Diavoli – Il mondo della finanza visto da dentro

«La finanza è come l’acqua: non si vede, non ha odore, e per il più delle persone è impercettibile»

Non ho particolari pregiudizi nei confronti delle serie TV italiane, ma raramente mi hanno colpita in maniera così positiva. “Diavoli” appare come un perfetto prodotto internazionale, coinvolgente al punto giusto, notevolmente complesso, ambientato là dove in pochi hanno osato spingersi, in quel mondo della finanza fatto di banche, di banchieri senza scrupoli, di denaro invisibile, di numeri intangibili. L’intreccio ha inizio con il suicidio del vice-CEO di una banca d’investimento di Londra, la New York London Bank (NYL), una scomparsa che apre uno squarcio sugli equilibri dell’intermediario, una goccia in un vaso già colmo che rischia di far crollare tutto. Dominic Morgan, amministratore delegato della banca, muove le sue pedine sulla scacchiera, e ingaggia presto una dura guerra contro Massimo Ruggero, trader eccezionale, e vittima inconsapevole di un sistema che non fa sconti a nessuno. E’ la doppia faccia delle speculazioni bancarie, c’è chi vince e chi perde, chi guadagna milioni e chi vede bruciare i risparmi di una vita. Una scena è emblematica e potentissima: Massimo preme un tasto sulla tastiera del computer, e otlreoceano un uomo si spara, davanti agli sportelli bancari serrati, durante la crisi in Argentina. La trama è talmente densa di fili che si incrociano, talmente piena di spunti, di azioni e conseguenze che si susseguono, che il presunto suicidio alla NYL diventa soltanto un pretesto, una scintilla in un cielo di fuochi d’artificio, dove i diavoli della finanza combattono per il profitto. E non è una guerra fatta di violenza fisica, ma come una semplice operazione di trading è silenziosa, quasi invisibile, eppure potenzialmente fatale. Che cosa lega un CDO alla morte di un banchiere? E fin dove può spingersi Dominic Morgan per fare soldi, a costo di annientare tutto quello che incontra?

Spesso ci si chiede come nascano le crisi finanziarie, e una possibile risposta può essere colta tra le righe: quando un uomo ha il potere di colpire milioni di altri uomini, ed è disposto a farlo in nome del denaro, allora nessuno è più al sicuro. Nemmeno Massimo Ruggero, che in Dominic Morgan aveva visto quasi un secondo padre, e che forse senza nemmeno accorgersene è diventato un suo mercenario, uno tra i tanti, ma quello più bravo, quello che fa domande, quello pericoloso. La banca che lo ha accolto in un paese straniero, che gli ha dato tutto, un reddito, una bella casa, una macchina costosa, è la stessa che appare ora come un mostro che non può contrastare. Ma forse la morte del vice-CEO ha davvero lasciato un segno, e per la prima volta Massimo riesce a guardare oltre, oltre lo schermo del computer, oltre quei tasti che preme quotidianamente, e che hanno ucciso persone a centinaia di chilometri da lui. Due sono i fattori chiave: da una parte Sofia, che da bambina ha visto il fratello spararsi in banca, davanti agli sportelli serrati dell’Argentina, e dall’altra l’Italia, il suo paese natale, il luogo da cui è fuggito per paura e rancore, e che rischia di crollare sotto i colpi silenti della speculazione. Sono i PIIGS – Portogallo Irlanda Italia Grecia e Spagna. PIIGS, come pigs, maiali. Perché la speculazione agisce anche così, alimenta il timore o lo annienta, giocando con le parole. Ma il progetto della NYL è molto più ambizioso: attaccare i PIIGS, vendere allo scoperto il loro debito, scommettendo sul loro default e capitalizzando miliardi. In breve, mettere fine all’Unione Europea. Ma anche se parliamo di una serie televisiva, dovrebbe far riflettere la semplicità con cui un uomo, un uomo soltanto, appare in grado di far fallire uno stato, e consapevole delle conseguenze va avanti, sordo ai colpi di pistola di chi non ce la fa, di chi ha perso tutto e non vede una via d’uscita. Come il padre di Massimo, un pescatore, privato delle sue barche dai funzionari della banca. E tutto torna lì, a quelle vite spezzate da un sistema che non le vede, perché non sono formule matematiche, non sono un rischio quantificabile con un indice, non sono titoli che fruttano interessi. Un cinico mondo di diavoli, attratti dal fascino della finanza, che finisce per fare la guerra a sé stesso. Basta un errore, una debolezza, quella maschera di ghiaccio che si scioglie, uno scrupolo di troppo e l’istante che passa, basta anche meno di un minuto, e il destino della partita può ancora essere ribaltato. Come lo ha ribaltato quel discorso di Mario Draghi, nel luglio del 2012, l’ultima mossa sulla scacchiera della NYL, riportato sullo schermo così come tutti, giovani e meno giovani, ancora lo ricordiamo: “Nei limiti del nostro mandato, la Bce è pronta a fare qualsiasi cosa per salvare l’euro. E credetemi, sarà abbastanza“. Così finisce una serie televisiva che alle parole ha attribuito un peso, forse più che ai gesti, più che ai tradimenti, più che ai tanto venerati numeri su cui si basa l’intero sistema finanziario. E poco importa se il vice-CEO non si sia davvero suicidato, e se la mano che lo ha spinto lo abbia fatto in nome di un amore malato, di un dolore mai curato, e della paura di perdere tutto quello che ancora poteva toccare. Ha ucciso, e la legge, come una semplice operazione di trading, interviene in silenzio, raccogliendo da terra il sangue e le lacrime ormai seccate. Resta Massimo, innamorato di Sofia, e incapace di guardarla negli occhi, perché nei suoi occhi vede sé stesso davanti al computer, e oltreoceano suo fratello, con la pistola puntata alla gola, e gli occhi innocenti di una bambina che non può capire, non può soffrire, ma crescerà con il rancore di chi non avrà mai una spiegazione.

