Sapevo che in fondo era una possibilità, l’ho sempre saputo, da quando a giugno ci siamo salutate senza prometterci di rivederci mai. Ci ho sperato, perché da te l’ho sentito pronunciare, quel settembre che mi faceva tanto paura, e mi sono aggrappata a quelle illusioni di ritrovarti allo stesso posto, nella stessa casa, in quella via che ho percorso senza motivo solo per ricordarmi di te. Poi è arrivato quel messaggio, ed è stata come una doccia fredda, uno schiaffo che dal nulla mi ha fatta sussultare. Ho cercato un appiglio tra quelle parole, mi sono detta che magari hai trovato un’altra casa, magari hai cambiato coinquilina, magari… Avresti potuto evitare di nominare settembre, e forse sarebbe stato più facile.
Vedrò andare via tante persone. Anzi, alcune non le vedrò nemmeno tornare. Ma tra tutte, io contavo su di te, anche se amiche non lo siamo state mai, e anche se non ti ho nemmeno chiesto di farmelo sapere. Quella sera sono venuta per questo, perché sapevo che sarebbe potuta essere l’ultima occasione. Ma è diverso vederlo scritto nero su bianco, e rendersi conto che anche i ricordi finiranno per essere inscatolati, come foto in un cassetto da archiviare. E’ diverso accorgersi che le paure hanno avuto ragione, e le attese non erano che un sogno troppo folle per essere realizzato.
Alla fine resteranno in pochi, e questi due anni saranno solo una breve parentesi, durata troppo poco e volata via come una bolla di sapone. Ma non posso dimenticare quello che per pochi mesi ha significato per me. Non posso lasciarlo andare così, e restare impassibile davanti a un messaggio non tuo, che mi fa solo capire che in quella casa non tornerai mai. Vorrei chiedertelo, per zittire quelle voci ingenue nella mia testa, e rivivere per l’ultima volta quell’ultima serata con te. Vorrei mettere un punto ad un racconto che ho vissuto in disparte, da un posto in aula che non ho mai lasciato, aspettando di vederti entrare e lasciandoti andare via. E’ ciò che mi resta tra le mani, come un puzzle da ricostruire, ma la voglia di inscatolarlo e buttarlo via.
Ho vissuto l’estate con il timore che settembre arrivasse e cancellasse le mie illusioni dalla lavagna. Ho sempre odiato quel mese, perché mi ha tolto tante persone, una dopo l’altra, scagliate lontano ad inseguire le opportunità. E lo so che dovrei essere felice per loro, lo so che dovrei essere felice per te, ma non ci riesco. Se potessi convincerti a restare, ricordarti che in fondo ci credevi anche tu, quando dicesti che tanto ci saremmo riviste a settembre… ma a pochi giorni da quel mese meschino mi ritrovo a pensarci, a ripercorrere una serata di poche parole, un saluto prima del treno di ritorno, e mi pento di non averti detto nemmeno grazie, soltanto un ciao.
Vorrei chiederti dove andrai, e se mai ci rivedremo in questa strana città in cui vivo. Vorrei chiederti perché tu l’abbia lasciata così. Vorrei dirti talmente tante cose che non basterebbe un messaggio, ma non posso pretendere niente da te. A volte vorrei solo non averti mai conosciuta. Sarebbe stato più semplice chiudere questo capitolo, senza il peso di quelle occasioni mancate, senza il rimpianto di quelle parole mai confessate. Un po’ ti detesto, per questo, perché davanti ad un foglio bianco non faccio altro che pensare a te, pur sapendo che ti dovrei solo dimenticare.
La vita è così, ti dà e ti toglie nel giro di poco, e forse alcune storie sono destinate a rimanere così, pagine incomplete scritte guardando un panorama, assaporandone il profumo senza muovere un passo da lì. Forse doveva andare così dal principio, da quando a settembre sei arrivata, e l’orologio già contava i minuti di un anno che sarebbe volato via. Pensiamo sempre di avere tempo, nuove occasioni, seconde possibilità, ma a volte non funziona, e non basta sperarci, convincersi che le cose siano diverse, perché non dipende soltanto da noi.
Non mi aspettavo di incontrarti, e non pensavo che in un anno avrei provato questo per te. Non era nei miei piani, non l’ho chiesto, non l’ho voluto, ma è successo, e cavolo se adesso lo hai reso difficile… Ma che posso fare? Solo accettare che le cose cambiano, e non sempre come vorremmo noi. “Credo che dobbiamo portarci a casa i momenti vissuti“, mi ha detto un’amica. Lo farò, lo giuro. Ma scusami se ora vorrei solo metterli in cassaforte e scordarmi dove sia la chiave.
nella vita i distacchi fanno parte del cammino, spesso la vita c’impone delle scelte, e non sempre ciò che vorremmo si realizzasse poi accade veramente, anch’io in gioventù ho perso molte amicizie, gente che poi si è sposata, è andata per la sua vita, molti hanno cambiato anche città, insomma la vita è una continua evoluzione, dobbiamo essere pronti a questi distacchi…😉👍👍🤗🤗
Eh hai ragione, ma da un lato penso che non saremo mai pronti del tutto, forse è diverso quando si raggiunge una certa stabilità, si mette su famiglia.. Ma prima si ha sempre l’idea, o la speranza, che le persone restino per sempre