Come in una lotta con i cuscini

Sai cosa? È un po’ come in quelle lotte armate con i cuscini, un continuo sferrare colpi alla cieca, senza desiderare davvero di colpire il bersaglio. È andare alla ricerca del muro dietro cui ripararsi, e correre perché l’istinto ci trasmette uno strano senso di insicurezza, di mancanza di aria. E i cuscini sono i nostri scudi, le bugie dietro le quali ci si ripara, quelle immagini costruite che indossiamo anche quando l’abito appare drammaticamente troppo lungo per noi. 

Ricordo le prime lotte con i cuscini, quando si fuggiva tutti assieme e ci si chiudeva nel bagno, perché il nostro essere irrazionali non si cancella come un segno di matita, e ci governa quando non vi sono appigli, corde a cui aggrapparsi, o sicurezze. Poi non si usciva più, perché là dentro appariva tutto buio e spaventoso, come un mondo dimenticato, un mondo divenuto nemico, dietro il velo delle luci spente e l’ombra dei cuscini minacciosi rimasti fuori. E sembra tutto come allora, quando ci si nasconde tra le braccia per sfuggire alla realtà manifesta, come per negare l’evidenza, la crudeltà di certi volti veri, della verità. 

Mi ricordano le lotte coi cuscini questi girotondi silenziosi, e nessuno sguardo rivolto al cielo, tutti fissi al centro, in attesa che qualche uomo strappi il filo tra le mani sudate e rompa il cerchio per guardarlo esaurirsi. È una lotta nascosta, mascherata da gioco per bambini, nell’attesa che giunga il momento di vincere davvero, e impugnare saldamente la propria direzione per seguirla dovunque, nella neve o sotto la pioggia di dicembre. 

È un cuscino questo assiduo rimandare, un riparo che protegge il corpo da ogni colpo e da ogni ferita, un abbraccio che assorbe il sangue di un cieco che nemmeno si accorge di star morendo, una maschera, dal sorriso beffardo e falsamente coraggioso, perché un cuscino può far male soltanto se imbottito di ferro. Non è un’arma, la nostra, perché la vera arma siamo noi.

Come in quelle lotte con i cuscini stretti in pugno, si aspettava che il nemico si affacciasse dalla porta, vili in un gioco per bambini, e si proseguiva all’infinito perché nessuno perdeva mai; è così che si combatte in amore, con la delicatezza delle piume di un cuscino, ed un sorriso sciocco che riveste i sentimenti, la paura di rimanere avvolti dalla massa. È un cuscino ogni passo leggero, timido verso quella strada maestra senza mura, un cuscino che s’infossa, che accarezza il petto quando il vento infuria contrario, è un cuscino ogni mano tesa con il timore di perderla per un colpo di spada. 

E ti pare?, che sia un cuscino a crollare, lasciandoci nudi al centro della strada, quando l’amore finisce e ci si sente come una piuma trasportata dal vento gelido d’inverno. Cade il calore, cade la sicurezza, cade la sensazione di stringere in mano un’altra possibilità, per aspettare anche in piedi che l’amore faccia il suo corso e giunga da noi. È tutto un cuscino, tutta una lotta coi cuscini, perché a volte fanno male ma il più delle volte ci si ritrova a terra, sommersi dalle risate di chi ci ha lanciato i cuscini addosso, morbidi come cani innamorati. Siamo cauti, pigri, affrettati, sciocchi, puri come bambini quando ci si immerge nell’amore infantile che non vuole regole, nessuna distrazione, nessun complotto, soltanto il tempo giusto di lanciare un cuscino profumato di rose. 

Credo nell’onestà di una lotta coi cuscini, quando non conta più nulla, nessun pensiero, nessun rimorso, nessuno vecchio ricordo che faccia male. E non sarà soltanto questione di coraggio, perché a rimanere in piedi su di un materasso è capace anche un neonato, ma le tempeste sono morbide, e poi dure, in un alternarsi di situazioni, quando l’amore scivola tra le lenzuola e si nasconde come un gatto, e il nostro cuscino non può nulla. È il coraggio anche di lasciarlo, quel cuscino, per sfiorare la pelle calda della persona amata, e trascinarla fuori dalla lotta in una stanza chiusa. 

C’è il mondo, là fuori. E lotte di pistole e di coltelli. Ma la palestra sarà sempre la sua camera, là dove un cuscino si è squarciato e travestito di trasparenza, una melodia sincera come un cuore che si spezza, ma c’è ancora la possibilità di ripararlo. C’è il mondo degli affrontare senza cuscini, e probabilmente qualcosa ci porterà via un braccio, qualcos’altro una gamba, ma l’amore è in quel cuscino, e nella piuma che, scivolata fuori, è cucita tra i suoi capelli, ricci ed intrecciati.

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