A volte mi chiedo se alla vita di prima ci torneremo mai. No, non parlo delle feste, dei concerti, delle serate in discoteca. Ma di quello sguardo che oggi si perde sul futuro, e non riesce a immaginarlo diverso da questo presente fatto a pezzi. Mi chiedo se smetteremo di avere paura, di aspettarci ogni giorno una nuova fine, e davanti alle brutte notizie saper dire soltanto “lo sapevo”. Quasi due anni, e abbiamo disimparato l’ottimismo, la fame di vita, i sogni. Anche le cose più concrete, i viaggi prenotati, i concerti a cui vorrei andare, li guardo come se fossero ologrammi, la proiezione di una vita che non ci appartiene più. A volte mi chiedo se non sia questa, la nuova normalità. In questo limbo infinito, nell’attesa di nuove regole, nuovi pericoli, nuovi vaccini. Sempre all’erta, con i giornali aperti ad annunciare catastrofi, perchè ogni volta è un’illusione, e ogni volta fa più male rendersene conto. Mi chiedo quanti anni avrò quando ne usciremo davvero. E se da dietro la mascherina avrò imparato ad amare, senza fare progetti, perché sono sconsigliati anche quelli. Mi chiedo come sarà il mondo quando ne usciremo davvero. E se la Terra violata non avrà fatto più danni di questo stesso virus. Penso, penso troppo, ingurgito paranoie. E in ginocchio davanti alla vita chiedo pietà, perchè mi manca terribilmente la pace che c’era prima. Quella di casa mia. Quella di noi fortunati fin dalla nascita. Quella di noi ottimisti incalliti, che oggi vediamo tutto dipinto di nero. Ma datemi un cielo ed un pennello, perchè voglio ricordarmi di quei colori. Voglio un nuovo arcobaleno, un cielo azzurro in cui volare, un orizzonte in cui nascondere i desideri. Chiedo troppo? Oggi sì. E non saranno un paio di parole uggiose ad aggiustare il mondo, ma io lo so che qualcuno proverà lo stesso, e se chiediamo a gran voce tutti quanti un pennello, magari, dico magari, quel cielo riusciamo a dipingerlo davvero.
Alla vita di prima, esattamente com’era prima, non torneremo secondo me. Così come il mondo non è più stato lo stesso dopo ogni evento traumatico. Andiamo verso una nuova normalità che, si spera, sia sempre meno condizionata dalla pandemia, ma qualche nuova abitudine (più attenta alla tutela della salute) dovrà far parte di questa normalità
Più che la pandemia, sarà l’ambiente che condizionerà il vostro futuro. Dico vostro perché il mio è ormai alla fine. Penso a quando avevo la tua età e ci ponevamo le stesse domande sull’ambiente che ci circondava ed erano nati movimenti di protesta contro il mondo degli adulti che ci consideravano degli spostati. C’era una ragazzina giapponese che all’ONU disse le stesse cose che sta dicendo ora Greta e non fu ascoltata. Già all’epoca della rivoluzione industriale in Inghilterra si cominciò a parlare di ecologia, 250 anni fa. Non è cambiato nulla. Il 68 ha cambiato il mondo delle donne, ma non quello degli uomini se ora ci sono dei maschi repressi che si scatenano a ogni NO della loro compagna. Abbiamo una tecnologia che ci permette di avere molte comodità, ma quanta energia consuma? Quanto costa in energia una semplice mail? quanto costa in energia quello che io sto facendo ora con il computer? Se io spazzo casa mia con una semplice scopa, consumo pochissime calorie della mia energia che è, tra l’altro, la meno costosa dal punto di vista energetico. Ma se uso un aspirapolvere, quanto consumo? e come è prodotta questa energia nelle centrali?
Dal progresso non si torna mai indietro…
Temo che la soluzione non sarà nel vaccino, perché purtroppo chi non vuole vaccinarsi continuerà a non farlo in eterno.
Per cui si dovrà trovare un’altra soluzione. Non so quale.
Condividiamo un po’ tutti le tue ansie e preoccupazioni… a volte penso che ci aspetta un futuro poco roseo, e mi dispiace, più che per me, per voi che siete più giovani
❤❤