizio. Nel mezzo, continua con passione. La vita va assaporata, va presa a braccetto, va riempita di gratitudine.
    Ti abbraccio. Con affetto di sempre❤️💪🏻

    • Che bello ritrovarti nei miei post più personali, con questi commenti che riscaldano l’anima ❤ Grazie davvero, mi impegnerò sempre, e in tutto provo a trovare il bello, perché altrimenti non ci si gode nulla

      • Esatto! La tua umiltà mi ha sempre impressionata. È una dote rara. Rarissima. Quando le persone la incontrano, difficilmente si lasciano scappare chi la indossa come una seconda pelle. Molti possono avere le competenze, ma quella fa la differenza.

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