Terzo anno per l’accoppiata Amadeus-Fiorello, e un grande merito: aver presentato tutti i cantanti della prima serata prima di Uno Mattina. Non ci sono più i festival di una volta… Quest’anno, poi, sembra un evento epocale che mezza Italia bramava pregando su un altarino. Non scherzo, ho aperto i social verso le dieci e sono stata inondata di foto della televisione, roba che a momenti mi ritrovavo Achille Lauro nudo nel mio salotto. In più sono tutti iscritti al Fantasanremo, non si sa se per merito di Gianni Morandi che lo ha gridato dall’Ariston, per Michele Bravi che ha creato la lega dei cantanti in gara, o semplicemente per una inspiegabile moda collettiva: si contano 499.987 squadre in tutta Italia. Follia.
Ma c’è una cosa che mi ha sempre fatta impazzire della settimana di Sanremo, forse anche più delle canzoni: le pagelle delle canzoni. Ogni mattina i giornali propongono discutibili votazioni che puntualmente demoliscono questo o quel cantante. Ebbene, quest’anno ho deciso di partecipare anch’io. Come partecipo al Fantasanremo *cof cof*. Prometto che sarò allo 0% obiettiva e clemente. E visto che anche Amadeus s’è impegnato per tagliare corto, direi che possiamo cominciare.
Achille Lauro con “Domenica” – Voto 5
E’ il risultato di una serie di valutazioni contrastanti. 5 per l’abbigliamento, dato che s’è scordato la camicia in camerino (per la gioia della popolazione femminile italiana). 0 per la canzone, le cui strofe parevano cantate in fenicio. 10 per il battesimo in mondovisione, che avrà sicuramente provocato una sincope a tutti i vescovi collegati.
Yuman con “Ora è qui” – Voto ?
La quota ma questo da dove è uscito? di Sanremo 2022. Un brano particolare. Tanto particolare. Così particolare che non me lo ricordo nemmeno. So che in quel momento mi sono chiesta se fosse fuori tempo e fuori ritmo, o se davvero la canzone fosse stata pensata così. Ma concedo a Yuman un secondo ascolto prima di esprimermi in un giudizio spietato.
Noemi con “Ti amo non lo so dire” – Voto 8 (da smezzare con Mahmood)
Di Noemi ammiro l’ostinazione nel continuare a provarci, nonostante arrivi ogni volta oltre metà classifica. Bella è bellissima, anche con un vestito tono su tono che pareva un po’ una tenda. La sua voce o ti piace o la odi, non credo esistano vie di mezzo: c’è una faida in atto con mia madre, che sbuffa ogni volta che la vede apparire in un programma televisivo. La canzone? Ni. La penna di Mahmood si sente, del resto i suoi brani iniziano tutti allo stesso modo: versi sparati a velocità x2, con l’ultima sillaba tenuta per mezzo minuto, e sonorità etniche mescolate a una base pop. Ricetta facile e veloce per sfondare, tempo di cottura 10 minuti, costo irrisorio.
Gianni Morandi con “Apri tutte le porte” – Voto 12 (su 10)
Mitico Gianni, il mio compaesano. Che mesi fa s’è abbrustolito le mani e ha fatto perdere il concerto ai miei genitori. A 77 anni ha più energia di me spiaggiata sul divano, saltella sul palco come se non fosse mai volato per terra a Radio Italia Live, canta più intonato di tutti i suoi predecessori insieme, ed esce inneggiando al Fantasanremo. Standing ovation.
La rappresentante di lista con “Ciao ciao” – Voto 10 per Tiktok, voto 0 per Sanremo
Io mi fidavo di voi. Io vi ho voluti in squadra nel mio Fantasanremo. E invece hanno tirato fuori una perla da centri estivi che potrebbero usare per le sedute di acquagym. Con le mani con le mani con le mani ciao ciao. E con le gambe con il culo coi miei occhi ciao. Ero sgomenta davanti alla televisione, col piede che irrazionalmente teneva il ritmo, ma la sensazione di essere finita sullo Zecchino D’Oro Senior. Geniale il balletto di Veronica con dei trampoli da 20 centimetri: prossimamente su Tiktok, e conteremo le vittime.
Michele Bravi con “Inverno dei fiori” – Voto 7++
Anche Michele fa parte della mia squadra, da anni porto nel cuore la sua “Diario degli errori”. La canzone è bella, anche se la sua voce un po’ distrae, perché ti chiedi se non si stia soffocando da solo. 7+ per incoraggiamento, sono sicura che mi convincerà ai prossimi ascolti, o per lo meno sarò capace di ricordami di cosa abbia parlato. E un altro + per essere diventato l’influencer del Fantasanremo, trascinando perfino Morandi e Ranieri nel magico mondo del web.
