A distanza

Vorrei dire che la distanza non cambia le cose, ma il tempo che passa allontana il ricordo di quei giorni assieme, come un vecchio tatuaggio che perde colore. Mi ero abituata a vederti, a pensare di incontrarti per caso, a sperare che un giorno qualcuno avrebbe proposto di uscire, ed io avrei trovato il coraggio di venire per te. Oggi ci divide il mare e il tempismo sbagliato, e lo so che tornerai, che devi tornare per forza, ma per quanto l’estate passi in un lampo, settembre sarà diverso. Non so che fine faremo, se la stessa città farà da sfondo alle nostre vite, se chiuderai per sempre la valigia o prenderai un altro treno. Non lo posso sapere. Ho solo provato a conoscerti, sul finire di una corsa, con il coraggio delle ultime occasioni, e non ti ho lasciato che un saluto distratto, un ricordo bizzarro, uno sguardo insicuro che guardava altrove. Nella distanza si perde anche l’imbarazzo, come in quei primi giorni di settembre, in cui parlarti era più facile, ma non c’è stata l’occasione. Chilometri che ingoiano i dubbi e le paure, sullo sfondo di una spiaggia e una piscina, perché anche a distanza io non smetto di ricordarmi di te.

4 pensieri su “A distanza

  1. Anche questa volta il Tuo pensiero non lascia indifferenti. Anzi.
    La forza delle Tue parole portano a riflettere come ma soprattutto nel comprendere l’istante di un vuoto e di un desiderio. Questa sensazione interiore di una divisione sembra non trovare soluzioni. Fai emergere un’attesa che potrà espandere confini fino adesso tagliati. Questa valigia racchiude un qualcosa che spinge oltre dove il Tuo sguardo che fa vibrare ogni sensazione. La distanza, la lontananza di un qualcosa verso cui tendere altro non è che un desiderio. Sembra quasi che esprimere un desiderio a voce alta sia proibito. Chiudiamo gli occhi, lo immaginiamo lo modelliamo e poi spegniamo ogni sua possibilità. Questo è esattamente ciò che accade con il desiderio. Questo Tuo desiderio lo custodisci e guardi lontano… se già pensi al treno che porterà a dividere. Lo cerchi tanto dentro di te nel complesso del suo valore. L’esperienza del desiderio rimane sempre un evento – effetto personale, perché è in noi, lo sentiamo ma nello stesso frangente nessuno sarà mai proprietario del suo desiderio in quanto è rivolto sempre verso qualcosa al di fuori di noi stesso. Desideriamo, ma non sappiamo il perché qualcosa sfugge in sé stessi. Tutto ciò è mancanza di una presenza. Sono convinto che nei Tuoi scritti nel momento in cui affronti questo passaggio, il desiderio non riguarda la relazione tra qualcuno e qualcosa, ma è uno scambio tra due soggetti. Ci rendiamo consci quando questa esperienza viene meno, quando non ci sentiamo desiderati. Quando non sente la nostra mancanza, quando veniamo a sapere che la sua vita prosegue anche senza di noi, quando avverte che non c’è più posto per noi nella sua quotidianità, ed ecco la sofferenza perché il nostro esserci ed il desiderio che ne segue non trova dove soffermarsi. Si giunge ahimè a determinare la ferita dell’insignificanza, del non avere valore per l’altro.
    Con rinnovata considerazione Vincenzo F.

    • Sembra quasi che esprimere un desiderio a voce alta sia probito”, questa frase così come tutto il commento mi hanno davvero colpita, sembrava di vedersi a uno specchio, non so se tu abbia questa innata capacità di leggere tra le righe, ma è davvero un dono. Purtroppo sto lavorando sul tendere quel desiderio, in generale i miei desideri, qualcosa di più. Per carattere e per insicurezza ho iniziato a provarci tardi, e ancora la paura ogni tanto mi blocca. Perdonami per il ritardo con cui ti rispondo, ma mi prendo sempre un po’ di tempo per leggere bene ciò che scrivi

  2. “Sembra quasi che esprimere un desiderio a voce alta sia probito”, questa frase così come tutto il commento mi hanno davvero colpita, sembrava di vedersi a uno specchio, non so se tu abbia questa innata capacità di leggere tra le righe, ma è davvero un dono. Purtroppo sto lavorando sul tendere quel desiderio, in generale i miei desideri, qualcosa di più. Per carattere e per insicurezza ho iniziato a provarci tardi, e ancora la paura ogni tanto mi blocca. Perdonami per il ritardo con cui ti rispondo, ma mi prendo sempre un po’ di tempo per leggere bene ciò che scrivi

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