Oggi questo piccolo spazio compie otto anni. Che viaggio incredibile. Chissà quante parole ho scritto, quante immagini bo pubblicato, quanti argomenti ho affrontato, e quanti altri blogger ho conosciuto, dietro un commento o una poesia, senza il bisogno di chiedere il loro nome. Qui non conta, perché ognuno è prima di tutto ciò che scrive. I propri pensieri. Le proprie emozioni. Le proprie storie.
Ricordo i primi tempi, quando ero nuova e inesperta, una ragazzina di sedici anni nell’universo dei blog. All’epoca circolavano quelle catene di Sant’Antonio, in cui dovevi rispondere alle domande e nominare altre persone perché facessero lo stesso. Non ne vedo più da tempo, sarà che è tutto un po’ cambiato, ma ammetto che un po’ mi mancano. Perché ti portavano a riflettere, ti stimolavano le idee, e ti facevano scavare tra i ricordi, come se una voce ti potesse guidare per scoprire le risposte.
Ho deciso di recuperare quindici domande e rispondere di nuovo, a distanza di otto anni, per scoprire quanto il tempo e le esperienze abbiano inciso sul mio modo di vedere le cose. Leggerò i vecchi pareri soltanto alla fine, e li lascerò qui, come una cartolina in bianco e nero accanto alla versione a colori.
Perchè hai aperto un blog?
Per dare sfogo ai miei pensieri. Perché la carta non mi bastava più. Perché volevo costruire qualcosa. Perché cercavo uno spazio mio. Avevo ancora quindici anni, bazzicavo i social network come tutti i coetanei, ma i miei segreti erano nascosti in un cassetto, incastrati nelle fessure nel tentativo di uscire. Così ho scoperto l’esistenza dei blog. Un rifugio per chi si sente al sicuro con una penna in mano, un mondo immenso da scoprire, in cui non conta il nome, l’età anagrafica, o le esperienze da raccontare. Allora non lo sapevo, ho soltanto fatto un tentativo. E solo davanti al primo commento ho pensato che forse avrei potuto restare.
Non lo so precisamente. Forse per un momento di follia. Nata l’idea, passavano i giorni nell’indecisione. Ma più scrivevo più volevo condividere ciò che scrivevo. Forse fu il bisogno di fare un tentativo, di provarci, di rivelare al mondo sconfinato di Internet i miei pensieri e le mie opinioni. Forse… ecco, forse l’ho aperto per un puro e semplice gioco. Un gioco che doveva ed è diventato il mio diario quotidiano.
Che cosa vuoi trasmettere con il tuo blog?
Non lo so, in realtà non penso di avere un obiettivo. Forse voglio solo proteggere i miei ricordi, raccontare frammenti di vita, esprimere quelle emozioni che a parole non riesco a dire. Mi piace pensare che alla fine sia tutto qui, tutto quello che di importante ho vissuto, tutto quello che non vorrei mai dimenticare. La verità è che il più delle volte scrivo per me. Perché scrivere è come farsi una lunga chiacchierata. E quello che posso trasmettere non è altro che il racconto di una vita qualunque, con i suoi problemi, le sue battaglie, e le sue soddisfazioni.
Questa domanda mi piace. Mi piace perché tutti chiedono sempre “Perchè hai aperto un blog?”, ma questa domanda è diversa. E quello che voglio trasmettere credo sia diverso dal motivo per cui ho aperto il blog. Quello che voglio, anzi, vorrei trasmettere è un messaggio di coraggio, coraggio di essere sé stessi, coraggio di amare, coraggio di buttarsi nelle cose, coraggio di affrontare ciò che ci spaventa. E vorrei trasmettere anche i miei sogni, le mie idee, e confrontarmi con chi sogna e pensa, e magari anche discuterne. Vorrei trasmettere un po’ il vero succo della mia vita che giorno per giorno va avanti, i miei errori, le lezioni che imparo, come una grande scuola: la mia.
Quanto pensi che i commenti e le interazioni siano utili per un Blogger e in che modo?
