Ehi, come stai? Lo scrivo per cercarti, per non perderti di vista, anche se è ironico, perché in realtà non ci vediamo quasi mai. Lo scrivo perché mi interessa, e di questi tempi sono in pochi ad ascoltare davvero la risposta. Ehi, come stai?, che è un po’ come dire Che fine hai fatto?, e il tempo che vorrei tu mi raccontassi è troppo per una sola conversazione. In realtà te lo scrivo perché vorrei vederti di persona. Tanto lo so che la risposta sarà sempre Tutto bene, tu?, perché di questi tempo sono in pochi a prendere sul serio la domanda. Così poi ti chiedo se ti va di farci un giro, per chiacchierare come ai vecchi tempi e raccontarci le nostre vite. Sembra così facile mantenere i rapporti, e invece guarda come appassiscono, come elastici vecchi che non tengono più. Forse non basta un messaggio ogni tanto, il mio Ehi, come stai? per rompere il ghiaccio, senza nemmeno sapere se tu abbia voglia di rispondermi. Magari guardi lo schermo e sospiri: oh, no, di nuovo tu. Perché non mi arrendo al silenzio, alle risposte monosillabiche, anche se a cercarti sono sempre io. E te lo chiederò fino allo sfinimento, finché non mi dirai che va male, malissimo, e che hai voglia di parlare con me. Io ti dirò che ho voglia di ascoltarti, e finalmente riusciremo a farci quel giro insieme come ai vecchi tempi, quello che ho sempre nascosto tra gli spazi bianchi del Come stai? . Non andrò via, non come fanno tutti, non quel modo vigliacco che non lascia spiegazioni. Eppure se non fosse per i miei Ehi, forse tu saresti già andata via. E’ come se ti inseguissi, come se tu, voltata di spalle, stessi correndo lontano, ma ad ogni mio Ehi ti dovessi fermare. E’ chiaro, tutti vanno per la propria strada, e ad ogni passo diventa sempre più difficile. Passeresti le giornate a chiedere Ehi, come stai? a tutti quelli che non hai più visto. Vecchi amici, compagni di scuola, conoscenze dell’università. Ehi, come stai? Sei sparito. Eh, certo, non c’è mai tempi, mille impegni, sai, gli studi, poi il lavoro… Per questo chiedo sempre e solo Come stai? Non m’interessano le scuse, vorrei soltanto rimediare. Anche se il primo passo lo faccio sempre io, anche se potrei emigrare in Australia senza che alcuni mi abbiano detto almeno Ehi. Non sopporto quelli che spariscono. Ehi, come stai, un tempo eravamo amici. Ehi, come stai, ci eravamo promessi di non perderci. Ehi, come stai, ti ricordi di me?. E’ così tanto difficile cercarsi? Dirsi Ehi mentre si corre lungo la vita, perché quel rapporto merita di essere salvato? Eppure a volte mi sembra sia tutto inutile, e allora lascio perdere. E’ brutto, perché in fondo è come se scrivessi Ehi, addio, e sparissi in silenzio come tutti gli altri. No, non credo al Non ho tempo, Mi sono dimenticato. A scriverti Ehi ci metto mezzo minuto. Prenditela con l’era moderna o con chi ha inventato i cellulari, ma la verità è che io ti scriverò finché penserò che ne valga la pena, anche se dovessi essere io a correre dietro di te. E se non vorrai, se ti stancherai di leggere il mio Ehi sul cellulare, io voglio che tu me lo dica. Ehi, ciao, scusa ,a la vita mi ha portato altrove. Ed io lo capirò.
Quanto ti capisco! Eppure io, che non mi sono stancata di chiedere “Ehi, come stai?”, quella risposta l’ho avuta: “La vita mi ha portato altrove”.
E ti dirò, in fondo ho trovato pace: non si può andare in paradiso a dispetto dei santi, e la propria presenza va proposta, non imposta!
Vero basterebbe avere una risposta, qualunque essa sia 🙂
È il rischio di avere a che fare con chi manca di coraggio, perché è pieno di persone che quella semplice frase, quel semplice “la vita mi ha portato altrove” non te la diranno mai, che sai, prima o poi potresti tornargli comoda. Non voglio essere cinica, ma dopo innumerevoli tentativi bisognerebbe tirare fuori un po’ di sano egoismo e, silenziosamente, essere quelli che spariscono perché la vita li ha portati altrove. E chi vorrà rimediare ti scriverà un “Ehi”.
Eh mi sa che hai ragione, anche se è triste che cose finiscano in un silenzio… ma sarà la vita 🙂
Lo so è purtroppo facevo anche io quell’errore, ma credo sia giusto trovare un compromesso: provare a mantenere i contatti è sacrosanto, ma dopo un po’, se dall’altra parte non c’è lo stesso impegno, bisogna rendersi conto che non ha senso insistere, tanto serve a poco. Poi non si sa mai nella vita, alcune persone le perderai, altre si renderanno conto degli errori commessi e, se ci tengono, si rifaranno vive! Tutto questo direttamente dalla mia esperienza personale 😅
Posso solo prendere volentieri i tuoi consigli, grazie! 🥰
Il post affronta un problema non da poco. Io penso però, dopo molte esperienze, che le cose siano molto più semplici di quanto si possa pensare: chi sparisce non ti vuole o non ti considera abbastanza. Quando tieni davvero a una persona, fai di tutto per mantenere i contatti; quando i contatti si spezzano facilmente, significa che l’interesse non c’era o era superficiale. Inoltre il silenzio è già una risposta, il silenzio è molto eloquente. Se devi essere soltanto tu a impegnarti per mantenere determinati contatti, be’, la situazione è abbastanza chiara. Ma sai qual è la verità? Che a quel punto è meglio perderli che trovarli.
Ciao, penny. 🙂
Beh razionalmente non posso certo darti torto, anche se non sempre è facile capirlo subito 🙂
Grazie, un abbraccio !