Erasmus o non erasmus?

Era il 2018 quando scrivevo questo. Erasmus o non Erasmus? Ci è voluta una pandemia per riportarmi a quell’anno, e alla presentazione in aula a cui avevo partecipato. Ci volevano i blocchi dei viaggi aerei, le lezioni online, lo smartworking, i lockdown nazionali. Eh si, a me serve sbatterci la testa contro, e non con delicatezza, no, devo sentire proprio STONC!, rincoglionirmi e svegliarmi con le idee chiare. Solo che a volte un solo STONC non basta. La verità? Ho paura. Anche se è quello che dico di volere, ho paura di non essere all’altezza. Ho paura che il mondo non sia il film che ho immaginato, ho paura di non avere tempo per trovare il mio posto, ho paura di partire ma ho anche paura di tornare, perché non so cosa potrei lasciare là. Ho paura di fare una scelta, sì. Come l’avevo nel 2018, mentre guardavo i miei compagni salire su un volo per la Danimarca, l’India o il Regno Unito. Forse mi sono nascosta dietro il mio stesso dito, con la classica scusa del “C’è tempo”. Che poi lo abbiamo visto tutti che fine ha fatto il tempo. Ora non ho più scuse. Adesso o mai più. Ma se possibile, ho ancora più paura di prima. Non voglio rimpiangere una non-scelta per un nemico immaginario, perché lo so che in fondo sono io, che me la canto e me la suono senza darmi fiducia, una pacca sulle spalle, un “Ce la puoi fare”. E che cacchio ne so se ce la posso fare. Ma ho fatto tutto per arrivare qui. Ho pagato fior di soldi per avere il passaporto. Mi sto impegnando ogni giorno a migliorare il mio inglese. Ho detto no all’Erasmus a vent’anni perché pensavo che sarei stata pronta a ventidue. Beh, certo, il Karma mi ha già fatto il suo cazziatone. Non sei voluta partire quando ne avevi l’occasione? Tiè, ora ti becchi la pandemia. Saresti voluta andare nel Regno Unito? Aha! Il Regno Unito è uscito dal programma Erasmus. Forse questo dovrebbe bastare a convincermi. Tutto sembra volermi dire “Cretina, hai rinunciato a una grande opportunità! Non lo rifare!”. Ma come glielo spiego che ho paura? Vorrei poter chiudere gli occhi e ritrovarmi già lì, a decisione presa, con le valigie aperte sul letto e un calendario. Vorrei che ci fosse una sola strada, e che qualcuno mi impedisse di tornare indietro. Vorrei smetterla di costruirmi problemi anche quando non ce ne sono, o quando ce ne sono già abbastanza senza che contribuisca anch’io. Una pandemia, un programma vaccinale, un Regno Unito che sembra offrire le ultime borse di studio, e tu devi pure avere paura?! Lo specchio me lo ripete ogni mattina: è quello che vuoi, lo sai. Beh, dal 2018 ne ho fatta di strada. Almeno ho capito che lo voglio davvero. Ma alla paura che le dico? “Guarda, scusa, sull’aereo non puoi salire”. “Tesoro, so che mi vuoi bene ma devi lasciarmi i miei spazi”. “Avremo altre occasioni, non ti preoccupare”. Quella mi guarda e se la ride, mica mi lascia. Lo sa anche lei che un’occasione come questa non torna indietro. Che poi, diciamo le cose come stanno, io vorrei partire con il programma Erasmus per tirocinio. Mica quello normale, quello per studio, che metà della gente sfrutta per viaggiare e farsi nuovi amici. No, io voglio complicarmi la vita e sognare in grande. Ma vi immaginate? Io, da sola, in una grande città, dove tutti parlano inglese, a fare pratica in un’azienda per quasi tre mesi. Mi sembra un fantasy. Io che ho vissuto fuori casa al massimo una settimana, e sempre sotto lo stesso tetto delle mie amiche. Ma dove voglio anda’? Ah, già, nel Regno Unito. Sempre là sto. Senza neanche sapere se ci sarà ancora qualche briciola di borsa di studio, senza avere idea se si potrà partire, senza neanche poter immaginare come sarà il mondo a settembre. Ma come si fa a non avere paura. E come si fa a rinunciare solo per paura. Eppure il 2018 dovrebbe avermi insegnato qualcosa. Quell’amica partita per Londra in tempo di Brexit, accolta per un tirocinio e tornata felice, sarei potuta essere io. STONC. Ecco come l’ho capito. Sbattendo la testa sui sogni realizzati degli altri.

Erasmus o non Erasmus? Questo è il dilemma. Ma sono quasi sicura che alla fine ci proverò. Anche se non dovesse essere il Regno Unito. Anche se morirò di paura fino a quando non scenderò dall’aereo. Anche se alla fine non dovessi riuscirci. Vorrei sapere di aver fatto quel tentativo.

Ma per adesso c’è solo una decisione da prendere. Un bottone da premere sul computer. Tutto il resto è ancora lontano.