Le interazioni sono tanto rare quanto fondamentali. Un commento può aprire un mondo di riflessioni, ti può dare le risposte che cercavi, ti può far scoprire nuovi punti di vista, può anche farti arrabbiare, o semplicemente sorridere di piacere. Ci sono commenti che ti aiutano davvero. Basta qualcuno che ti dica grazie, mi sono emozionato. E allora capisci che ne è valsa la pena. Ma anche i confronti sono importanti, le divergenze di idee, le opinioni in contrasto, perché è anche così che si cresce e si impara a dialogare. Un blog non è mai fine a se stesso.
Penso che i commenti siano il momento dei confronti, degli accordi e degli scontri. Possono far nascere nuove idee, nuove visuali, si può capire o non capire. È, come a teatro, il momento degli applausi, quando il pubblico in mezzo al fragore sussurra il proprio parere al vento. Penso che i commenti permettano di crescere, di allargare i propri punti di vista, e chissà, forse di rendersi anche conto di un errore o un’imperfezione.
Avevi delle aspettative quando hai aperto il blog? Si sono realizzate?
Non avevo aspettative, l’ho aperto quasi per gioco, senza capirci niente, pubblicando uno dei post più noiosi che io abbia mai scritto. All’inizio non parlavo di me, parlavo solo degli altri. Avevo paura a mettermi a nudo, temevo che tra quelle righe qualcuno potesse riconoscermi, nonostante uno pseudonimo che non ho mai abbandonato. Otto anni fa pensavo che il blog sarebbe stato solo il mio archivio, un luogo dove conservare le infinite pagine scritte a mano. Oggi posso dire che sia una parte fondamentale di me. Una specie di stanza tutta mia, un rifugio in cui nascondermi quando ho bisogno di stare da sola, e un album di ricordi da sfogliare ogni mattina. Quindi no, non avevo aspettative, ma se ne avessi avute si sarebbero realizzate tutte.
Avevo l’aspettativa di una persona che leggesse un mio testo e cliccasse su “like”. E ora posso dire che di aspettative non ne ho più, mi stupisco ogni volta e basta. Non mi aspettavo di arrivare dove sono ora, e lo so che in confronto ad altri è ben poco, ma ogni volta sorrido davanti al mio risultato, perchè non lo avrei mai immaginato. Avevo l’aspettativa di continuare a scrivere, anche se nessuno si fosse presentato a leggermi, e invece adesso scrivo e vengo letta ogni giorno, e ciò non è solo un realizzarsi, è un realizzarsi al quadrato.
Come immagini il tuo blog tra due anni? Vorresti vederlo crescere o cambiare e in che modo?
Tra due anni la mia vita sarà diversa. Avrò iniziato a lavorare, chissà in quale azienda, chissà in quale città. Nuove abitudini, nuovi orari, nuove conoscenze, vecchi amici. Immagino che sarò sempre qui, con lo stesso pseudonimo, e magari lo spazio di archiviazione dei media esaurito. Immagino che avrò meno tempo di adesso, ma tante cose da raccontare. Magari qualcosa nel mio stile di scrittura sarà cambiato, o magari no. Crescere più di così? Non è l’obiettivo, ma mi farebbe piacere. Se non altro perché vorrebbe dire che il mondo dei blog non si è spopolato. Ma per me quello che conta davvero è restare.
Vederlo crescere… penso che il blog cresca a prescindere. In nove mesi sono ancora qui che scrivo, in nove mesi sono cresciuta io, ed è cresciuto il blog, sono cresciute le idee, i post, le immagini… E in due anni sarò ancora lì a scrivere, ne sono sicura, e sarò cresciuta io, come sarà cresciuto il blog, le idee, i post, le immagini… Ma vederlo cambiato, questo no. Vorrei che rimanesse sempre il mio diario, il mio quadernone di pensieri, la mia enciclopedia della quotidianità.
Come nascono i tuoi post?
I miei post nascono da quello che ho vissuto. Dalle mie giornate, dagli incontri che faccio, dalle emozioni che provo, dalle sfide che affronto, dai traguardi che raggiungo, dai libri che leggo, dai film che mi capita di guardare, o dalle chiacchierate con gli amici, dalle uscite improvvisate, dai luoghi che visito e dalle foto che scatto. Tutto è ispirazione, momenti da raccontare, parole da buttare sul foglio bianco prima che scappino via.