Massimo Ranieri con “Lettera di là dal mare” – Voto 1968
54 anni fa la sua prima apparizione. E la canzone di stasera pare quella che 54 anni fa venne scartata e sostituita con un’altra. Ha proprio il sapore degli anni Cinquanta, tutta mezza gridata, traboccante d’amore, e poco c’è mancato che a presentarlo venisse scongelato Pippo Baudo. Ma si sa, a Sanremo servono le quote over, e Ranieri prende dignitosamente il posto appartenuto a Orietta Berti, e prima ancora a Ornella Vanoni e Patty Pravo.
Mahmood e Blanco con “Brividi” – Voto 9 con sorpresa
Mi aspettavo una ciofeca. Io, appartenente a quell’1% di italiani che ha fatto il tifo per Ultimo e non hai mai tollerato soldi, sono rimasta basita. Piacevolmente, sia chiaro. La canzone non è trap, non è rap, non è trash, ha pure un bel testo e un bel significato, e Blanco a 18 anni non sfigura, nemmeno col mantello di Game fo Thrones addosso. Certo, Mahmood sembra sempre che abbia ingoiato un citofono, e quando apre bocca vado istintivamente alla porta a chiedere chi è?. Ma forse Blanco riesce ad attutire il problema. Vorrei fare solo un appello: ti prego, scegliti meglio i tuoi partner, che tra Sfera Ebbasta e Mahmood pare la fiera delle voci di Google Traduttore.
Ana Mena con “Duecentomila ore” – Voto 2 per gli incubi
Duecentomila ore passate a martellarci i cabbasisi nei mesi estivi, in accoppiata con Rocco Hunt e Fred De Palma. Peccato non sia il Festival di Sanremo España. Quando sale sul palco mi sento catapultata in un provino di X Factor. E dire che la voce c’è, l’intonazione pure, ma i traumi del passato mi risuonano in testa e m’impediscono di essere obiettiva: facciamo finta cheeee sei a un passo dalla lunaaaa. Per lo meno non si è autoannunciata a inizio canzone con un “ANA. MENA! YO!”.
Rkomi con “Insuperabile” – Voto 7
Sono interdetta. Quando mio padre mi ha chiesto chi fosse ho azzardato: boh, è famoso, penso faccia rap, o pop. E invece sgancia una base che pare suonata dai Maneskin di qualche anno fa, violentata da un terribile autotune. Scende dalle scale con una specie di maschera antigas, il ciuffo mai pettinato dal 2008, e un completo di pelle nera che forse proviene da un rettilaio. Però non è così male. Riesco anche (in parte) a spiegarmi il suo successo. Non sceglierei deliberatamente di ascoltarlo su Spotify, ma è decisamente migliore di tanti altri.
Dargen D’amico con “Dove si balla” – Voto 1
Sembra la fusione di Colapesce e Di Martino, ma con gli occhiali da spacciatore di Tommaso Paradiso, un completo rosa che sta seminando querele da parte dei corpi della polizia, e delle movenze da post-serata alcolica in discoteca. Canzone dimenticabile, un po’ meno il girotondo sul palco durato tre minuti, ma nel complesso è una “Musica leggerissima” che non ce l’ha fatta. Voto 1 per il tentativo quantomeno intelligente.
Giusy Ferreri con “Miele” – Voto 10 (al megafono)
Quest’anno Amadeus ha deciso di estrarre i cantanti dall’urna dei tormentoni estivi. E noi che ci aspettavamo un completino tigrato per ballare sul sequel di “Amore e capoeira”, siamo stati smentiti. Da segnalare uno dei momenti più alti della serata: un “aaaaaah” cantato dentro un enorme megafono da Carnevale, che più che un suono sembrava il richiamo di un gruppo tribale. Non sono più riuscita a concentrarmi sul resto della canzone. Purtroppo non riesco a farmi piacere quella voce da laringite perenne, mi irrita quanto le unghie sulla lavagna, ma capisco sia un problema mio. Mi astengo quindi dal giudicare e premio il megafono.