Si accettano consigli utili nei commenti (no a “tutti possono farcela”, “non avere paura”, “stai senza pensieri”, “Hakuna matata”)

19 pensieri su “Erasmus o non erasmus?

  1. Ti racconto una mia esperienza…ero all’università ed ero già laureato pertanto non potevo accedere al programma erasmus…facevo la specializzazione e andavo all’università tutti i giorni…conobbi una ragazza alla fermata dell’autobus…diventammo amici e lei un giorno mi chiese cosa ne pensassi dell’erasmus…lei stava ad architettura ed era più piccola di me…le dissi che l’avrei accompagnata allo sportello e che ci saremmo studiate le carte, i progetti che c’erano disponibili…aveva il terrore anche lei di lasciar tutto…era fidanzata ma non era pienamente convinta di quella scelta…viveva con la mamma che era separata…aveva il terrore di fare una scelta sbagliata…voleva soltanto essere rassicurata e condividere le sue perplessità….alla fine decise di provarci e le assegnarano, tra le varie sue scelte, l’Università di Graz in Austria…..è stata un anno e ci scrivevamo tutti i giorni (all’epoca c’erano soltanto le e-mail …1999) era entusiasta e felice di stare li…si laureò e da allora Francesca cambiò vita radicalmente… ora lavora a Bologna. Qui a Napoli non è più tornata per viverci.

      • Ah sei di Bologna….ci sono stato molte volte….la adoro perchè come spirito della gente è simile a Napoli…per efficienza invece credo superi Milano di gran lunga….meravigliosa città

      • A nome di tutti noi Bolognesi, grazie! Ho visto Milano un paio di volte, ma non so se riuscirei a viverci.. Napoli mi sono ripromessa di visitarla, ho dei lontani parenti a Ischia ma sono andata a trovarli una sola volta. L’accoglienza che ho trovato però è stata forse unica, in senso positivo

      • La costiera Amalfitana mi è rimasta nel cuore, che posti meravigliosi! L’ho vista in primavera qualche anno fa, purtroppo sempre senza passare per Napoli 😅

  2. Non so se vale sempre, ma una volta mi dissero:
    “Se hai paura, fallo con paura. Se non ti fa paura allora il tuo desiderio non è abbastanza grande”
    Non ho mai creduto che fosse un motto adattabile universalmente a qualsiasi situazione, soprattutto se la paura è legittima come… boh, buttarsi col paracadute. Ma la volta in cui me lo dissero, stavo per partire per il mio primo viaggio in assoluto, ero da sola e andavo in Australia. Il mio desiderio non era proprio Così grande da farmi dimenticare la paura, non stavo programmando il viaggio dei miei sogni, avevo vinto una borsa per andarci e non l’avrei potuta vincere mai più, e allora mi è tornato in mente, in abbinamento, un detto della mamma di una mia amica, che era una specie di mio idolo adolescenziale. Diceva: “Se la vita ti dà la possibilità di fare delle cose, devi farle tutte”. Così non ho avuto scelta. La paura (anche solo quella di essere scoperta, a volte) mi ha accompagnata in molte situazioni, ma abbiamo la fantastica capacità di selezionare i ricordi belli e conservarli meglio degli altri, soprattutto noi che ci divertiamo a scrivere almeno un diario. Così, di tutta quell’avventura, la paura è in fondo in fondo alla lista di ricordi.
    Ma soprattutto… mica vendi tutto qui per andare lì? Ci sarà qualcuno ad aspettarti, qui? (da quello che ho letto di te credo proprio di sì)

    L’unica cosa che mi viene di ricordarti è che se rinuncerai a qualche ora di sonno potrai pure viaggiare e farti nuovi amici oltre che fare il tirocinio 😀 Ecco, solo il viaggiare non abbiamo certezza di come sarà ma, appunto, se il tuo primo obiettivo è andare lì a fare tirocinio, il minimo che può succederti è realizzare il tuo obiettivo, poi forse, fare anche di più 😀

    • Grazie di cuore per il commento! Sicuramente non sarebbe solo tirocinio, in fondo sarebbero almeno tre mesi di permanenza, e sì, hai ragione anche tu, lo terrò a mente sicuramente ❤

  3. Beh il mio sogno è visitare la Biblioteca del Trinity College a Dublino e una parte di me avrebbe voluto fare il tirocinio là ma comunque devo accantonare l’idea perché il Regno Unito non fa più parte dell’UE e sarebbe stato comunque troppo complicato. Capisco la tua paura. Sogno un Erasmus da anni ma non lo farò mai. Le paure ci stanno ma è affrontandole che si cresce. Se avrai la possibilità di fare il tirocinio all’estero sfruttala. Sono esperienze importanti.

  4. Buongiorno. Mi permetto di suggerirti la Finlandia: qui le scuole sono ad un buon livello e potresti seguire corsi direttamente in inglese. L’inglese e’ ben parlato dappertutto, ovviamente di piu’ nella zona di Helsinki, dove la presenza di stranieri e’ maggiore. Siamo nella UE e abbiamo l’euro.

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