Be’, i miei post nascono da un’idea, una frase sentita dire, una situazione in cui mi sono trovata, un’emozione provata, un’immagine vista… Tutto parte da me e da ciò che vivo. I miei post riflettono l’evolversi del mio encefalo giorno dopo giorno, tra il vocabolario, gli aforismi d’autore, le poesie e le ispirazioni dei tanti altri blogger operanti. I post sono lo specchio dei miei pensieri.
Hai più di un blog o hai intenzione di aprirne altri e se sì, quali saranno gli argomenti?
Ho aperto un secondo blog, tempo fa, Ilmondodellamusica. Volevo parlare di canzoni, artisti, concerti, e volevo farlo in uno spazio protetto, monotematico, in cui ritrovare tutto in modo ordinato. L’ho abbandonato dopo pochi mesi, e tutti i post li ho trasferiti qui. Troppo difficile gestirli insieme, ricominciare da zero e privare il blog principale di una sua parte. Alla fine l’ho sempre preferito così, disordinato e traboccante di roba, dagli aforismi alle canzoni, dalle recensioni alle poesie.
No, non credo che aprirò altri blog. È questo il mio blog. Soltanto questo. Sono dell’idea che l’anima di un Blogger non possa essere suddivisa in più blog, perchè soltanto uno è quello vero e proprio, personale, eterno. Tutto va in un solo blog, le idee, i lavori, le foto, anche se è tutto confuso e senza ordine. Ma a me piace così, è come se il blog rispecchiasse i pensieri del Blogger, e con essi l’evolversi della sua vita e dei suoi cambiamenti e desideri.
La cosa che sai fare meglio?
Tutti mi dicono che sono brava ad ascoltare. Non lo nego, anche se non sempre so dare i giusti consigli, ma sono sempre pronta a provarci. So anche scrivere, devo essere onesta, così le parole più sincere, i grazie che volevo dire, li ho scritti in un messaggio da inviare. Sono quella presenza che prova sempre a dare una mano, e che il più delle volte, davanti a una richiesta di aiuto, risponde dimmi, ci sono.
Credo che la cosa che più mi riesce meglio sia ascoltare. Ascolto tutto, ho le orecchie di Dumbo. Ascolto anche quello che non vorrei ascoltare. Ascolto gli altri in silenzio, e mentre ascolto cerco di capire. Il problema è che dopo aver ascoltato, poi la difficoltà sta nel farsi ascoltare…
Se avessi potuto scegliere il lavoro perfetto, la vita perfetta, la casa perfetta, che cos’avresti desiderato?
Bah, non credo esista una vita perfetta, nemmeno i più ricchi della terra sono immuni dalle imperfezioni. Ed è giusto così. Mi basta una vita in cui poter realizzare i miei sogni. Sto ancora cercando di capire quale sia la mia strada, ho un’idea del lavoro che vorrei fare, e non so se ci riuscirò e se lo farò fino alla pensione, ma in fondo tutto può sempre cambiare in un attimo. La casa perfetta? Quella in cui ci saranno le persone che amo. Può anche essere più di una, un quartiere di case perfette e felici.
Non saprei…È una domanda difficile, sulla quale potrei scrivere un post, e ciò non lo escludo… Ma forse non esiste davvero una vita perfetta, e quindi avrei scelto la mia. Forse non è speciale, unica, con un lavoro meraviglioso e una villa tutta per me, ma è la mia vita, ed è quella che più conosco e che più so vivere. Certo, a tutti piacerebbe una casa al mare o un lavoro da ricchi, ma non fa per me, io sono modesta, mai appariscente, e mi piace la mia vita, perfetta solo per me. Forse il mio unico desiderio sarebbe quello di un mondo un po’ migliore, ma questo non dipende soltanto da un singolo, ma dal desiderio comune… e comunque non escludo che questa domanda si trasformi davvero in un articolo completo…
C’è qualcosa che faresti in modo diverso e se sì, cosa?
Tante cose. Ho un grande difetto, spesso mi perdo a pensare a cosa sarebbe cambiato se al bivio avessi preso un’altra strada. Non mi sono mai veramente pentita, ma il tarlo rimane in testa. Forse la cosa che trovo più difficile è dire la mia. Quindi sì, c’è qualcosa che cambierei, vorrei esprimermi di più, confessare quei sentimenti tenuti nascosti, esternare la rabbia senza mettere il muso, imparare a chiedere aiuto senza vergogna, e affrontare gli argomenti senza aspettare che una domanda li porti a galla. Semplicemente, cambierei il mio carattere. Ma il passato è immutabile, e possiamo solo trarne una lezione da mettere in pratica nel nostro futuro.
