È bello ricredersi

Penso sia la persona su cui mi sono sbagliata di più in assoluto. Uno di quegli abbagli clamorosi che neanche ti spieghi. Ci siamo conosciute a settembre, in un’aula universitaria che cercava di tornare alla normalità, e non ci siamo nemmeno presentate, travolte dalla foga dell’ultimo anno di studi. Sapevo chi fosse, perché era tra quelli che facevano sempre domande, da dietro uno schermo fatto di icone vuote. Stesso corso magistrale, ma io ero in aula e lei a casa sua. Poi a settembre l’ho vista entrare, e ho dato un volto a quella voce che non sapevo identificare. Lo ammetto: l’ho giudicata male. L’ho fatto dal primo giorno, quando tutti si erano seduti a posti alternati e lei no, perché la compagna di banco era anche la coinquilina. A mala pena ci salutavamo, ignare l’una dell’altra, e forse troppo concentrate sul nostro mondo per guardare oltre il confine. Avevamo il nostro gruppo di amici, le nostre cerchie di conoscenze, le nostre diverse provenienze, due caratteri opposti che per me erano incompatibili. Eppure ci ho provato, per abitudine, per gentilezza, o semplicemente perché tutti meritano un’occasione. Ho iniziato una conversazione, davanti alle macchinette del caffè, ma lei se n’è andata dopo tre parole. E’ strano ripensarci adesso, perché mi sembrano quasi due diverse persone. Per me era quella che entrava e non salutava, che organizzava le uscite in faccia agli altri, che si voltava dall’altra parte mentre una persona parlava. Non l’ho sognato, ma è stato bello ricredersi. Forse il difficile è stato aprire quella porta, offrirci un saluto, scherzare durante la lezione, perché io sono quella che sta in disparte, e lei è quella che cammina in prima fila. Ho pensato spesso che fosse irruente, maleducata, insopportabile, dall’alto dei miei giudizi non richiesti e presuntuosi. E ho capito così che in fondo è vero quel che si dice, che la copertina del libro è soltanto una facciata. Nell’ultimo mese abbiamo iniziato a salutarci, a fermarci in gruppo per un aperitivo, a chiacchierare durante le pause dalle lezioni, e lei non se n’è mai andata mentre qualcuno parlava, non ha mai ignorato qualcuno che arrivava. Ho capito che bastava fare un passo verso di lei, cercare un punto d’incontro, mettere via i pregiudizi e provare a conoscersi. Siamo diverse, certo. Diversissime. E probabilmente tra un anno ci saremo perse di vista, archiviate come istantanee che finiranno in fondo a un cassetto. Ma a prescindere da tutto, io sono felice di essermi ricreduta. Abbiamo condiviso poco, ma in qualche modo c’è sempre stata, sempre un passo davanti a me, sempre un tono di voce più alto del mio, c’è stata a lezione e dopo lezione, prima di salutarci distrattamente, o fermarci a un tavolo per uno spritz. C’è stata con il suo entusiasmo, la sua voglia di fare, il suo cercare sempre il contatto fisico, e quella capacità di affrontare anche un discorso serio. C’è stata senza conoscermi, ridendo per una battuta, chiamandomi da lontano, o parlando distrattamente per cinque minuti con me. Non so dire se pochi giorni di sole e una gita insieme abbiano cambiato le cose. Forse hanno reso solo più chiaro che siamo semplicemente incompatibili. Io troppo timida, lei troppo esuberante, due caratteri che si schiacciano, che si chiudono tra i propri limiti, perché trovare un punto in comune è difficile, e il tempo per cercarlo insieme non basterà. Ma vorrei dirle grazie per avermi dato un’opportunità. Non era scontato, avremmo potuto ignorarci fino alla fine, pensare male l’una dell’altra, rimanere bloccate nei nostri stessi film mentali, invece ci siamo lasciate davanti alla piazzetta, in quell’ultimo giorno di lezione, ed io mi sono resa conto che un po’ mancherà. Perchè era quella presenza che animava una stanza intera, e che poteva uscirsene da un momento all’altro con un Raga, andiamo a fare aperitivo?, che avesse davanti quattro o quaranta persone. Ci saranno altre occasioni, ci incontreremo agli esami, e chissà se le date di laurea ci faranno rincontrare, ma per adesso resta un quaderno vuoto, aperto sulla prima pagina, e la consapevolezza di aver condiviso un viaggio con una bella persona. Non potrò raccontare un’amicizia mai nata, ma almeno potrò dire di aver imparato a ricredermi. Anche questo fa parte della vita.

16 pensieri su “È bello ricredersi

  1. A volte è bello smentirsi 😀

    Ti “ricordi” che ciò che sai è infinitamente più piccolo rispetto a quello che non sai.
    E questo ti fa essere più aperto e più curioso nei confronti degli altri e, in generale, del mondo!

  2. è capitato molto spesso anche a me nella vita di dare giudizi affrettati su persone viste una sola volta, poi magari nel tempo queste persone all’inizio antipatiche, si sono dimostrate completamente diverse. Spesso siamo troppo concentrati su noi stessi per arrivare ad amare e comprendere le differenze che ci circondano…👍😉

  3. E’ evidente che tieni a questa ragazza, quindi il mio consiglio è di non rassegnarti all’idea che il vostro rapporto termini con le vostre rispettive lauree, e di cercare di mantenerlo in vita anche dopo.

    • Beh, ci conosciamo davvero molto poco, diciamo che un po’ mi affeziono in fretta e un po’ ascolto e osservo tanto, quindi scriverne fa emergere questo. Se resteremo nella stessa città magari ci sarà occasione 🙂

  4. Beh, è bello cambiare idea (in positivo) riguardo ad una persona.
    Per esempio il mio capo: a prima vista mi apparve antipatico, brutto, maleducato, arrogante.
    Ed infatti avevo ragione.

  5. A me capita di rado perché tendo a non provare antipatia per gli altri ma ne sono stata “vittima” con una di quelle che ora è una cara amica: all’inizio non mi sopportava non so bene come mai poi si è ricreduta anche perché abbiamo molte cose in comune e adesso siamo amiche 😊

  6. E’ bello ricredersi, questa è la prova che i pregiudizi servono solo a tenere le persone lontane. Essere molto diversi non esclude la possibilità di poter fare esperienze diverse e imparare qualcosa di nuovo dagli altri, arricchendosi a vicenda.

    • Non so perché il tuo commento fosse finito negli spam.. È verissimo ciò che dici, e anche senza magari stringere un’amicizia ci si può lasciare comunque qualcosa 🙂

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