La serie TV è tratta dal romanzo di Guido Maria Brera, e giocando con una trama tipica dei prodotti crime, regala uno scorcio amplissimo sul mondo finanziario così come si spera non diventi mai. Portato all’estremo nel suo cinismo, nella sua freddezza, nella sua ricerca del profitto a qualunque costo, e collocato all’interno di un universo fragile, colmo di umane debolezze, di amori incontrollati, e di sogni ingombranti da realizzare. Una serie TV che merita di essere vista, anche da chi non ha la più pallida idea di cosa sia un CDO, o di cosa voglia dire il termine shortare. Sono semplicemente due punti di vista diversi, e forse addirittura più reali, capaci di comprendere lo sguardo di Sofia bambina quando vede suo fratello morire, ma non sa che si è ucciso perché una banca gli aveva portato via tutto. Non le sarebbe servito, allora, sapere cosa fosse un CDO, o cosa significasse shortare. Ma in quello stesso sguardo Massimo vedrà la colpa, irreparabile, ingiustificabile, di un meccanismo che è sempre stato capace di fare del male, e si riconoscerà parte di esso, con la rassegnazione di chi si guarda allo specchio e si sente, oggi più di ieri, un diavolo.

«Nessuno di noi è costretto. Nessuna mano nell’ombra muove i nostri fili. E’ il diavolo a tentarci con le scelte. Possiamo amare o odiare, essere gentili o crudeli. Ogni giorno decidiamo quale strada prendere: la strada verso il paradiso o l’inferno»

In attesa della seconda stagione, un grande applauso agli attori e a tutti coloro che hanno lavorato a questa serie.

6 pensieri su “Diavoli – Il mondo della finanza visto da dentro

  1. Non sono una grande amante delle fiction italiane, o per lo meno della maggioranza di esse. Vi sono però prodotti di qualità che ricordano gli sceneggiati della mia infanzia, tratti da romanzi e interpretati da attori di un certo spessore. Questo “Diavoli” l’avevo abbandonato, ma la tua recensione mi sta suggerendo di dargli una seconda possibilità. Ci proverò! A parte i collaudati e ottimi “Il commissario Montalbano” (che non considero fiction ma veri e propri film) e “Gomorra”, ti consiglio: Il miracolo e Zero zero zero.

    • Io le serie tv italiane non le guardo quasi mai, tranne Montalbano. Questa non sembra quasi nemmeno italiana per come è fatta, forse per questo mi è piaciuta molto 😅
      Le due che mi hai consigliato non le ho mai sentite, me le cerco!

      • Vedrai, diverse come genere, ma interessanti. Il Miracolo offre molti spunti di riflessione e Zero zsro zero è una produzione internazionale, tratta da libro di Saviano

  2. Pingback: Riflessioni inesperte sulla finanza | Ilmondodelleparole

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