Speriamo, attendiamo, ci auguriamo, auspichiamo. Come ci si riesce? E’ come vivere dentro un incubo per mesi, senza sapere quando ci si potrà svegliare. Non voglio compiere 22 anni senza aver vissuto i miei 21. Mi sto perdendo occasioni, momenti, ricordi che non avrò mai, sto riempiendo i cassetti di sogni rimandati al domani, e ogni mattina mi chiedo quanto ancora durerà, quanto spazio potrò ancora riempire di giorni mancati. Cerco di fare cose utili, di studiare, di imparare meglio l’inglese, di leggere e di svagarmi un po’, ma la quotidianità mi sta stretta, e un mondo che alle 18 si spegne mi fa paura. Sì, ho paura di crescere, di compiere quei 22 anni che saranno solo un tempo di attesa, perché per alcuni è così facile, ma anche se ci provo e a volte ci riesco, io faccio fatica a sperare. Vorrei avere l’ottimismo di mio padre, o la capacità di accettazione di mia madre, e invece ho soltanto la sensazione di camminare su un filo, in mezzo alla nebbia, senza nemmeno vedere dove sto andando. Vorrei riuscire almeno a illudermi, ma una volta ho cercato su Google “Ritorno alla normalità”, e ho trovato notizie che parlavano del 2022. E dovrei sperare? Aspettare? Compiere anche i 23 anni senza aver vissuto nemmeno i 21?
E’ frustrante, e mi dispiace se non riesco ad accettare questo sacrificio, ma sapere che questi mesi saranno soltanto tempo perduto, sapere che crescerò con il peso degli anni vissuti a metà, è difficile. Avevo tanti progetti, e se ci penso mi viene voglia di mollare tutto e realizzarli adesso, perché diamine, 21 anni non li avrò mai più! E’ come se ci avessero chiesto di immaginare il futuro da capo, ma diverso. Eppure in questo momento vorrei solo urlare in faccia a chi mi diceva che sarebbero stati gli anni più belli della mia vita. Come se fosse colpa loro, poi… E’ solo sfiga. Una schifosa precisissima sfiga. Ritrovarsi a 21 anni con la voglia di conquistare il mondo, e una pandemia che rovina tutto, che ti allontana da quello che hai costruito, che ti fa mettere via i sogni e i ricordi in valigia, che ti fa arrendere a quello che non puoi cambiare. Non può essere una “nuova normalità”, non lo posso accettare. Non è normale la distanza, il timore del prossimo, la psicosi per uno starnuto, non è normale scappare dagli estranei, non abbracciare i propri amici, vivere senza un contatto fisico, come se fossimo circondati da mura di ghiaccio.
Non ce la faccio più, sono stanca di questo, e chi chi ancora la chiama “nuova normalità”. Vaffanculo a questa situazione assurda e anormale! Dovrei sperare, attendere, augurarmi, auspicare… Ma fatemi anche lamentare! Fatemi sfogare, fatemi urlare, fatemi incavolare, perché ne ho diritto anch’io. Lo so che ci sono drammi peggiori, che qualcuno mi dirà “Smettila, alzati e torna a fare il tuo dovere”, in fondo non è una guerra, ed io non ho perso nessuno. Ma non possiamo sempre sentirci fortunati, farci forza pensando a chi sta peggio, a lungo termine non può funzionare. Ma alla fine che alternative abbiamo? Siamo impotenti davanti a un nemico invisibile, e per assurdo il minimo che possiamo fare è scappare. E’ una battaglia che non si può vincere così. Da una parte c’è il virus, dall’altra la crisi economica, dietro di noi la paura, e davanti a noi i ricordi di un anno fa. Anche volendo, dove scappiamo? E quanto possiamo attendere prima che uno di quei nemici ci travolga? Non abbiamo armi ma dobbiamo sperare. Insegnatemelo voi, come si fa. Mentre il mondo va a rotoli, la gente continua a morire, i posti di lavoro svaniscono, e non si sa nemmeno se un vaccino funzionerà. Anzi, dicono che 4 italiani su 10 il vaccino lo rifiuteranno. Mio nonno l’altro giorno ha detto: “Io non so se supero l’inverno qui da solo”. E in che cosa dovrei sperare se non lo fa più nessuno?
