Quando ti senti un po’ un soprammobile, a volte è difficile trovare la voglia di andare in ufficio. Poi capitano quelle giornate in cui non conta più niente, soltanto passare una pausa pranzo più lunga del solito in compagnia. Eravamo soltanto in tre, complice lo smart working che sta svuotando gli stabili, e la nsotra età media era di venticinque anni appena. Due stagisti e una ragazza assunta dodici mesi fa, di qualche anno più grande di noi, appoggiati a una scrivania vuota a parlare. Tre persone accomunate dai sogni e da un’opaca insoddisfazione, che probabilmente si domandando in senso di venire in ufficio, ma che quel senso riescono a costruirlo insieme. Con Francesca ci siamo sfogati entrambi, lamentandoci per le attività che non arrivavano mai, e trovando in lei un punto di riferimento, una persona in grado di ascoltare, una collega amica in una stanza di pareti divisorie. Quando ho dovuto cercare l’ufficio delle risorse umane, lei ha lasciato quello che stava facendo per cercarlo con me, ed è bastato chiederlo, avvicinarmi con i miei quattro fogli in mano, perché aprisse la strada e bussasse al posto mio. Più volte, quando mi passa accanto, si ferma per chiedermi come stia andando, se stia facendo qualcosa. Probabilmente, senza mai essere stata stagista, è la persona che ci ha capiti di più, condividendo con noi quella voglia di crescere, di imparare, di realizzare qualcosa durante le nostre giornate. Questa mattina ci siamo presi due ore di pausa, in una giornata mezza morta, ed è stato uno dei momenti più costruttivi di questi quattro mesi. Abbiamo parlato del suo ruolo, della sostenibilità, delle imprese italiane, degli orari lavorativi, dei compromessi per creare una famiglia, poi ancora, di Bologna, che l’altro stagista ancora non conosce, delle parole dialettali, delle usanze più comuni, dei luoghi da scoprire. E’ stata come una chiacchierata tra amici, in un ufficio messo in un angolo, nata per caso dalla reciproca curiosità. Sono sempre convinta che l’ambiente di lavoro contribuisca tanto alla nostra soddisfazione. E nonostante tutto, nonostante la noia, i silenzi, le attese, nonostante un cerchio già formato, nonostante il marchio di stagista in fronte, io sono tornata a casa con un mezzo sorriso. E c’entrano le due ore, avrebbero potuto essere anche dieci minuti, e sarebbe stata la stessa cosa. Ma ci siamo guardati negli occhi, ci siamo ascoltati, ci siamo capiti, abbiamo buttato sul tavolo vuoto i nostri pensieri, le nostre aspirazioni, e ci siamo anche divertiti, raccontando una città che in due conosciamo da quando siamo nate. Mentre parlavamo non c’era più un ufficio, un cartellino da timbrare, una giornata pesante da affrontare. C’eravamo noi, ragazzi un po’ insoddisfatti, con i rimpianti chiusi in un cassetto, e un futuro tutto da costruire. E Francesca, forse anche senza rendersene conto, a me sta insegnando tantissimo. Per il suo modo di aprirsi agli altri, di raccontare i viaggi con suo padre, ma anche i sacrifici per riuscire a passare del tempo con lui, perchè l’apparenza inganna, e non ci si pensa, ma dietro ogni storia apparentemente perfetta c’è qualche peso difficile da portare. Spesso a pranzo prende la parola, portando qualche aneddoto della sua vita, o piccoli frammenti della sua quotidianità. Ma questo, in fondo, lo sanno fare un po’ tutti. La differenza è che lei si ferma per ascoltare tutti, anche noi, ultimi arrivati, intimiditi a un tavolo con troppe poche sedie. Ogni tanto la seguiamo fuori, per una sigaretta che in realtà io non ho mai fumato. Ma l’età ci unisce, anche se ci separano cinque anni, e in quei cinque anni il mondo è cambiato in modo radicale. Nessun altro, in quell’ufficio, ha detto a noi due stagisti: “Vi capisco, e mi dispiace“. E anche se questo non può cambiare le cose, anche se nel suo campo non potremmo essere d’aiuto, anche se quello che ci può dare è compagnia durante le pause, io le sono grata davvero. E le auguro di trovare la soddisfazione che cerca, quella che ha tirato fuori lasciandoci un po’ sorpresi, perché eravamo entrambi convinti che fosse pienamente felice. E a prescindere da tutto, da come andrà per me, da come andrà per lei, so che per i prossimi due mesi avrò qualcuno su cui poter contare.
Tieni duro Penny….poi sarai più attiva
Formati un tuo pensiero economico/politico. In silenzio con circospezione. Irrobustisciti e diventa forte. In attesa che la tua azione diventi necessaria.
Zipcospiratore
Con qualche collega ho avuto alcune delle conversazioni più importanti, non solo lavorative.
Quando ci si apre in modo sincero, è sempre un’esperienza importante!
È proprio vero!
A me spiace leggere che in ufficio ci si debba “annoiare”, perché significa che qualcosa non va.
Ovvio che il dialogo favorisca la crescita personale, ma non troppo quella lavorativa.
Mi domando come mai tutto ciò possa accadere, evidentemente o un esubero di personale, o un calo di lavoro non preventivato.
Guarda, questa è una domanda che ci facciamo tutti e tre, ma parlando anche con altre persone sembra quasi un “modus operandi”… Diciamo che preso atto della situazione, uno dei modi per gestirla senza farsi sopraffare è cercare di prendere ciò che di buono si può trovare ecco
Non ti leggo da parecchio, non conosco le evoluzioni, il contesto e non so nemmeno che lavoro fai. Spero di non essere completamente fuori tema… anyway, per scoprire il qualcosa di strano che dice il Kikka, probabilmente bisognerebbe conoscere le premesse che hanno portato questa azienda ad essere disponibile per fare gli stage. Generalmente dietro a queste cose ci sono sovvenzioni, sgravi e vantaggi per l’azienda. A nessuno interessa della formazione e della crescita del singolo. Osserva, impara, ruba e sii prudente nell’aprirti. Sul lavoro le persone diventano mostri a volte e temono il nuovo. Non tutti sono così, ma ci vuole tempo per conoscere l’umanità sincera nei luoghi di lavoro. Infine, non ti spaventare ci siamo passati tutti.
Sicuramente i vantaggi economici hanno un grande ruolo, e non lo nascondono nemmeno, così come noi ne siamo del tutto consapevoli. Non si versano i contributi, non si conteggiano nei costi le ore lavorate, e questo già è un bel risparmio. Grazie del commento 💚
Anch’io ti auguro tutte le soddisfazioni possibili.
Grazie mille!