Durante la settimana di Sanremo l’Italia si divide in due categorie: i rivoluzionari che “No, io boicotto la lobby di Sanremo, protesto contro il lavaggio del cervello!”, e gli adepti in clausura per cinque giorni, con quattro ore di sonno a notte, che non si perdono neanche le 856 pause pubblicitarie. Io, umilmente, mi posiziono nel mezzo: guardo Sanremo, non me ne vergogno, e dò atto ad Amadeus di aver riportato in auge un evento annuale che pareva riservato agli over 50. Oggi si stima che il programma raccoglierà 50 milioni di euro solo di incassi pubblicitari, mentre più di 2 milioni di persone sono iscritte al Fantasanremo, alimentando una macchina social che in passato ha pochi precedenti. Insomma, vuoi o non vuoi, per ignorare davvero Sanremo dovresti chiuderti in un igloo dell’Alaska dove sicuramente non prende il Wifi.
Ma veniamo al dunque. Le canzoni. Perché ogni tanto, tra un monologo e una pausa pubblicitaria, qualche cantante arriva. Dall’alto della mia totale ignoranza e assoluta voglia di ironia, ho deciso di replicare l’esperimento del 2022, proponendo le mie personalissme pagelle più spietate della rivista Rolling Stones. Chiedo venia in anticipo a tutti gli artisti in gara: nulla di personale, lo giuro.
Anna Oxa con “Sali (Canto dell’anima)” – Voto rituale mistico
Un cosplay perfetto di una strega della Disney, con i capelli elettrificati e una tunica nera da insegnante di arti oscure ad Hogwards. La canzone sarebbe anche bella, se non sembrasse un po’ un misto tra un richiamo delle balene e un rituale satanico. Inaspettatamente, sul finale, lancia un grido disperato, roba che probabilmente il mio vicino ha pensato che avessi scuoiato un gatto. Ora capisco Gianni Morandi che prima di cantare le ha chiesto “Ti senti bene?”.
Gianmaria con “Mostro” – Voto 6+
Caro, la sufficienza è proprio regalata. Un premio d’incoraggiamento, toh. Anche perché non vorrei che data l’altezza da Avatar mi venissi a cercare. Ti seguivo a X Factor quando t’incazzavi col pavimento, e devo ammettere che comunque sei migliorato. A tratti ancora ti parte ancora qualche corda vocale, ma sei migliorato. Un più per il il primo petto nudo della serata, e per quei capelli piastrati degni della pubblicità di Rowenta, per chi non s’accontenta.
Mr. Rain con “Supereroi” – Voto 8 (7 a lui, 9 ai bambini)
Qualcuno ha scritto sui social: “Ma è Achille Lauro senza tatuaggi”. Genio. E al contrario di Lauro, riconosce i propri limiti e chiama in soccorso una schiera di bambini rubati al piccolo coro dell’Antoniano apposta per il ritornello. E lui sorride, sapendo che probabilmente i bambini azzeccano più note di lui. Loro guadagnano un fiorellino a testa, giusto per non depredare i campi di Sanremo, e lui una tenera esibizione che forse tra le 28 in programma può anche essere ricordata.
Marco Mengoni con “Due vite” – Voto 10
Abituati ad un Marco Mengoni costantemente in pigiama extralarge, ce lo ritroviamo chiuso in un tutone di pelle nera ‘che pare aver parcheggiato l’Harley Davidson dietro l’Ariston. E a noi piace. Poi inizia a cantare, e dopo tre note potremmo già alzarci per una standing ovation dal divano. 10 assolutamente meritato, manca il bacio accademico.
Ariete con “Mare di guai” – Voto #aiuto
Ariete si è palesemente fatta prestare al volo una giacca da Mengoni, taglia XXL, e si è vuotata mezza boccetta di gel sulla frangia prima di scendere le scale. Tutto il resto, intonazione compresa, è rimasta nel camerino. Peccato, perché il testo non è male, e, cosa non scontata, pure comprensibile. Una nota di merito per aver dato il cinque ad Amadeus come tutti i giocatori del Fantasanremo speravano.