Sì, certo. Molto spesso vorrei poter pensare di meno. Vorrei affrontare le situazioni senza troppe paranoie e senza troppe riflessioni. Vorrei dire quello che penso senza mettermi troppi problemi. Vorrei avere meno peli sulla lingua, a volte. Quelle volte, penso a come sarebbe più facile risolvere le questioni e creare nuovi rapporti e farsi conoscere, e simili. Però non sempre lo desidero, sia chiaro!
Come ti comporti quando devi fare una recensione negativa?
Non ne ho mai fatte, credo. Forse soltanto una volta mi sono lasciata andare, ma era un caso estremo: si era allagato l’albergo in cui ero in vacanza. Ho un’amica che scriverebbe una recensione negativa al 90% dei ristoranti, bar, bistrot e chi più ne ha più ne metta, recensioni di quaranta righe con foto allegate, anche solo per uno scontrino non fatto, un bicchiere scheggiato, o il prosciutto con troppo grasso. Io non ci riuscirei, mi sentirei a disagio, perché in fondo può capitare di sbagliare, di non essere all’altezza delle aspettative, ma non serve a nessuno ricevere schiaffi e dita puntate. Io, piuttosto, la butto sull’ironia. O mi sforzo di evidenziare anche i lati positivi.
Mi comporto male. Nel senso che non la faccio così negativa. Non ci riesco, faccio fatica a deludere una persona o a rivolgerle una critica, è nel mio carattere. Mi sento male io, a dire a qualcuno che ha sbagliato. Spesso rigiro la questione in maniera confusa sperando che non capisca il vero significato, o altre volte mento e basta. Poi, certo, me ne pento, me ne pento quasi sempre…
Nei libri, film, musica, arte (e chi più ne ha più ne metta) che cosa ti emoziona? In cosa trovi ispirazione?
Più di tutto, mi emozionano le frasi. C’è stato un periodo in cui ho collezionato aforismi e citazioni, qualunque fosse la fonte, per trovare ispirazione o riflettere sulla vita. Sono solita sottolineare i libri, e fare le orecchie alle pagine per ritrovare le sottolineature. Imparo a memoria i testi delle canzoni che trovo significativi. Mi appunto le frasi ad affetto dei film tra le note del cellulare. Sono una collezionista incallita di parole, e sono proprio queste che fanno la differenza.
Devo ammettere che non saprei cosa mi emoziona di più… È difficile dirlo, dipende. Nei libri mi emozionano le parole. Nei film mi emozionano gli sguardi. Nella musica mi emozionano le melodie. Nei dipinti mi emozionano le linee di colore. E poi mi emoziona l’atmosfera, la situazione in cui mi trovo, la compagnia, i miei pensieri… Ed é tutto assieme che mi dà l’ispirazione, ed é tutto assieme che cerco ogni volta di riportare in parole. Non so se con qualche risultato…
Senza cosa non riusciresti mai a vivere?
Non riesco a scegliere una sola cosa. Sarò materialista, ma il cellulare fa parte delle nostre vite, conserva fotografie, pensieri, messaggi, canzoni, trova le risposte alle nostre domande, ci dà accesso alle notizie, ci permette di interagire con persone lontane, di vedersi in videochiamata, di scriversi a qualunque ora superando anche il fuso orario. Lì dentro c’è tutto quello che porterei con me.
Non lo so… credo che senza parole non saprei vivere. Senza parole da rivolgere a qualcuno non riuscirei a superare un solo giorno. E quindi, esemplifichiamo: scrittura e amici sono per me fondamentali. Sono coloro che ascoltano le mie parole. E senza parole, non esisterebbero. Senza parole sarei sola, e credo che una vita nella solitudine non se la meriti nemmeno il peggiore dei criminali.
Qual è il luogo che ti rimarrà per sempre nel cuore e perchè?
