Tra le persone che il giorno della laurea mi hanno strappato un sorriso c’era anche lei. Laureanda lo stesso giorno, in lista prima di me. Una persona che in realtà conosco da pochi mesi, perché ci siamo sempre ignorate chiudendoci nei pregiudizi. Io ancora mi chiedo come sia possibile, ma penso di non essermi mai sbagliata così tanto in vita mia. E chi lo avrebbe mai detto che quel pomeriggio ci saremmo abbracciate, fatte un paio di foto insieme, e date appuntamento per festeggiare?
Non ho problemi ad ammetterlo, io l’ho giudicata male. Per me era quella maleducata, quella egocentrica, quella un po’ snob. Era quella che non mi salutava mai, quella che mi ignorava, quella che anche se ci provavo, chiudeva ogni conversazione con me. Era tutto ciò che in quei momenti non avrei voluto incontrare. Probabilmente non avevamo mai provato a capirci davvero, ad ascoltarci, o anche solo a stringerci la mano.
Ci siamo incontrate a metà settembre, con la prospettiva di condividere un’aula per l’ultimo anno di università, e ricordo perfettamente quando è entrata per la prima volta, si è seduta nella mia stessa fila, e ha ignorato i cartelli sui posti da lasciare vuoti per la pandemia. Ecco, ho spesso dato la colpa al contesto se non siamo riuscite a conoscerci prima. Ma la verità è che in quei mesi la distanza l’abbiamo costruita noi. Ci siamo rifugiate nei nostri caratteri opposti, fatte scudo con le diverse compagnie, e magari siamo anche state bene così, ignare l’una dell’altra, perché avevamo già le nostre gocce di felicità.
Io ci ho provato, in quei primi mesi, ma i nostri mondi continuavano a ruotare, e da dietro la mia timidezza non ho mai bussato insistentemente alla porta, pretendendo di farmi aprire. E’ nel suo carattere, non nel mio, farsi spazio tra la gente e prendere gli altri per mano. Non lo avevo capito allora, e forse non lo comprendo appieno nemmeno adesso, perché io sono quella che aspetta, che getta uno sguardo o un cenno di saluto, e che in fondo offre un silenzio da riempire.
Non dovrebbe essere un alibi, e a dirla tutta non so cosa sia cambiato da quei giorni. La mia timidezza non è svanita, la sua irruenza non è diminuita, ma verso maggio abbiamo iniziato a sorriderci, a salutarci, a fermarci insieme per un aperitivo dopo lezione, e ho scoperto così tutta un’altra persona. E’ bastato fare un passo deciso verso di lei, imparare a guardarci, e scegliere di rispettare ciò che ci rende diverse.
Da allora è come se in fondo qualcuno avesse riscritto la storia. Come se in quei primi giorni di settembre ci fossimo sedute accanto e avessimo iniziato a parlare. Difficile recuperare il tempo che abbiamo sprecato, ma istintivamente ci abbiamo provato, scrivendoci ogni tanto durante l’estate, offrendoci consigli su come scrivere la tesi, e cogliendo le occasioni per chiederci un “Come va?”.
E’ diventato quasi naturale, ed è strano, perché se penso a quanto poco bastasse per ritrovarci così… E invece abbiamo aspettato sei mesi, senza una vera e propria ragione, solo per scambiarci un saluto in quell’aula a gradoni. Poi è arrivato di nuovo settembre, e ho scoperto che sarebbe andata via. Un lavoro, una nuova città, un’altra distanza da colmare, e mi è dispiaciuto, perché non mi ero solo ricreduta, ma avevo trovato davvero una bella persona.
Poi il destino ha scelto di farci laureare insieme, lo stesso giorno di ottobre, e non avrei potuto chiedere compagnia migliore. Non le avevo chiesto nulla, ma è entrata per ascoltarmi, e al momento delle proclamazioni si è seduta dietro di me. Siamo scese davanti alla cattedra, prima lei, poi io, e quando sono tornata con il mio voto sulle spalle, ha allungato il braccio esultando più di me. E’ stata lei a chiedere di farci una foto insieme, e a venirci a salutare prima di andare via.
Non mi aspettavo che mi avrebbe invitata alla sua festa, in fondo abbiamo condiviso pochissime occasioni, e ammetto di essere stata in dubbio se invitarla alla mia. Alla fine il coraggio lo ha avuto per prima lei, e quella sera, a quel tavolo di amici più stretti di me, dopo una corsa dal ristorante a casa per cambiarmi, io sono stata felice di esserci.
Ma c’è stato un gesto che più di tutti mi ha fatto piacere. Sapere che sia stata lei a interessarsi al mio regalo, pur essendo stata invitata alla festa al volo e non riuscendo comunque a venire. Per me è questo che conta. Il fatto che ci abbia pensato. Il fatto che ci tenesse a partecipare. Poche persone lo avrebbero fatto, ed io l’ho apprezzato davvero.
Il giorno dopo l’ho ringraziata, e lei mi ha risposto: “Eiii Gioo figurati!!🥰 anzi mi dispiace non essere potuta venire🥲 spero ti sia divertita e sia andato tutto bene 💪🏻💪🏻😍“.
So che un paio di mesi sono pochi, e non posso pretendere di costruire un’amicizia con chi conosco a mala pena. So anche che è difficile abitare in due città diverse, e nonostante le promesse il tempo corre più veloce. Ma una persona di valore io non la vorrei perdere, e so che ci proverò sul serio, perché ci tengo, e perché è giusto così. Ma a prescindere da come andrà, e dalle strade che ci riserverà la vita, io sono già felice di poter conservare un bellissimo ricordo.
Ricredersi è stato un piacere e una fortuna.
Sei una bella personcina, sai, Penny? ❤
Wow ma grazie ❤
sentimenti puri. Cosa rara. ❤
Qualcosa dentro di te aveva già pianificato…..e si è manifestato 🌹
Chissà, magari sì 🥰
Non sappiamo ma è stato bello leggere di questa conoscenza
Doveva andare così.
A volte sembra proprio che certe storie siano già scritte
Io invece…
mi sono laureato lo stesso giorno di una mia “amica”, ci conoscevamo da anni e spesso – con la compagnia di amici e morosi – siamo usciti insieme.
Avevamo deciso di fare insieme anche il brindisi di laurea, anche perché molti amici erano in comune, ed anche per dividere le spese.
Ed invece lei pochi giorni prima “ha cambiato idea”, mettendomi in difficoltà, e mettendo in difficoltà gli amici, indecisi sul da farsi (che poi son venuti tutti da me…). Con lei non mi sono più sentito da quel giorno, di 29 anni fa.
Beh, da un opposto all’altro 😅 certo il comportamento non è stato corretto, fossi stata tra gli amici sarei venuta anch’io da te
Poteva dirmelo prima, no? Non dopo aver prenotato.
Che magnifico post, è davvero bello ricredersi sulle persone!
Grazie mille! Sì, è proprio una bella sensazione