G-I-R-L

Senza volerlo, abbiamo chiamato il gruppo con le nostre iniziali. Da novembre resteremo soltanto in due, ed io non riesco ancora a immaginare questa città senza di voi. Ci conosciamo da due anni, e potrà sembrare poco, una briciola rispetto al tempo che abbiamo già vissuto, ma a me è bastato per affezionarmi, e per finire a guardare le nostre foto con nostalgia. Lo so da un po’, ma soltanto adesso mi rendo conto di quanto mi mancherete. Avete scelto il meglio per voi, e la mia parte razionale mi intima di essere felice, perchè tutte stiamo costruendo il nostro futuro, perchè è giusto così, perchè fa parte della vita. È solo che… Ho paura. Sì, lo ammetto, ho una paura fottuta di perdervi. Siete state un punto di riferimento, un rifugio, un piccolo mondo nell’universo dell’università. Ci siamo incontrate nel 2020, nell’anno del distanziamento, quando sembrava impossibile anche solo stringersi la mano. Ma noi siamo andate oltre, abbiamo scavalcato quei muri, e in un’aula mezza vuota abbiamo iniziato a parlare. Nemmeno me lo ricordo quando ci siamo presentate. Forse, per assurdo, non lo abbiamo mai fatto. Ed io che non pensavo avrei più fatto amicizia così, mi ritrovo a lasciare andare anche voi. L’anno scorso è stato Torino, quest’anno saranno Genova e Roma. Ci siamo promesse di venirci a trovare, ma lo so che non è lo stesso, che il tempo è sempre troppo poco, che un treno costa e va pagato, e che alla fine ci si scrive, sì, ma un abbraccio non arriva mai. Non sono fatta per le distanze, non mi basta una telefonata, ho bisogno del contatto fisico, di guardarci in faccia, di stringerci senza volerci lasciare mai. Non riesco a guardare una persona a cui tengo andare via, figuriamoci due in pochi mesi. Mi mancano già le nostre risate, gli sguardi furtivi a lezione, i messaggi scemi, le battaglie di sticker su WhatsApp, le pause caffè al secondo piano, i lavori di gruppo da consegnare, le uscite insieme, e quei progetti che chissà se realizzeremo mai. È stato così facile conoscervi, imparare a stare insieme, e arrivare a chiedermi se sia davvero possibile sentirsi così. Come se in fondo fossimo amiche da una vita. In un momento in cui tutto era buio, complesso, schiacciato da una pandemia, l’amicizia ci ha ricordato quanto sia bello sorridere, e perchè no, anche piangere dal ridere, per una battuta sussurrata all’orecchio, nascondendo la faccia davanti al professore. Momenti bellissimi, che tengo stretti al petto con il terrore di perderli, dimenticarli, o farli per sbaglio cadere. Vorrei che fosse più facile credere che in fondo non cambierà niente. Ma ho un’amica a Torino, e so cosa vuol dire cambiare città, abbracciarsi per l’ultima volta e scoppiare in lacrime, lo so e non sono pronta a lasciarvi andare. Eppure di tutto il corso il laurea, forse la vera eccezione sono io che ho scelto di rimanere. Sembra facile, una fortuna, ma guardo i treni in partenza e so che a settembre questa città sarà diversa, perché ognuno cercherà la propria strada, e non saremo più noi in piazza Scaravilli a lamentarci degli esami, o al pub dopo lezione per bere insieme uno spritz. Dicevano che gli anni universitari sarebbero stati i più belli, e allora forse devo dirvi grazie, perchè è anche merito vostro se oggi posso confermarlo con il magone. Abbiamo condiviso un viaggio lungo due anni, e nella semplicità della nostra amicizia mi avete insegnato che ogni singolo istante ha un valore prezioso. Quindi sì, sono ricca, ricchissima, e lo devo principalmente a voi. Spero di essere riuscita a farvi capire quanto siete state importanti, e quanto io ci tenga davvero a quello che abbiamo costruito. Vi chiedo scusa se non sono stata sempre facile, un libro aperto, o una lavagna scritta in grande per essere letta da lontano. Vi auguro il meglio, perché è quello che meritate, perchè è ciò che pensa un’amica, e perché so che non è facile scegliere di andare via. Se avessi potuto offrirvi qui la stessa occasione, probabilmente ci avrei provato. Ma è giusto che sia andata così. Mi mancherete da morire, ragazze. Vi voglio bene. E non sarebbe stato lo stesso se in quei giorni del 2020 io non vi avessi conosciute. Grazie ancora di tutto.

12 pensieri su “G-I-R-L

  1. Sei stata fortunata (ma questo già lo sai) ad aver trovato delle amiche così. Io ho tre amici che vivono in altre città, ci sentiamo solo al telefono e via messaggio, ma ogni volta che ci vediamo (di rado perché la vita è come la descrivi e non è facile incastrarsi) è come se ci fossimo visti il giorno prima. Ti farai altri amici lungo la strada, ma ti auguro che loro restino sempre, in un modo o in un altro. 🌹
    PS: vivi anche le lacrime, sono il segno dell’amore che provi per gli altri. ♥️

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