Una Escape City in regalo

Sono quelle giornate un po’ al confine della mia quotidianità. Quelle gite della domenica che ti fanno sognare di restare lontano per settimane. Quei regali di compleanno che hanno un valore più alto del loro prezzo. Siamo stati a Verona, a giocare ad una Escape City, risolvendo indovinelli in giro per la città. Un viaggio in treno, poi il sole tiepido dell’autunno che ti scalda la faccia, e il profumo delle caldarroste in un angolo della piazza. Era il giorno della maratona, e a Verona sembrava esserci il mondo intero. E noi, pronti a filmare la nostra semplice avventura, ci siamo incamminate verso l’inizio del gioco. Alla cameriera del bar ho detto che ci mandava Sir William, il famoso Shakespeare della storia d’amore, e lei ci ha consegnato una busta con un sigillo rosso e una mappa al suo interno. Da quel momento abbiamo percorso i vicoli e le strade di Verona, con la voglia di risolvere gli enigmi senza un aiuto, e cercando con lo sguardo attento i monumenti da perlustrare. Non avevo mai visitato una citttà in quel modo. Non so nemmeno se si possa definire propriamente una visita. Ma mentre William raccontava la sua storia, tramite un chatbot lucido e spiritoso, io mi sono sentita come in una enorme stanza, circondata dagli amici che giocavano con me, e da quattro pareti che seguivano il corso del fiume. E’ stato bello, e non solo perché alla fine abbiamo risolto il mistero. E’ stato bello perché era un regalo, perché era stato fatto per me, perchè quelle persone avevano scelto di esserci, perché in fondo era una giornata perfetta, ed io dovevo solo godermela così. Poi l’atmosfera dei mercatini di Natale ha reso tutto più magico. Con quei colori, il luccichio degli addobbi, i profumi dei dolci serviti al banco, e la folla di gente che si aggirava tra le casette, scorrendo lo sguardo distrattamente tra i cappelli e le statuine. Ti viene quasi da sorridere, mentre ti intrufoli tra le file per cercare gli indizi sulle pareti, con una mappa d’altri tempi tra le mani, come un gruppo di amici capitato per caso da un’altra dimensione. Ma in un certo senso era così. Ci siamo buttati in un’esperienza nuova, diversa, e con la scusa di un gioco ben fatto abbiamo organizzato quella gita che ci promettevamo da mesi. Un regalo che andava oltre ogni singolo enigma, oltre la bellezza del panorama dal castello, oltre le foto davanti all’Arena di Verona, oltre un aperitivo al volo prima di salire sul treno. Un regalo il cui valore, forse, è proprio il tempo trascorso insieme, e quello nessuno lo può veramente comprare.

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