Una vacanza costellata di sfighe. Una località piena di gente arrogante. Un paese che ancora combatte contro la pandemia. Un anno che non avrebbe potuto esser peggiore del precedente, eppure si è impegnato per riuscirci. Questa la cornice del nostro viaggio a Gallipoli. Sei giorni che non saprei descrivere con un solo aggettivo, perché mi manca, ma al tempo stesso indietro non tornerei.
È cominciato tutto con il piede sbagliato, con una casa minuscola in un seminterrato, il malumore della prima cena, e la minaccia di tornare a casa. È cominciato tutto con un glaciale silenzio, interrotto dalle telefonate furiose che avrebbero dovuto esser le mie. Ma io non sono quella che si arrabbia, che fa casino, che alza il dito contro le ingiustizie, io sono quella che trova il buono in ogni cosa, che cerca sempre il lato positivo, che si rialza e va avanti ridendoci sopra. Noi quattro, in un certo senso, ci siamo completate. Ho capito che da sola non avrei potuto cavarmela, e che forse in futuro dovrò imparare a farmi valere. Ma quando tutte mettevano il muso io provavo a farle ridere, perché è la sola cosa che so fare.
Facile non lo è stato, per nessuna di noi. Sempre allerta e pronte a rispondere, diffidenti nei confronti di tutti, insofferenti a qualunque cosa. I primi giorni non ci siamo nemmeno scattate una foto. Non abbiamo mai fatto un bagno insieme, non abbiamo mai giocato a pallavolo in acqua insieme, non abbiamo mai fatto una passeggiata insieme, per paura di lasciare le borse incustodite. Occasioni mancate in una vacanza da reinventare. Avrei voluto donare il tempo a tutte in parti uguali, ma non ci sono riuscita.
Sapevo che sarebbe stato diverso dall’anno scorso. Due amiche in meno, una ragazza nuova, e quei caratteri così difformi da sembrare incompatibili. Lei è diretta, spigolosa, determinata, forse a volte troppo onesta, senza filtri ai propri pensieri. Io sono timida, riservata, condiscendente, forse a volte troppo sensibile, e incapace di litigare. Tra di noi c’è un muro che non riusciamo ad abbattere, ritto sulle sue domande che rimangono senza risposta: “Gio, ma non dici mai niente?“. In quel momento ho cercato lo sguardo di un’altra, come un rifugio, ma non ho saputo cosa dire. Istintivamente siamo state lontane, protette dalla compagnia che già conoscevamo, separate in due camere e sotto due diversi ombrelloni.
Ho scelto i ricordi che avrei voluto vivere, e non mi pento delle occasioni che ho lasciato andare. Mi porto dietro i bagni in mare con quella persona che mi ha sempre capita, le nostre ore in acqua a giocare a palla e a parlare, e i pranzi sempre in ritardo, alle due del pomeriggio, perché prima non avevamo fame. È stato strano aspettarsi e poi darsi per scontate, piantare insieme l’ombrellone scavando con le mani, lasciare tutto e raggiungere la riva. Giuravamo sempre di non bagnarci più i capelli, e puntualmente tornavamo indietro bagnate come pulcini. Siamo sempre state noi, anche quando forse stavamo strette. Ma quando arrivava il malumore a noi bastava stare insieme, lanciandoci la palla felici come bambine.
Ho un solo rimpianto, quello di non aver passato abbastanza tempo con un’amica. Non è bastato condividere la stanza, perché in quella stanza ci abbiamo passato poche ore. Mi è mancato fare il bagno insieme, scherzare tra le onde, nuotare al largo facendo a gara a chi arriva prima. È come se ci fossimo incontrate per caso, in una vacanza che non abbiamo vissuto insieme. Eppure ci siamo aspettate sempre, in bicicletta verso la spiaggia o la sera sul lungomare, ci siamo scattate le foto all’alba facendo le cretine, e quando volevamo parlare ci siedevamo sotto lo stesso ombrellone. Abbiamo scherzato, ci siamo sfogate, e in silenzio abbiamo ammirato chi risolveva i problemi meglio di noi. Perchè in fondo siamo simili, mordiamo con gli occhi ma le parole ci muoiono in gola. Mi porto dietro le risate in cucina mentre lavavamo i piatti, le chiacchiere sul letto prima di andare a dormire, e quelle foto che solo a noi venivano così male.
Alla fine, in effetti, ho tanto da raccontare. Sembrava impossibile, quando avremmo lanciato gli ombrelloni per il nervoso. E invece l’ultimo giorno, in quattro su due lettini, abbiamo riso fino alle lacrime scrivendo un riassunto delle nostre sventure. Forse eravamo felici. Forse doveva andare così. Forse ci ha fatto bene viverlo insieme.