Ultimo con “Alba” – Voto 9 e mezzo
Premessa: sono fan di Ultimo, versi melensi compresi. Questa canzone, se paragonata ad altre, è un po’ un meh, ma che ci posso fa’? Qando inizia a scalare le note come io salgo i gradini di casa, a me vengono puntualmente un po’ di brividi. Certo, in un brano dolce che parla dell’alba non ci si aspetta questa svolta aggressiva improvvisa, che pare un po’ la mia pacata reazione quando una cimice plana nel mio raggio vitale, ma Ultimo è così. Pacchetto all inclusive.
Coma_Cose con “L’addio” – Voto #wow
Pare fossero già stati a Sanremo nel 2021, ma inizio a perdere colpi e neanche me li ricordavo. Appena li vedi ti sembrano un po’ una coppia al karaoke, motivo per cui la memoria a lungo termine li rimuove in 0.3 secondi netti. Poi però ascolti la canzone e ti scopri a pensare “beh… pensavo peggio… ma sai che… non è male… dai è carina… è proprio bellina… è tra le più bellina finora”.
Elodie con “Due” – Voto 7
Scende le scale vestita da cigno nero con dei guanti in lattice da serial killer, ed è forse l’unica italiana che così conciata riesce pure ad essere bella. Se lo facessi io, sembrerei un piccione investito. La canzone è bellina, in pieno stile Elodie, ballabile ma con un testo ragionato, nonostante i 18 cambi di ritmo in tre minuti. La approvo, forse in macchina l’ascolterei.
Leo Gassmann con “Terzo cuore” – Voto 6
Ci sono quelle canzoni che se devi definirle ti viene in mente un solo aggettivo: sanremese. Tema amoroso, stile trasversale agli ultimi cinquant’anni, ‘che potrebbe averla cantata pure Ranieri ai primi Festival, e completo giacca e cravatta più serio di un giornalista del TG. Fortuna che Leo ha una bella voce, intonata, a tempo, e questo mi impedisce di bocciarla su tutti i fronti.
I Cugini di Campagna con “Lettera 22” – Voto #quotaover
Prendete quattro teste cotonate, delle tute sbrilluccicose fatte con gli addobbi di Natale, delle tastiere colorate che paiono quelle della Clementoni, e avete ottenuto i Cugini di Campagna. Aggiungete un brano riesumato dagli anni Sessanta, capace comunque di farti muovere il piede a ritmo a mezzanotte passata, e potrete ritenervi soddisfatti. Ho visto uomini di mezza età fare figure peggiori in discoteca con i ragazzini.
Gianluca Grignani con “Quando ti manca il fiato” – Voto 6/7 con sorpresa
Si vede che Gianluca non sta bene. Ma si vede da anni, solo che nessuno riesce ad intervenire. La canzone è struggente, intensa, sincera, e lui la canta bene, senza fuggire dal palco o buttarsi a terra a caso. Ne esce un’esibizione inaspettatamente bella, e sicuramente più dignitosa di quella di Blanco che ha spaccato mezza scenografia pochi minuti prima.
Olly con “Polvere” – Voto 4
Ennesimo under25 della serata. Inizio a dare segni di cedimento. Belle le strofe, ma poi arriva un ritornello che pare cantato da E.T. con la voce distorta, e l’effetto è più o meno simile a quando non prende la radio. Da rivedere.
Colla Zio con “Non mi va” – Voto 5
Se prima avevamo E.T., qui abbiamo direttamente una tribù marziana che comunica in babilonese metallico. Tre di questi sono vestiti con dei completi da pioggia color evidenziatore pastello, forse per pubblicità alla Stabilo, o forse per fare un cosplay dei Teletubbies. In totale non ho ancora capito quanti siano, credo cinque, a meno che non fossero comparse rubate nei camerini. La canzone? Degna di una buona animazione in un villaggio turistico salentino.
