Lo intitolano “Venti di guerra”

2022, e da un mese si parla del rischio di una guerra. Dopo due anni di pandemia. Come se quelle morti non ci fossero bastate.

Una guerra in Europa, dopo il sogno di una pace eterna e vincente.

Da giorni si sprecano le immagini dei diplomatici in viaggio, come maestri che intervengono per calmare due bambini a scuola.

I capi di stato si lanciano accuse che i giornali trascrivono, e noi in cerca di una spiegazione ci troviamo davanti a un rebus, perché a volte conta più il titolo di una colonna di verità.

Esercitazioni, carri armati, esplosoni, evacuazioni, donne e bambini armati.

Il mondo appeso al filo della diplomazia.

Ma due guerre mondiali non sono bastate a insegnarci che nella guerra non ci sono mai vincitori.

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