Anche il tirocinio è finito

E alla fine tutto si è concluso così, un po’ come una bolla di sapone. Un ultimo giorno in attesa di quei saluti, di quelle ultime email per dirsi grazie, e promettersi di restare in contatto anche se in fondo ci crediamo poco. E’ finita un’esperienza che di sicuro farà curriculum, come direbbe qualunque universitario. Un tirocinio all’estero dal salotto di casa, in tempi di pandemia e con una guerra in Europa. Per lo meno potrò dire di saper lavorare sotto stress. La verità è che un po’ sognavo che finisse. Troppo pesante la distanza, la mancanza di un rapporto vero, le conversazioni su Whatsapp senza mai parlarsi a voce. Doveva essere diverso, il mio primo viaggio da sola, i primi mesi fuori casa, e invece non sono mai partita, bloccata al punto di partenza per colpa della pandemia. Ho cercato di prendere il meglio da ogni giorno, e so di aver dato il massimo, di aver fatto bene a non rinunciare. Ho imparato molto, e ho concluso che forse non sarà il lavoro della mia vita. Ho anche sprecato tanto tempo, in attesa di qualche mansione che non arrivava mai. Ho apprezzato l’impegno, perché so che non dev’essere facile insegnare da un altro stato, con un fuso orario e una lingua che non è la mia. Potevano scaricarmi, e invece mi hanno accolta lo stesso. Una tutor in smart working dal Sudafrica, che si è presa l’onere di spiegarmi le cose, darmi dei compiti, e leggere ogni volta quello che avevo fatto. Mi ha sempre incoraggiata, ha dato importanza alle mie idee, e ogni volta mi ha detto grazie per il mio lavoro. Non so se quelle idee finiranno nel dimenticatoio, o se qualcuno le ha scritte su qualche post-it alla scrivania. Ma non importa. Nel mio bilancio, nel lato dell’attivo, ci sono i corsi che ho seguito, le mansioni che ho scoperto, i software che ho imparato a usare, e il coraggio di non tirarmi indietro, anche se qualcosa poteva essere sbagliato. In fondo un tirocinio serve anche a questo. Mi porto a casa i saluti e le belle parole di chi mi ha regalato questa opportunità.

Sadly it is the last day of your internship. Caid speaks very highly of you and we think you will go far in life. I hope you have enjoyed the experience and have learned a great deal. I wish you all the best with your career and, if you are ever in the UK near Cardiff, please get in touch!

Purtroppo è l’ultimo giorno del tuo tirocinio. Caid ha parlato molto bene di te e pensiamo che andrai lontano nella vita. Spero che l’esperienza ti sia piaciuta e che tu abbia imparato molto. Ti auguro tutto il meglio per la tua carriera, e se verrai mai nel Regno Unito vicino Cardiff, contattaci!

E’ bello sentirsi dire che quello che hai fatto vale qualcosa. Che tu vali qualcosa. E anche se non è stata l’esperienza che avevo sognato, sono felice di averla fatta, grata di averla potuta fare.

12 pensieri su “Anche il tirocinio è finito

  1. Un’esperienza comunque importante anche se vissuta “a metà”. Hai potuto imparare qualcosa ma a scapito di un vero rapporto umano. Io ho scoperto mandando i primi CV che nella maggioranza dei casi purtroppo il tirocinio non dà punteggio per l’esperienza forse perché è durato solo un mese eppure il software che mi serve ho imparato a usarlo, le basi le ho. Non importa. Ieri ho rivisto la tutor per portarle la loro copia della tesi ed è stato bellissimo 🥰

    • Non che avessi grandi aspettative sulla considerazione dei tirocini 😅 alla fine sono utili più di tutto dal lato pratico, specie se fatti online come il mio. Belli però i rapporti umani, io stavo organizzando di andare a trovare la mia tutor del tirocinio della triennale, poi è arrivata la pandemia…

  2. Qui tocchi un tasto che nei miei ultimi anni lavorativi ho messo a fuoco, dopo la trasformazione del lavoro nella “mia” azienda, una nota multinazionale. Ovvero, per noi anziani lo smart working è una pacchia, perché abbiamo avuto il tempo di costruire nell’arco di trent’anni le relazioni umane necessarie e quando incontri nuove persone via web conference riesci a ricostruirne il profilo tramite altri che l conoscono. Tuttavia, anche in questo ultimo caso ti manca quella indispensabile sensazione a pelle, nel bene. e nel male. Intendo dire che se voi giovani dovete entrare nella vita degli adulti per via digitale perderete l’umanità e l’empatia indispensabili per farsi piacere il lavoro. Il mio ufficio, quando si lavorava in presenza a tutte le feste comandate organizzava pizzate o pannate e facevamo pure le bruschette con i cornetto… di nascosto, ovviamente perché il personale o HR già lavorava ad stroncare la conviviali… ma tu sai che certi rapporti di lavoro si sono consolidati negli spogliatoi del calcetto o nelle trasferte più difficili di lavoro? Non per niente ho dedicato tanti post a queste due cose, che ora mi mancano tantissimo. Non so se c’entra con quello che hai raccontato, ma forse un po’ sì. Ciao

    • C’entra, anzi, ti ringrazio per questo punto di vista! Si sentono spesso opinioni opposte sul tema, e il mio è un umile parere da parte di una ancora studentessa che deve imparare. Posso dire che non è facile nè apprendere nè apprezzare, specie senza nemmeno un giorno di presenza.. oltretutto ci insegnano l’importanza delle discussioni “di corridoio”, che vengono così a mancare del tutto. Forse un equilibrio si potrebbe trovare, anche andando incontro alle esigenze dei singoli, ma chi ora elogia lo smart working come il futuro e il salvatore del mondo, proprio non lo capisco

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