Da quando sono tornata a casa, ogni giorno verso sera piove. Un tempo che affligge noi metereopatici più del dovuto. Ma si sa, dopo Ferragosto inizia la discesa, la corsa irrefrenabile verso settembre, e mai come quest’anno vorrei poter tirare il freno a meno. Sarà un settembre diverso, e un po’ mi fa paura. Non tornerò in aula, non dovrò comprare i libri nuovi, non rivedrò tutti i compagni, non incontrerò i professori. A settembre, probabilmente, sarò in biblioteca a scrivere la tesi. Una cosa bella, un traguardo importante, ma non riesco ancora a scacciare questa dannata malinconia. Sarà che il tempo mi sembra volato, e questi anni universitari sono durati il tempo di un sogno stupendo. Quest’estate me la sono goduta, ho fatto le vacanze che volevo, ho recuperato il tempo perso con le amiche, ho passato un paio di domeniche al mare con la famiglia, e a conti fatti si potrebbe dire che sia stato quasi perfetto. È vero. Ma è proprio questo che mi fa guardare il calendario con il desiderio di tornare a giugno e ricominciare da capo. So che a settembre inizierà un nuovo capitolo, e sarà tutta una festa, una celebrazione, un abbraccio collettivo, ma ho sempre trovato difficile voltare pagina, e questa volta non è diverso. Sono fiera di me, sarei bugiarda a negarlo, e sono anche felice. Semplicemente sento le vertigini prima di salire sulla scala. È umano, credo. Chi non hai mai avuto un po’ paura di crescere? Quelle paure da cui non si può nemmeno scappare, perchè il tempo non è un oggetto, un qualcosa che si può controllare, e allora non c’è scelta, bisogna continuare a camminare. Così è la vita. Da sempre. E pensare che di anni ne avrò ancora ventitré…