“I giovani saranno il futuro”, eh, certo, è facile così. “I giovani hanno più forza, i giovani si sanno adattare, i giovani hanno tutta la vita davanti”. Come se perdere i nostri vent’anni fosse un sacrificio da niente. Sono stanca di sentirmelo dire, o di sentirmi in difetto ogni volta che smetto di crederci. Saremo il futuro, certo che lo saremo. Ma se non avremo neanche un pezzo di carta in cui scriverlo, che futuro potremo rappresentare? Se nessuno ci aiuta, da soli cosa possiamo fare? Forse sarebbe meglio dire “Speriamo che i giovani siano il futuro”, no? Tanto, tra una speranza e l’atra, qualcuno avrà ragione. Tra un’attesa e l’altra qualcosa succederà. Vorrei solo poter guardare nella sfera di cristallo per sapere quando accadrà, perché camminare incontro all’ignoto non è facile, nemmeno a 21 o 22 anni.
Buongiorno, e buona domenica. ❤
Capisco benissimo le tue ansie, perché sono anche le mie; non è assolutamente semplice questa modalità di vita, sono d'accordo con te; anche io quando sono a casa sto al PC, mi svago leggendo, a volte scribacchio e (quando non c'è gente) vado a tirare con l'arco, almeno faccio un po' di sport. Anchne io vorrei dirti "Dai, passerà…", però ripeterei uno dei tanti cliché che si sono sentiti in questi 7-8 mesi, e non mi va. Non so che dirti per consolarti, se non dadti un immenso abbraccio. ❤
Lo apprezzo molto 🥰
ti capisco e cerco di capire il tuo punto di vista, ma tu hai tutta la vita davanti! non scoraggiarti! Per me, a 60 anni, se perdo un altro anno, è più dura, credimi, mio marito 70.. e quando ne usciremo? se ne usciremo senza beccarci il virus! Anche per noi la vita si è fermata, dopo anni di sacrifici, abbiamo crsciuto le nostre figlie, è arrivata la pensione, e potremmo stare tranquilli, invece dobbiamo stare in casa, il nemico è fuori ed è ovunque! una tristezza e una paura infinita, di non avere tempo.. di non averne più!
Forse sono due visioni che faranno sempre fatica a capirsi a vicenda, e in tutta sincerità ho già sentito troppe volte che ho tutta la vita davanti. Vorrei costruirmi una famiglia, lavorare, raggiungere i miei traguardi, ma non posso farlo… in questo momento io, noi più giovani, vediamo il tempo scorrere senza poter realizzare niente. Non credo sia più o meno dura, ma forse che sia difficile capirsi. perchè dev’essere un vantaggio avere tutta la vita davanti? Non stiamo forse perdendo tutti lo stesso tempo? Noi ci facciamo forza pensando ad un futuro lontano, voi su quello che di meraviglioso avete costruito negli anni. E potrei rispondere che in fondo tu hai avuto tutta la vita da vivere. Spero di non essere sembrata maleducata, ho solo cercato di farti capire meglio il mio punto di vista 😊
😘😘😘😘😘
Io prego solo che arrivi un vaccino “sicuro”, che non sia solo un palliativo per diminuire i contagi.
Solo con una vaccinazione usciremo da questo inferno.
E prego anche che i novax emigrino lontano..
No no.
Io spero che il vaccino sia “Indispensabile” per poi vedere se se lo fanno oppure no.
Che dirti, io non la vedo così terribile, non è che a casa si cresca e si viva meno che fuori casa.
E’ proprio vero, bisogna imparare a trasformare gli ostacoli in opportunità, questa è una delle grandi lezioni che potremmo imparare dal Covid.
Io invece penso che a casa si perdano tante occasioni, tanti momenti, o anche solo tante persone che si potrebbero incontrare. Una vita vissuta in casa è diversa, più limitata, più uguale a se stessa