Ti chiedo scusa. Scusa se non ci credo più. Scusa se perfino i sogni mi sembrano un’utopia. Scusa se sono arrabbiata. Scusa se vorrei solo scappare. Ho investito la mia speranza in due anni infiniti, mesi di sacrifici per uscirne migliori, un’illusione che ci ha cullati come bambini, ma cosa ci resta? La paura. Le immagini dei carri armati. Le code di civili in fuga. Usciti da un incubo, siamo già entrati in un nuovo incubo. Scusa se guardo i libri e vorrei lanciarli dalla finestra. Scusa se a volte mi chiedo a cosa servirà. Scusa se non so darti il coraggio che vorresti, di guardare in faccia il resto del mondo e gridargli un bel vaffanculo. Ma il senso di impotenza è più forte. Perchè nel tempo in cui mi alzo da una sedia, potrebbero essere morte delle persone. E perché in fondo, tutto questo, non lo ha deciso nessuno di noi. Vorrei solo riuscire a farti aprire quel cassetto, raccogliere i sogni e portarli con te. Perchè lì in mezzo ci sono tutti quelli che ti vogliono bene, quelli a cui hai promesso di non perdere mai il sorriso, quelli che avranno sempre bisogno di te, perché l’amicizia è più importante. Vorrei che ti ricordassi quanto l’amore ti può salvare. Chiudi le porte e scrivi il tuo sogno, vivitelo con il cuore, lasciati trasportare, e non credere che finirà tutto, perché tutto può ricominciare. Ecco, questo vorrei riuscire a dirti, ma ti chiedo scusa se sto zitta. Non credere, sono arrabbiata anch’io. Ieri un solo messaggio poteva farti gioire, oggi quello stesso messaggio è qualcosa che quasi ti manca, perché appartiene a un mondo che è cambiato di nuovo. Allora leggiamolo insieme. Si parlava del viaggio dopo la laurea. Quello per cui state risparmiando insieme. Quello che doveva essere il vostro riscatto, dopo una laurea triennale vissuta in pandemia. Non smettere di crederci. A quel pezzo di carta ci arriverai, e varrà più di qualunque altra strada dritta e asfaltata. Non chiudere i libri prima del tempo, non mollare adesso, a pochi mesi dalla fine, non pensare che sia tutto inutile, perché non è cosi. La vita davanti ce l’hai comunque, che tu la guardi con rabbia, con paura o delusione. Non prendertela con i tuoi genitori, volevano solo aggrapparsi alla speranza, un po’ come te. Non dire loro che non ha senso, perché stanno male con te. Parlate insieme di quell’altro viaggio, quello in Normandia e Bretagna, che avevi promesso di fare con loro. E racconta loro della tesi che stai scrivendo, e di quanto vorresti che ci fossero alla discussione. Dì loro quanto ti hanno resa felice, nonostante il mondo faccia pietosamente schifo. Guardate avanti insieme, e pensate che c’è chi sta peggio di voi. So che odi quella frase, che l’hai sentita mille volte, a farti ingoiare ogni lamentela. Ma sai una cosa? Fregatene. Lamentati. Incazzati. Urla. Ne hai il diritto tu come tutti gli altri, non soltanto l’ultimo della fila. E un’ultima cosa. Ricordati che ci sarò. Sempre lì, dietro lo specchio, a mostrarti quel sorriso impacciato, quegli occhi truccati poco, e quei capelli che non riesci a gestire. Io sarò lì, a dirti che ne varrà la pena, perché la vita è una ed è la tua.
[Scritto a febbraio 2022]
giustissima riflessione, molto saggia, nonostante gli orrori della guerra e dopo la devastante pandemia, la vita di ciascuno di noi deve andare avanti con coraggio e speranza…👍👍👍
È così 🥰
I tuoi pensieri mi piacciono sempre tanto. Sono densi di emozioni ❤️
Ma grazie di cuore ❤