Tanti luoghi resteranno sempre nel mio cuore. La casa in cui sono cresciuta. L’ufficio di mia zia dove passavo le estati. Il parco dove giocavo con mio nonno. Il mio liceo. La stanza d’albergo della mia prima vacanza con gli amici. L’isola di Zante, mio viaggio di maturità. Le aule universitarie. La casa della mia migliore amica. In generale, la mia città, Bologna, e tutti quegli angoli di paradiso che nasconde.
Il luogo che non dimenticherò mai sarà sempre la mia casa. Anzi, meglio, la mia camera. La mia camera è un po’ come il mio specchio, lì dentro ci sono io, io che sono cresciuta anno dopo anno, io che sono cambiata, io che ho costruito i miei spazi lì dentro, nella confusione. Nella mia camera ci sono io, nascosta in mille pezzettini sparsi ovunque, nelle fotografie, nei portachiavi, in qualsiasi piccolo ricordino poggiato sul tavolo o per terra. La mia camera è ciò che mi ha cullata per anni, e non posso dimenticare tutto ciò che lì dentro ho vissuto e ho imparato, che siano state lacrime o sorrisi.
Scriveresti mai un libro? Se sì, a grandi linee, di cosa parlerebbe?
Ci ho pensato spesso, e non escludo che prima o poi lo farò. Conservo ancora una cartella nel mio computer, piena di idee mai realizzate, di trame che oggi mi fanno sorridere, e di capitoli abbandonati a metà che non saprei proseguire. Scrivere un libro richiede tempo, pazienza e pianificazione. Io invece scrivo di getto, rileggo di rado, e cambio idea mille volte in poche righe. Mi piacerebbe anche scrivere un libro raccontando questi anni del blog, prendendo i post a me più cari e raccontando ciò che ci sta dietro. Chissà… Magari un giorno…
Sicuramente scriverei un libro, anzi, non lo escludo per il mio futuro. E credo che, qualsiasi sia la trama, parlerei di persone. Vorrei analizzare i pensieri delle persone e il loro modo di ragionare. E poi parlerei dell’amore, di come influisce sul modo di ragionare. Mi piace riflettere sugli altri, su come vivono, sulle scelte che fanno, sulle possibilità che guadagnano, sui traguardi che raggiungono. E forse parlerei anche della morte. La morte che vive. Perchè nessuno è mai pronto ad affrontarla, ma tutti prima o poi dobbiamo averne a che fare. E concludo, dicendo sinceramente che questa domanda pare avermi letto nel pensiero, perchè l’idea di scrivere un libro è il mio chiodo fisso da molto molto tempo…
Ad altri otto anni così. Anzi, di più.
Buon Blog compleanno allora! Ti auguro tantissimi altri anni pieni di emozioni e crescita. ♥
Grazie mille ❤
una veterana! Continua! ❤
Non so perché alcuni commenti fossero finiti negli spam, grazie mille! ❤
IO controllo tutti i giorni, infatti… :-)*
Avevo dato troppa fiducia a wordpress 😅
ahahahahaha Meglio controllare e aver fiducia in noi! 😉
Auguri al blog. Belle risposte ❤️
Grazie mille ❤
Auguri al tuo blog ❤
Grazie mille ❤
Non erano male quelle catene, credo che io e te ci siamo “nominati” a vicenda varie volte.
Diciamo che torna utile per conoscersi meglio, e capire gli argomenti che ci interessano maggiormente.
Buon compleblog.
È vero, i vecchi tempi! E poi aiutavano anche a scoprire nuovi blog
Dimenticavo, grazie mille ❤
complimenti per il traguardo^^
il mio blog quest’anno ha compiuto 6 anni
purtroppo anche io noto che le catene non circolano più, ma era anche un modo per conoscere altri blogger e farsi conoscere, oltre a vedere diverse risposte alla stessa domanda
personalmente ogni tanto anche io creo nuove tag o rispondo a quelle vecchie; per esempio, ho una blogger tag a cui rispondo come primo post di ogni anno nuovo, o ne creo di nuove e come argomento scelgo un prodotto mediatico (film, libro, videogioco) che mi ha intrattenuto^^
Grazie mille! ❤ vero, facevo scoprire nuovi blog che poi sono stati nelle mie liste di lettura. Bella l’idea di continuare a crearne a tema 🙂