Da due giorni ci svegliamo in un mondo diverso.
Improvvisamente tutto sembra quasi insignificante. I problemi quotidiani, il traffico della mattina, la fila alle Poste, il collega antipatico, scompaiono sotto il peso di una tragedia.
E così tutto assume sempre più valore, perché abbiamo capito che niente sarà mai davvero scontato. Non la pace, la libertà, la felicità. Non il futuro.
Nemmeno un giorno della nostra vita in un mondo che gioca alla guerra.
E senza ragione, con il cuore gonfio di pena, ti viene solo da chiedere scusa, anche se la colpa non è la tua.
Ma fai colazione e ascolti la radio, mentre figuri le bombe sopra un cielo primaverile, ringrazi per quell’ennesimo giorno normale, e con la paura in tasca raggiungi la vita.
Anche questo non è scontato.
C’è chi l’ha perso in una notte.



Che poi, se ci pensi, nessuno di noi ha scelto dove nascere.
Se fossi noi nati in Ucraina?
O in Yemen?
O in Sud Sudan?
O in Siria?
O in Afghanistan?
O in Birmania?
E questo rende tutto ancora più sconvolgente
https://m.dagospia.com/draghi-ce-l-ha-fatta-e-riuscito-a-parlare-con-zelensky-nonostante-mattiolo-301090
Ci siamo fatti riconoscere anche in quest’occasione. Grazie Mattiolo.
Non c’è mai niente di scontato nella vita.
Già