A volte mi perdo a rileggere quello che io stessa ho scritto. Ritrovo nelle mie parole dei pezzi della mia storia, ed è come guardarsi allo specchio, scoprirsi per la prima volta, o riportare a galla quei ricordi dimenticati. Otto anni sono tanti. E mi sembra passato un secolo da quando ero solo una liceale, con la passione per la scrittura e il sogno di diventare giornalista. Quando mi manca l’ispirazione, scorro a caso tra i miei vecchi articoli e ne leggo alcuni. E quelle lettere mai spedite… Tanti mi hanno scritto di inviarle, ma io l’ho fatto soltanto due volte, con mia mamma e con un’amica, conservando i fogli stropicciati in un cassetto. A rileggermi rivivo quei momenti, quelle emozioni, come se potessi indossarle e sentirle allo stesso modo. Il tempo è passato, tante cose sono cambiate, tanti nomi sono sbiaditi nella memoria, eppure ogni tanto è bello guardarsi indietro, riavvolgere il nastro, e raccontare a sè stessi la propria storia. Mi rendo conto di quanto io abbia raccolto, di quanta ricchezza mi stia portando dietro. Per me non è scontato, e non me lo voglio dimenticare, non voglio perderlo dietro le distanze o in mezzo ai progetti di vita. Io ho scritto tantissimo, in questi otto anni, e tra le righe ritrovo gli amori, le amicizie, le prime esperienze, i ricordi di quelle giornate uniche, dei compleanni, delle gite di classe, delle foto di gruppo al liceo, e dei primi esami all’università. È come un album in bianco in nero, in cui le parole tracciano i nostri volti sullo sfondo bianco. È un rifugio bellissimo, che mi avvolge nel turbinio di aneddoti e racconti a lieto fine, di quelli che un giorno qualcuno vorrà ascoltare, ed io non vedrò l’ora di rivivere di nuovo.
Ogni tanto mi rileggo anch’io, per notare quanto sia riuscire a migliorare la mia comunicazione scritta nello stile di scrittura e nei contenuti.
E poi ovviamente, quando si torna indietro nel tempo, ritroviamo persone smarrite lungo la strada, ed emozioni che avevamo un po’ dimenticato.
È proprio così, un tuffo nel passato per capire meglio anche dove siamo oggi
Scrivi talmente bene che è un piacere
Ma grazie, davvero!
E’ bello perdersi in quello che abbiamo scritto, ma è anche doveroso. Ci serve a capire se ci stiamo “muovendo” oppure siamo sempre là, a scrivere intorno.
Esatto, e aiuta anche a capire dove siamo oggi e come ci siamo arrivati
È così.
ciao, anche io spesso mi rileggo, anche io fondai il blog tra i banchi di scuola anche se ci sto per tornare in un certo senso
a me piace leggere pezzi di frase sparsi qua e là, perché ogni articolo ha una direzione e vuole trasmettere qualcosa; è questo che mi piace di rileggermi^^
almeno io so cosa volevo dire. Non so gli altri
Anche chiederselo fa parte della rilettura, e addirittura a volte mi capita di ricordare a mala pena l’occasione in cui scrissi certi post. È davvero un’esperienza
Lo stesso è per me, che scrivo sul mio blog da oramai 15 anni. Peccato che alcuni racconti, in cui ho celato l’identità dei personaggi per rispetto alla loro privacy, non ricordo più a chi si riferiscano. Altri invece sono tremendamente attuali, e mi lascia un po’ l’amaro in bocca il fatto che non sia cambiato nulla, come se fossi vissuta invano. Altre volte penso che il mio blog, con tutto quello che ho scritto, sarà la vera eredità che lascerò a mia figlia, il luogo in cui ritroverà sua madre e, come un oracolo, troverà la mia risposta a tutto quello che vorrà chiedermi e non potrà.
Sai che spesso ci penso, quanto posso raccontare di me agli altri e a chi verrà dopo solo conservando tutto quello che ho scritto! È bello costruire così una lunga storia