Buon compleanno! Come stai?

Buon compleanno! Un messaggio che nella mia testa avevo già scritto da mesi. Un punto, o magari un capitolo bianco, fatto di un titolo e una pagina da voltare. L’occasione per chiederti come stai, e non come domanda di circostanza, perché in fondo vorrei saperlo davvero. Una giornata qualunque, almeno per me, riempita di poche cose ed un messaggio inviato al volo, perché ogni volta controllo il calendario col timore di aver sbagliato data. In quel messaggio rivedo uno strano rapporto, fatto di piccole attenzioni e un’istintiva gentilezza, senza aver mai condiviso più di qualche mezza giornata, senza mai esserci raccontate niente di noi, senza esserci probabilmente neanche strette la mano. E’ stata più una coincidenza che un’amicizia, ma in quella semplicità distaccata ho sempre trovato una bella persona, e mentirei se dicessi che avrei preferito non incontrarti mai. La verità è un po’ aspettavo questa giornata, perchè sapevo che un buon compleanno non mi sarebbe bastato, e che avrei raccolto il coraggio per chiederti come stia andando la vita. Egoista a pretendere di ritagliarmi del tempo in un giorno così speciale. Ma sarei stata disposta ad aspettare anche ventiquattr’ore, perché lo so che siamo ricordi, figure in due dimensioni che si parlano da una fotografia. Diritti esauriti in un ultimo saluto in strada, un abbraccio dal sapore di addio e nessuna promessa, soltanto una segreta speranza che un giorno ci si possa incontrare. Dopo quella serata, ci siamo scambiate soltanto degli auguri. Buon Natale, buon anno, buon compleanno, come se in quelle tappe convenzionali prevalesse la gentilezza, e quelle poche conversazioni, quei piccoli gesti, fossero sufficienti a giustificarci. Ma ormai sono finite le feste, e non so se ci sentiremo ancora. Resterà sempre il ricordo, sfumato da un nostalgico rimpianto, di un anno vissuto alle spalle fino agli ultimi metri, quando chissà per quale motivo ci siamo trovate a camminare assieme, magari a distanza di un passo, magari senza guardarci negli occhi, ma aspettandoci reciprocamente ai rispettivi traguardi. E’ andata così, e nei messaggi di auguri degli ultimi mesi non c’è altro che gratitudine e un sincero rispetto. Non lo so se un giorno svanirà, insieme al pensiero che i tuoi auguri in qualche modo siano diversi, e non so nemmeno se tra un anno mi ricorderò di scriverti, o tu ti ricorderai di scrivere a me, ma non importa. Gli anni passano, la vita scorre, come pellicola di un film che non si può riavvolgere, e tutto quello che abbiamo raccolto, tutto quello che non ci siamo dette, farà parte di un racconto troppo vecchio per essere pubblicato. Sarà semplicemente… nostro. E lo sarà per sempre.

Mi hai detto che inizierai a lavorare, restando nella tua città da pendolare. E sembrerà assurdo, ma adesso che so dove collocarti, in una cartina dove ho sparso tutte le mie amicizie, adesso che so dove potrei trovarti, se mai un giorno capitassi lì per caso, riesco anche ad augurarti tutto il meglio possibile, perchè sia il futuro che tutti ci meritiamo di costruire.

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