Napule è mille culure
Napule è mille paure
Napule è a voce de’ criature
Che saglie chianu chianu
E tu sai ca’ non si sulo
Pino Daniele
Mille città in una sola. Si può descrivere così? Napoli è un labirinto di scorci, palazzi e vedute, uno scrigno di colori e pezzi di storia, una linea tra cielo e mare che si perde nell’orizzonte. Napoli è unica, per i suoi edifici e la sua gente, per quel suo carattere allegro, e quell’aria di mare che si mescola ai forni lungo le strade. Appena arrivi in stazione, ti travolge lo stridio dei clacson e il vociare delle persone, come se qualcuno avesse alzato il volume, o tu avessi aperto una porta invisibile sulla realtà. Poi ti addentri tra i vicoli del mercato, scavalchi i vecchi cartoni buttati a terra, alzi lo sguardo e scorgi logore facciate, e ti domandi cos’abbia poi da offrire ‘sta città che amano tutti. Ma Napoli devi scoprirla, viverla, assaporarla pezzo dopo pezzo, strada dopo strada, panorama dopo panorama. Avvolto da un caos quasi caratteristico, il centro storico è un intricato percorso di viottoli e piazzette, dove i motorini sfrecciano a zig zag e i tavolini invadono la carreggiata. Via dei Tribunali, Via dei Librai, la famosa strada di San Gregorio Armeno, la sensazione è quella di entrare in un piccolo mondo, quasi fosse in miniatura, appartenente a un’epoca che abbiamo dimenticato. Negozietti, osterie, piccole botteghe, banchetti di sfogliatelle e babà, spritz a due euro e pizze in esposizione, ad ogni ora del giorno la vita pervade il lastricato sconnesso, e si lascia attraversare anche da chi cammina e basta, senza una meta, solo per potersi presentare. Poi si apre la cittadella, su una Piazza del Plebiscito che abbraccia il Palazzo Reale, e brilla sotto il sole d’agosto con il suo candore. Dietro di lei troneggia il Maschio Angioino, imponente guardiano della città affacciato sul mare. È qui che Napoli cambia faccia, e indossa le vesti di un’antica città portuale. La storia diventa protagonista, e conduce lo sguardo fino a Castel dell’Ovo, un fratello, sempre a ridosso del mare. Rimane il vivace subbuglio di gente, i turisti che si mescolano a quel dialetto inconfondibile, mentre insieme aspettano il turno per bere un caffè. I panni stesi lasciano il posto a qualche fioriera, e le facciate si tingono di un colore vivo, come chi indossa il più miglior vestito per fare una bella impressione. Lasciandosi alle spalle le antiche fortezze, si apre un canale di silenzio e contemplazione. È il lungomare di via Caracciolo, un tratto ricurvo di costa, accompagnato da una catena di palazzi da cartolina, alberghi sfarzosi ed eleganti uffici. Il mare accarezza le rocce e disperde la confusione, con la sua risacca regolare, come un canto perpetuo che non vuole ascoltare. Voltando la testa si apre la costa come un dipinto in tre dimensioni, e i colori pastello di Mergellina campeggiano sul mare cobalto, mentre il Vesuvio si staglia all’orizzonte, schiarito dalla foschia. Napoli, qui, non è che un quadro dormiente, un’istantanea di una città vista da lontano, che nasconde tra le tasche i bigliettini d’amore. Poi c’è Posillipo, con le sue ville e i lidi sul mare, c’è il Vomero, con la sua vista spettacolare, c’è Capodimonte, con il museo nazionale. Ma la gente… è quella che ti fa innamorare. Perchè Napoli ti accoglie, ti sorride, ti fa un cenno a indicare la via. Non nasconde i propri difetti, ma li inserisce in un’opera astratta, contornati da un popolo gioviale, che non risparmia un saluto o un sorriso sincero, e che si fermerebbe per ore a parlare con te. Ci si dà del tu, si scherza col cameriere, ci si ferma col gestore del pub, ci si aiuta a salire su una scogliera, e tutto diventa naturale, come se ovunque la gente fosse disposta a vederti davvero. Per chi viene da fuori è strano, perchè nessuno è abituato a quelle spontanee attenzioni. Napoli, la città delle contraddizioni, quella in cui fatichi ad attraversare la strada perchè non si ferma nessuno, ma quando torni a casa il portiere ti aspetta per ascoltare il racconto della giornata. Ma Napoli è speciale anche per questo. Perchè non la capisci, ma non vuoi nemmeno farti domande. La vivi e basta, tra un monumento e una pizzeria, una viuzza e una porta antica, ti fai spazio tra la folla poi svolti in un vicolo, ascolti le campane poi i fuochi d’artificio, in un susseguirsi di contrasti, che completano un puzzle di cento pezzi con cento diversi colori. Napoli, una città che ti entra nel cuore, che non sa essere mai uguale, e che già dopo pochi giorni fai fatica a lasciare. Alla stazione ci si volta un po’ tutti, verso quel viale assolato, con la nostalgia in tasca e la promessa di ritornare.

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hai dipinto proprio bene questa città che ancora non ho fotografato, in realtà volevo fare le sue isole in questi giorni, ma con questo caldo meglio aspettare tempi migliori, anche per il caos di questi giorni..
Buon Ferragosto..
Grazie mille! Io ho avuto modo di passare anche nelle isole, ad Ischia ho anche soggiornato, mentre a Procida ci sono capitata venerdì. Meritano tutte, consiglio di dedicare più tempo a Ischia per la sua grandezza, ma non a caso è stata definita uno dei luoghi più belli del mondo
non so ancora quando le farò ma prima o poi andrò anche in quelle isole, hai visto anche Capri? In futuro volevo vedere anche quella..
Un caro abbraccio, ancora buon Ferragosto 🤗👍😊😉
Sì, in giornata, molto carina e più “ricca” delle altre due, è stata forse quella che ho apprezzato meno per gusto mio 🙂
Dimenticavo, buon ferragosto!
❤ ❤ ❤