Il Meridione è ciò che più ci divide

Si può essere amiche senza condividere gli stessi ideali? Senza riuscire ad affrontare certi argomenti insieme? È un dubbio che mi tormenta, perché io ci provo, e ci tengo, ma a volte non ci riesco. La sua immagine del sud Italia non corrisponde alla mia. Le sue idee di integrazione non sono come le mie. Non posso ignorare il fatto di avere amiche terrone, che si autodefiniscono tali perché sono le prime a scherzarci sopra. E conoscono i limiti delle proprie regioni, tutto quello che non funziona, tutto quello che andrebbe cambiato. Ma io vedo in loro tutto il bello del sud Italia, la loro accoglienza, il loro farti sentire a casa, la loro buona cucina, i luoghi meravigliosi che portano nel cuore. Non lo si può negare. Anche se la sanità fa schifo e i trasporti non ci sono. Anche se alcuni quartieri sono sporchi e trascurati. Anche se la perfezione è ancora molto lontana.

Ma mi ferisce sentirla parlare così. Perchè non è vero che sono tutti fannulloni, ladri e truffatori. Non è vero che sono tutti disonesti e senza voglia di lavorare. Io sono idealista, e faccio fatica a passarci sopra, a farmi scivolare addosso quegli insulti che non sono neanche rivolti a me. Ma è qualcosa su cui probabilmente non saremo d’accordo mai. Io la lascio parlare, mi chiudo nel mio silenzio, perché ribattere so che non serve, e non potrei mai farle cambiare idea. Porto la mia esperienza, le città che ho visto, le persone che ho conosciuto, come cartoline da mostrare di quegli scorci dimenticati. Lo faccio sperando che un po’ ci rifletta, o che un giorno possa dargli una seconda opportunità. Lo so che i difetti ci sono, ma quando trovi un sorriso, la voglia di accoglierti, l’impegno a farti stare bene, un po’ passano in secondo piano, e non puoi accorgertene senza toccarlo con mano.

Mi raccomando, a Napoli non portate gioielli, ‘che poi ve li rubano.

Sarei partita di lì a poco, e quella frase mi è rimasta impressa. Perchè è un luogo comune, un cliché da serie televisiva, e perché in fondo ti possono derubare ovunque, a Napoli come a Milano, a Londra come a Madrid. Una diceria che da anni passa di bocca in bocca, alimentando il timore per una città che ha tanto altro da offrire. Io sono stata zitta, convinta che la mia esperienza sarebbe bastata a convincerla, o per lo meno a smussare le sue credenze così negative. Sono stata zitta per pigrizia, per convenienza, e magari anche un po’ perché ho pensato non ne valesse la pena. Sono idealista, è vero, ma non mi piace discutere, piuttosto prendo i miei principi e li proteggo tra pe braccia, perché nessuno possa far loro del male. Però una cosa l’ho pensata: che sono stata fortunata. Fortunata a crescere in una famiglia aperta, che mi ha fatto scoprire il sud Italia in tutte le sue contraddizioni, e che mi ha insegnato il rispetto, la curiosità, e la bellezza di viaggiare.

Allora, com’è andata a Napoli? Non vi hanno derubate?

È il modo peggiore per iniziare una conversazione con me. Sono tornata da Napoli con un ricordo splendido, con la voglia di raccontarlo, con l’entusiasmo di una bambina che avrebbe voluto portarti con sè. Avrei preferito che non me lo avesse chiesto, non così, non con quel tono, e con quel pregiudizio buttato nella domanda, come se la mia risposta non le importasse davvero. Forse avrei preferito non parlargliene mai. Mi ero illusa che mi avrebbe ascoltata, che sarebbe bastata la mia esperienza, il mio racconto felice, ma si può iniziare a descrivere un viaggio dicendo che no, non mi hanno mai derubata? Io non sono così. Sono anni luce dall’essere così. E per quanto io ci provi, per quante occasioni le dia, per quanta speranza conservi, ogni volta faccio fatica. Perchè è come se mi sforzassi invano, come se corressi a perdifiato contro un muro. Lo so che non è tutto, e che non si possono cambiare le persone, ma se solo venissi ascoltata, se solo potessi provarci sul serio, per me sarebbe già tutto diverso.

Com’era la casa? Non era una truffa?