UNA SERIE DI SFORTUNATI EVENTI IN TOPAIA~
Navetta in ritardo, perdita del biglietto del parcheggio accumulando ritardo, separate in due navetta diverse e con elevato rischio di morte
Avanti e indietro per check-in sotto sole cocente e con valige
Arrivo alla destinazione: Topaia con annessi bidoni, garage, bidet con cose non piacevoli sopra
2km sotto sole (h.12-14) per andare a fare la spesa -> Coop dove dovevamo lasciare gli zaini, ripiego su MD
Lavato bagno lurido
Discussioni con proprietario e agenzia
Cena improponibile (Spaghetti insipidi e pizza che è una corda)
Ancora topaia, nessun cambio dell’appartamento
Intrusione omino senza mascherina, il quale nei giorni seguenti si dilettava a sgasare davanti alle nostre finestre con macchina dell’anteguerra alimentata a cadaveri + intrusione cane pulcioso (spacca bottiglie) + deposito cacciaviti luridi su teli, federe e coperte (profumatamente pagate a parte) + scalata x chiudere il lucernario del bagno e spruzzata della vernice che ha intasato il bagno e la topaia (rischio intossicazione chimica) = riqualificazione del bagno in bunker della topaia che ci ha costretto a tenere costantemente la porta aperta
Costante puzza di merda in bagno e assenza di ricambio d’aria
Donna delle pulizie scazzata che sporca invece che pulire e con arroganza si rifiuta di buttare la spazzatura
Biciclette scrause (cambiate 2 volte e ad ogni utilizzo rischio morte: mancanza luci, campanello, freni e rumori vari). CHE VITA DI MERDA.
70€ ombrelloni (ladri)
Pub Dejavu -> deludente (tavolo al confine con la strada, in pendenza sui motorini)
Incontri ravvicinati con la fauna locale: Blatte e topi morti vicino alla topaia
Acquisto ombrelloni da spiaggia a caro prezzo -> ombrelloni del cavolo: uno si è rotto istantaneamente e uno il giorno seguente l’acquisto (elevato rischio perforazione dell’occhio x spuntoni)
Gita a Punta della suina -> furto costo della navetta, scaricato lontano dal posto a 1km di strada sterrata dalla spiaggia che ci siamo fatte a piedi sotto il sole, rischio annegamento, tempo di merda, ferite di guerra, ritorno anticipato alla topaia
Docce TUTTE a pagamento (0.50-1€)
Acqua brutta dal quarto giorno fino a fine vacanza
Shisha-> Tempi troppo brevi, furto x il costo e devi ordinare quello che vogliono loro, prenotazione e conferma non immediata, se si è in anticipo di 15 minuti si deve aspettare MA se in “ritardo” di 10 minuti danno via il tuo tavolo
Gita in barca saltata e nemmeno recuperata
Bora/maltempo, acqua merda e pericolosa
Nessuna serata utile, prezzi allucinanti
Facciamo after per vedere l’alba ma ci rendiamo conto di essere a ovest
Fornelli che non si accendono, accendigas che non funziona e fiammata stile fiamma ossidrica (rischio elevato incendio della topaia)
Se utilizzo del bidet elevato rischio biologico
Legalissimo scarico del condizionatore direttamente nella doccia
Vecchie decrepite che fanno da sorveglianza del condominio, arroganti, invadenti, false e che se non le saluti si prendono male: si salvi chi può
Stabilimento balneare che richiede dress-code per il pranzo
Cauzione per il bagno dello stabilimento balneare e non sempre disponibilità servizi igienici (rotti, chiusi, devi pagarli)
Isolamento telefonico nella topaia: internet e chiamate fuori servizio
Disponibilità di pentole limitata e quelle presenti sono incrostate e non utilizzabili nemmeno se lavate
Rischio morte in strada x patente presa con i punti della Coop
Doccia dello stabilimento balneare che dopo aver inserito 1€ lo mangia ma non parte la doccia
Dopo aver inserito il gettone per la doccia calda nell’unico posto in cui entrava si aziona il getto di lavapiedi ghiacciato: peccato che terminato il lavaggio si doveva tornare all’ombrellone = quindi piedi più lerci di prima
Ci hanno fregato gli ombrelloni l’ultimo giorno -> liberazione, furto e tristezza perché volevamo romperli noi
Noleggio bici: ci fanno tornare per le 19:30 quando il negozio chiude alle 21 + tentato raggiro sulla cauzione delle bici (volevano darci 20€ invece che 30€)
Fischi-clacson, cat calling, molestie verbali, offese, maleducazione, maschilismo, body shaming, invadenza, arroganzaPOSITIVO:
Finestra chiusa della topaia
Acqua bella solo i primi giorni
Pub Blucafe (ottimo posto attaccato a casa)
Shisha
Non ci siamo incazzate tra di noi e nessun litigio
Book fotografico
3 gatti vicino casa
Aria condizionata gratis per i disagi subiti
Complimenti sinceri e spontanei da estranei (“siete delle grandi, continuate così”
e “sembrate uscite tutte da una favola”)
ABBANDONO TOPAIA E BICI