Cosa non darei per rivivere una di quelle giornate. Tuffarmi in quei sogni antichi e ritrovarmi in quel mondo che è sfumato, come pagine di un calendario buttate per ricordo in un cassetto. Cosa non darei per riviverlo, e sentire di nuovo quella sensazione di casa, di amicizia, di gruppo, di semplicità. Vorrei aprire gli occhi e ritrovarmi con uno zaino in spalla, tra le vie deserte della città di primo mattino, e l’aria pungente dell’inverno sotto il solito velo di nebbia. Vorrei sentirmi chiamare alle spalle, voltarmi e riconoscere gli suardi, perché pieni della stessa curiosità assonnata, della stessa muta felicità. Quanto darei per ripercorrere quelle strade, con una destinazione in mente, e i passi che mi guidano senza pensare. Raccogliere ancora quelle vecchie emozioni, come prime volte vissute all’infinito, delle piccole cose che componevano le nostre giornate. Dicevano di godercela, che sarebbero stati gli anni più belli della nostra vita, ma forse è impossibile rendersene conto del tutto. Così vorrei poter tornare indietro, e ripetermelo davanti allo specchio: vivitela! E scrivere i sentimenti celati su una lavagna vuota, immaginando che una lezione successiva mi insegni a svelarli, perché non si smette mai di imparare. Erano giornate apparentemente banali, a volte vuote, a volte più ricche che mai. E potessi tornare indietro per una notte, aprirei a caso l’album dei ricordi e mi butterei nella prima foto, consapevole che ritroverei gli stessi colori, e la sensazione di non essermene andata mai. Sarebbe facile innamorarsi ancora, allo stesso modo, con la medesima intensità, e risvegliarsi con il sapore addosso di una storia senza un finale. Sarebbe… Peccato che non si possa fare, che quei giorni passati siano ricordi indelebili e chiusi a chiave, quadri appesi a una parete che puoi soltanto guardare. E mentre l’orologio scorre, il desiderio si fa rugiada, e nelle minuscole gocce d’acqua posate tra le mani emerge il riflesso della nostalgia. Ciò che ci manca, forse ci mancherà sempre, ma in modo sempre più lieve. Perché la parete si riempirà di quadri a colori, giornate da vivere senza pensare più a niente, e il contorno sarà solamente una cornice, come un abbraccio invisibile di cui vestirsi, che racconterà ciò che siamo davvero.