No, non lo era. Era una bella casa, ristrutturata da poco, fornita di tutto, compreso il barattolo del caffè. Il proprietario è stato gentile, disponibile, sempre reperibile, ci ha portato su le valige, ci ha dato indicazioni su dove mangiare, e al termine della settimana ci ha ringraziate per aver lasciato la casa pulita. Avrei voluto risponderle così, ma non mi ha lasciata parlare. Ho detto solo: no, non era una truffa. E non ho potuto continuare.

Strano, saranno state fortunate.

Non so cosa mi abbia infastidito di più, se il commento, la risata, o il fatto che le mie parole siano cadute a terra, senza che nessuno fosse lì per raccoglierle. La verità è che avrei potuto riprovarci, spiegarle che la casa era tutto il contrario di una truffa, ma mi era passata la voglia. Una parte di me sapeva che tanto non sarebbe servito, e probabilmente non mi avrebbe nemmeno creduto. Davanti a chi non era disposta ad ascoltare, io mi sono arresa, e il mio bel racconto l’ho rimesso in tasca, al riparo da quei giudizi gratuiti che non si meritava.

Solo che mi dispiace. Non vorrei che cambiasse idea perché glielo dice qualcuno, vorrei soltanto che per una volta facesse un tentativo. E vorrei non dover nascondere le mie esperienze, pesare ogni volta le parole, per evitare quelle frecce che scattano quando si nomina il meridione. Lo so che in un’amicizia c’è anche altro, e vorrei riuscire a fregarmene, a farmi passare le frecce sopra le spalle, ma faccio fatica. E finisco a chiedermi fino a che punto ne valga davvero la pena.

30 pensieri su “Il Meridione è ciò che più ci divide

  1. ehi mia cara Amica, condivido il tuo pensiero. Da Salentino ti posso dimostrare che tutto non è ora ciò che luccica… ci sono molte cose che non funzionano nella mia terra ma la amo anche per questo, per i suoi difetti… quelli sono dei luoghi comuni, un vizio che hanno gli altri di noi e che noi stessi Italiani abbiamo del nostro paese e questo mi fa davvero male, solo a pensarci…

    • Ma poi chi ci vive è spesso il primo ad essere consapevole dei difetti della propria terra, eppure c’è anche tanto di positivo, come hai detto tu. I giudizi per partito preso sono una delle cose che più danneggia il nostro paese, perché viene meno anche la volontà di conoscerlo

  2. Le persone che criticano e si lamentano succhiano via tante energie a chi le ascolta e nel tuo post si sente tanto ed è un peccato, perché invece meriti di poter urlare il tuo entusiasmo, mostrare la tua visione del mondo. E’ impossibile mettere d’accordo tutti, però un conto è pensarla diversamente e rispettare le reciproche visioni, un’altra è denigrare la tua esperienza alludendo alla fortuna, questa non è amicizia per me… Un abbraccio Penny

  3. Ciao Ehipenny. Grazie per questo post. Molto toccante. Nei miei anni a Torino, le parole più brutte contro il Sud le ho sempre sentite, per esperienza personale, da meridionali (chiariamo non tutti i meridionali a Torino parlano male del Sud.. ce ne sono molti che hanno nostalgia ed affetto). Il Sud ha tanti problemi, ma il continuo denigrare di certo non aiuta.

    • Grazie a te per il tuo commento e la tua esperienza. Da una parte penso sia anche diverso sentire certe parole da chi il meridione lo conosce perché ci é nato, e chi invece parla per partito preso.. posto che in ogni caso dovrebbero essere critiche costruttive e non cattiverie

      • Ehipenny.. facciamo che la censura arriva dal fatto che ancora non ho fatto un giorno di ferie nè bagno a mare.. pure a Ferragosto ho lavorato e i pazienti chiamano pure all’una di notte (e loro sono in vacanza da 2 mesi).
        Passo🤣

  4. Sai, credo che vi siano due tipi di atteggiamenti e a seconda di chi li ha e di come li manifesti cambia tutto. Uno è quello goliardico. A me che sono del centro che poi è sempre sud(🤷) questo non da fastidio. E anche gente non del Sud lo ha verso il nord. Ogni volta che vado a Milano o Torino c’è sempre sta cosa della nebbia o del mangiare o del freddo che sono solo luoghi comuni su cui ci si può anche scherzare! Poi invece c’è l’atteggiamento palesemente malevolo ed ottuso e li meglio lasciar perdere. Invece se sono io che devo parlare della mia terra cerco di essere obiettivo e se la critico(e spesso lo faccio) è solo per amore e perché mi piacerebbe vederla migliorata ma, per contro mi dà fastidio chi nega i problemi e riduce tutto a ma noi abbiamo il sole, il cibo ecc ecc come se ciò bastasse. Insomma, dipende sempre dal tipo di interlocutore con cui ci rapportiamo.

