Un caldo anomalo ci ha portati diretti all’estate, come se ormai fosse già tutto finito, come se non mancassero le lezioni, gli ultimi esami, e una tesi che giace sulla scrivania. Ignoriamo un tempo che sta correndo verso lo zero, e lo riempiamo di tutto quello che ci mancherà: le uscite insieme, uno spritz dopo la lezione, l’idea di una gita nata per gioco, e quelle chiacchiere nei giardinetti, come se in aula non dovessimo entrare mai. Per assurdo, non siamo mai stati così uniti. E quelle foto ricordo che un po’ fanno sorridere sono il racconto delle ultime occasioni, colte al volo in un pomeriggio assolato, e vissute accanto a chi a mala pena conosciamo, ma che forse, come noi, hanno soltanto voglia di camminare insieme.
Due settimane, e quella tragedia che ci ha tenute distanti, come un’assurda coincidenza che non si poteva prevedere. Ma il destino non guarda l’orologio, basta una brutta notizia e le occasioni sfumano, perdendo d’importanza davanti al corso della vita. Ma tornerai, e il tempo rimasto ci accoglierà come un minuscolo foglio bianco, troppo piccolo per scriverci un romanzo, ma sufficiente per poche righe sconnesse, quelle che da tempo porto con me. Nessuno sa se troverò altra carta in fondo al cassetto, o se la penna avrà mai abbastanza inchiostro, ma ho imparato che niente è mai scontato, e che i momenti potrebbero sempre ritornare. Avrei voluto che allora ci fossi anche tu, ma ti aspetto comunque, per raccontarteli, o più probabilmente per esserci se qualcuno lo farà al posto mio.
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