Mara Sattei con “Duemilaminuti” – Voto 6 e mezzo
“Dimmi se c’è stato amoooore”. Lo avranno già cantato in 576mila canzoni. Però. Però questa Mara Sattei non mi dispiace. Ha una gran bella voce, e considerato che l’avevo sentita soltanto al fianco di Fedez e Tananai, con un totale di quattro righe di brano, è stata una piacevole scoperta. Il testo è dimenticabilissimo, alle due di notte pure un po’ da istinto di spegnere tutto e andare a letto, ma ‘ste pene d’amore, perchè sei andato via, torna qua, ho bisogno di te, siamo stati felici, ci tormenteranno anche quando gli alieni avranno preso il controllo del pianeta.
Gianni Morandi – Voto 110 e lode
Ogni volta che lo vedo, classe 1944, penso: fatemi invecchiare come lui. Cinque serate in cui probabilmente andrà a dormire alle 4 del mattino, e pure con questa prospettiva sale sul palco arzillo e saltellante, mentre io mi alzo dal divano facendo oplà. Sparisce e ricompare mandando Amadeus in confusione, fa divertire tutti ironizzando sulle sue canzoni brutte (epico il momento in cui l’Ariston si risveglia dall’oltretomba e si esalta per “Bella Belinda è innamorata, parla da sola con l’insalata”), e dà una bella lezione morale a Blanco, presentandosi con la scopa sul palco, come avrebbe fatto mia madre, e mettendosi a pulire il disastro fatto dal ragazzino.
Sergio Mattarella – Voto #eroe
Alla faccia degli straordinari. Chissà se qualcuno lo aveva avvertito che Sanremo non finisce mai prima delle due di notte. Il suo ingresso trionfale sulla balconata scatena un applauso di tre minuti buoni, a cui lui risponde con un pacato saluto papale. Poi si accomoda, si gode il monologo di Benigni sulla Costituzione con 850 inquadrature in primo piano, dopodiché sparisce, roba che potrebbe anche aver tirato fuori una brandina. Non sappiamo se si sia addormentato al secondo cantante in gara, se si sia risvegliato con la scena di panico di Blanco che lancia i fiori, o se sia arrivato dritto alla classifica generale.
Chiara Ferragni – Voto 2
Diciamocelo, della presenza di Chiara Ferragni se ne parla da otto mesi, ne abbiamo letto sui giornali, lo hanno annunciato in televisione, l’hanno piazzata nelle pubblicità, mancava una foto su un dirigibile sopra Sanremo e le avevano provate tutte. Ma andateci voi, su quel palco, con quella carica di dodici tonnellate di aspettative. E infatti appena scesa dalle scale la sensazione è che sia stata attivata la modalità Intelligenza Artificiale, e che si ritrovi a leggere il gobbo col tono di Google Traduttore anche quando deve solo dire “Grazie”. Recupera un po’ durante il monologo, in cui legge una lettera rivolta a sé stessa in cui parla dell’importanza di accettarsi anche nell’imperfezione (certo, vorrei essere anch’io imperfetta in un attico con una cabina armadio grande quanto il Moma).
Mahmood e Blanco – Voto #basta
A distanza di dodici mesi, posso dire che ‘sti brividi mi vengono sempre e solo all’attacco di Mahmood che mi sembra puntualmente un antifurto. Blanco, poi, si mangia metà delle parole, come se stesse cantando con una big babol in bocca, e stento a riconoscere la seconda strofa. Riconosco il successo stellare del brano, ma a forza di sentirlo me so’ stufata.
Blanco solista – Voto n.c.
Blanco, per mia sfortuna, ritorna a mezzanotte per cantare il suo singolo, palesemente in balenese e con l’autotune, poi a metà canzone viene posseduto da Ralph Spaccatutto e inizia a distruggere i fiori e la scenografia. Il motivo? Non sentiva la voce in cuffia. Bianco, mio caro, se a un tuo concerto smonti il palco per un problema tecnico ti consiglio di cantare in live su Zoom. Comunque Amadeus, ormai temprato dalla rissa tra Morgan e Bugo, sale sul palco con coraggio, scambiando pure il nome di Blanco con Salmo, e cercando di placare i fischi del pubblico impazzito. Tilt. Dopo l’uscita di Blanco si impalla il led, Gianni Morandi arriva con una scopa, e Amadeus chiama Fiorello come ai tempi d’oro.