    • Certo, hai assolutamente ragione! È anche umano scherzarci sopra, lo facciamo tutti, e non è neanche limitato all’Italia (quante volte diciamo che a Londra piove sempre?). In questo caso purtroppo la goliardia non l’ho trovata, solo una chiusura a qualunque opinione diversa dalla sua, ed è stato questo ad innervosirmi

      • Si, così credo sia difficile trovare un punto di incontro. Poi boh, magari lei ha avuto esperienze personali che l’hanno segnata a tal punto da impedirle di essere oggettiva. Chissà. Porta pazienza!

  5. Le mie origini sono meridionali anche se sono cresciuto al nord, ma tutta la mia parentela è meridionale. Personalmente quando vado giù faccio fatica a sopportare l’andazzo che c’è, mentre dolce consorte che è del nord si trova benissimo e le viene anche l’accento meridionale.

  6. Ciao, condivido in tutto e per tutto quello che hai detto, perchè anche queste sono discriminazioni belle e buone, che purtroppo in alcune realtà sono ancora diffuse. Io, ad esempio, vivo in un paesino piccolo del Nord (ma conto di trasferirmi a breve in una città più grande, visto che soldi da parte ne ho messi e visto che sono stanca della gente ignorante) ed anche lì pensano che quelli del Sud sono ladri, puzzolenti e fannulloni (cosa su cui sono in totale disaccordo, visto che la maggior parte delle mie frequentazioni erano del Sud e che anche le mie due cantanti preferite sono calabresi).

  7. Ho riletto il tuo post. Posso dirti che la tua gioia di descrivere una bella vacanza al Sud a me è arrivata. Sei una persona aperta e curiosa. Hai voglia di cercare e sperimentare. Il mondo, non solo il Sud Italia ti darà tanto in cambio, dato che guardi il mondo con gli occhi della curiosità e della comprensione.

  8. Perdona la franchezza, ma il problema non è il pensarla in maniera diversa, il problema è la stupidità, a me personalmente è questo quello che darebbe fastidio e impedirebbe l’amicizia. Una persona che ritiene che esistano categorie di persone tutte uguali fatte con lo stampino come i biscotti del mulino bianco non merita la mia amicizia: indubbiamente esistono questioni culturali, questo è innegabile, ma succede che in una famiglia di onesti esca un figlio ladro e viceversa, che in un quartiere fascista abiti gente di sinistra e viceversa, etc. etc. etc.: il “tutti uguali” a me manda il sangue alla testa, il pensare di sapere che uno è ladro o onesto a seconda del luogo di provenienza non indica un pensiero diverso, indica solo un’inaccettabile chiusura mentale.

    • Ma hai perfettamente ragione, ed è proprio quella chiusura che mi scatena il, diciamo così, fastidio. Purtroppo provo ad arginarla per farla aprire, ma non ho ancora ottenuto grandi risultati..

    • mi trovo particolarmente allineato a questo pensiero… c’è un ideale di base che è troppo importante per essere ignorato e troppo distante dalla mia visione del mondo per permettermi di fare finta di nulla e di considerare una persona così un mio amico/a… posso uscirci una volta ogni tanto se non ho altro di meglio da fare e mi va, ma dubiterei di riuscire a considerarlo/a un amicizia…. e anche sul fargli cambiare idea sono piuttosto restio nel senso che si correrebbe il rischio di dedicare un sacco di tempo ad una causa persa.. dovrebbe esserci tanto passato dietro per motivare un dispendio di energie del genere… poi ovviamente questo è solo un punto di vista.. 🙂

      • Lo so, ma diciamo che per carattere e perché conosco alcuni retroscena, non voglio chiudere la porta a chiave. Nonostante tutto c’è tanto altro, e a questo altro do un valore, ma capisco che dipenda dalla persona e da tanti altri fattori

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