Fuorigara: Maneskin con “Zitti e buoni” e “Coraline” – Voto 150
I brividi ad ascoltare i successi che hanno raggiunto in 11 mesi. E pensare che sono classe 2000 e hanno aperto un concerto dei Rolling Stones, mentre io a 23 anni mi lamento delle mie sfighe un giorno sì e l’altro pure. Chapeau. Per l’occasione Amadeus si traveste da postino di “C’è posta per te” e li va a prendere col macchinino del golf a velocità 3 km/h, con Victoria che gli intima di andar piano. E noi a dargli il 54% di share. Ricantano il brano che ha cambiato loro la vita, e una splendida versione di Coraline con l’orchestra, che potrebbe essere benissimo eletta vincitrice e farci fare il bis all’Eurovision. Talmente forti che Dargen D’Amico lo dice apertamente: un po’ perfido a mettermi dopo i Maneskin. Apprezziamo l’onestà. Del resto fanno circa ottant’anni in quattro, stanno girando il mondo da 11 mesi, e si emozionano sul palco come allora. E noi ancora qui a chiederci come siano arrivati secondi ad X Factor.
Sala stampa – Voto 4
Passi il primo posto di Mahmood e Blanco, ma la canzone da oratorio de La rappresentante di Lista al secondo posto proprio no, e la quota indie pop di Dargen D’Amico al terzo men che meno.
Fiorello – Voto 10 (0 da parte dei poteri forti)
Fiorello è Fiorello. Quello che misura la febbre a metà del pubblico in un ingresso trionfale. Quello che fa partire un coro da stadio per Mattarella. Quello che prende in giro in novax in diretta (“eh, colpa del microchip” quando s’imbizzarrisce il braccio). Quello che tira in ballo perfino i Jalisse, esclusi per 24 volte dal festival e inviperiti stile drago Smaug. Quello che si prende venti minuti di palco e la scaletta va a farsi benedire. E ad Amadeus parte la ridarola ad ogni battuta, un po’ come nelle sitcom americane con le risate pre-registrate ogni quarto di minuto.
Amadeus – Voto 110 con lode e bacio accademico
Diciamocelo, come unisce gli italiani lui, nemmeno il Parlamento. E noi giovani, che abbiamo sempre schifato il Festival di Sanremo, da tre anni andiamo a letto all’alba per non perderci neanche un cantante. Il 54% di share vorrà pur dire qualcosa. El fatto che per una settimana non vada più in onda niente, ma NIENTE, se non talk show di politica e documentari del 1999, vorrà dire qualcosa. Aveva annunciato che non sarebbe tornato, e in Rai devono averlo pregato a mani giunte e assegni in tasca, ma alla fine ha ceduto e s’è accaparrato il terzo Sanremo. E un po’ si chiude un cerchio: prima il 2020, a pochi giorni dalla pandemia, poi il 2021, con le poltrone vuote e i palloncini, ed ora il 2022, con il pubblico presente in sala e annesse mascherine.
Simpatica la tua classifica, concordo con te con la voce di Giusy Ferreri, ohi non la sopporto, mitico il nostro Gianni ed ho apprezzato molto Mahmood e Blanco , a me sinceramente la voce di Mahmood la trovo piacevole e molto particolare
Dopo diversi anni questo ho deciso di seguire il festival come momento rilassante, ascoltare musica e seguire sketch, ed ora seguirò anche la tua pagella 🙂
Eh lo so, Mahmood divide, a molti piace ma io proprio non riesco 😅 Grazie, allora alla prossima pagella!
Leggo con piacere la tua classifica e la condivido, brava Penny! Alla prossima, bacioni ❤
Grazie! 🥰
la canzone di Irama mi piace, 😉 ❤
Le mie 3 preferite della prima serata:
La Rappresentante di Lista
Rkomi
Noemi
Molte delusioni, Ana Mena la peggiore per distacco.
La rappresentante di lista mi aveva convinto l’anno scorso, ho scoperto la loro discografia, ma questa la metterei in fondo a tutti i brani che abbiano mai fatto 😅
Pingback: Sanremo 2022 – Le pagelle semiserie della seconda serata | Ilmondodelleparole
Pingback: Sanremo 2022 – Le pagelle semiserie della terza serata | Ilmondodelleparole
Non so per quale cavolo di motivo, ma di un sacco di blog non mi arrivavano più le notifiche dei nuovi post….cioè, ora lo so, finivano nello spam! Comunque sto recuperando il tempo perduto. Classifica divertentissima, però non concordiamo su alcuni. In particolare Dargen e la rappresentante di lista mi sono proprio piaciuti, perché li ho trovati tutti e due molto divertenti!
Ma sai che anche a me ogni tanto non si vedono più alcuni blog, mah
Comunque diciamo che sono stata un po’ spietata per enfatizzare, e quella della rappresentante di lista mi sta entrando in testa 😅
Pingback: Sanremo 2022 – Le pagelle semiserie della quarta serata | Ilmondodelleparole