Pooh – Voto misonodistratta
I Pooh sono un pezzo di storia, da cantare con la mano sul cuore. OOOOOH OOOOOH PICCOLA KATY, OOOOOOH OOOOOOH OOOOOOH. Secondo inno nazionale. E ad un’età che è il triplo della mia, mettono insieme un medley di venti minuti e si scatenano come ragazzini. Io? Oh, io ero distratta sul divano con la copertina addosso, pensando di aver pure cambiato canale e messo una replica di qualche docufilm. Si meritano un 11 anche solo per ciò che li lega da decenni. Chissà se la piccola Katy ormai la troviamo a giocare a scopone al centro anziani.
Roberto Benigni – Non sono degna di giudicare
Mi astengo per evitare insurrezioni. Quando ascolto un monologo di Benigni la mia attenzione parte per la tangente dopo quattro minuti. Troppo artificioso per i miei gusti, ed eccessiva la sviolinata alla Costituzione italiana paragonata ad una forma d’arte tra le più somme e prodigiose mai prodotte. Insomma, a suo tempo i costituenti ci inserirono i Patti Lateranensi, firmati da uno stato che non godeva esattamente di una piena libertà di espressione…
Pause pubblicitarie – Voto 1
Una pausa ogni mezz’ora. Da lontano sento i mazzi di banconote cadere nelle casse RAI.
Condivido con te la classifica ( semiseria), mi è piaciuto Mengoni e il coro dei bambini…e poi Fausto Leali se li mangia tutti
Io aspetto giovedì per scrivere il mio post. Le prime 14 canzoni devo ancora metabolizzarle, ma per ora quelle che mi hanno colpito maggiormente sono quelle di Leo Gassman, sanremese ma non “vecchia”, Quella di Grignani ha un bell’arrangiamento, ma la versione in studio non mi ha colpito più di tanto, e inaspettatamente mi sono piaciuti i Cugini di campagna. Negli anni molti artisti attempati hanno cercato di modernizzarsi con risultati imbarazzanti. Loro hanno evitato questo rischio. E poi i Coma cose. Loro li trovo sempre più interessanti.
Già, alla fine quelli su cui si riponevano maggiori aspettative sono quelli che hanno deluso di più
Io sono bresciana di adozione e mi vergogno per il comportamento di Blanco al quale il successo dell’anno scorso deve avere dato alla testa, oppure ha la necessità di farsi notare ad ogni costo, povero piccolo ancora immaturo.
Per quanto riguarda il Festival, dovrebbe essere il festival della canzone, invece è tutt’altro e le canzoni sono solo un pretesto per qualsiasi altra cosa. Lo so, sono vecchia e sono rimasta ai tempi di Yves Montand e di quando erano i professionisti seri che si esibivano di fronte al pubblico, a me tutto ciò che accade lì, su quel palco, sembra una pagliacciata che, purtroppo, dura ore infinite. Ho visto parte della prima serata nel pomeriggio di ieri su Rai Premium, ma oggi leggerò un libro e chiuderò così il problema Sanremo. Scusami, ripeto che sono vecchia e forse un po’ fuori da questo contesto.
P.S: ho letto, e sto rileggendo, il tuo post. Grazie per l’ironia, semiseria, che mi ha alleggerito questa giornata
A proposito, lo sai che “tananai” in bresciano significa sciocco, persona senza capacità, credulone…
Questa mi mancava!
Grazie a te 😀
Capisco e rispetto qualunque punto di vista, non penso tu sia la sola a pensarla così. Io lo guardo come intrattenimento, ma se parliamo di canzoni ce ne sono chissà quante di migliori là fuori
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Non guardo mai Sanremo. Non per snobismo: proprio non mi interessa. Naturalmente come tutti sono al corrente di quel che succede perché i media e i social ce ne riempiono la testa. Le canzoni, però, quelle le ignoro del tutto, non mi appassiona il genere di musica che di solito va a Sanremo. Comunque da quando Benigni è diventato un perbenista non mi piace più nemmeno lui.
Rispetto tutti i gusti, non sei la prima di quest’idea 🙂