Siamo tutti funamboli sopra un cielo infinito, con un piede sollevato in aria, sempre a rischio di precipitare. E in questo limbo di libertà e paura ogni occasione è come l’ultima, ogni sogno è come un respiro. Ci salverà il coraggio, l’amore, la voglia di disegnare il mondo come un cerchio sul muro, e poi proteggerlo a braccia aperte, perché nessuno possa distruggerlo. Ci salverà il futuro che scriveremo, perché vogliamo un lieto fine. E il funambolo attraverserà il cielo infinito, un piede dietro l’altro, con gli occhi chiusi e pieni del suo volto: arrivo. Arriverà, il funambolo, alla fine del cielo, e noi troveremo la strada, come l’ha trovata il funambolo che si sentiva cadere, con un piede in aria e il vuoto sotto di sè. Siamo tutti funamboli con le persone nel cuore, in un limbo che ci terrorizza, perché non sappiamo cosa potrebbe accadere. Ma se il funambolo si fermasse, non cadrebbe davvero?
Ma che bello e fresco questo post! La metafora del funambolo è quanto mai giusta e pertinente…soprattutto per la tua generazione…posso consigliarti di leggere il “Così parlò Zarathustra” di Nietzsche? Sul “Funambolo troverai pagine memorabili. 🙂 Forza Penny continua! Le tue riflessioni sono tutt’altro che banali. Complimenti
Wow grazie mille! Pensare che l’ho scritto di getto ieri sera e ho deciso di lasciarlo così com’era, anche se corto 😀 “così parlò Zarathustra” lo studiai alle superiori, ricordo che mi incuriosì all’epoca anche se Nietzsche non mi fece impazzire, ma potrei sempre cambiare idea 😊
🙂 tornaci , ora, più matura… e poi ha passaggi molto poetici come quello sul Funambolo 🙂
Lo farò!
Bella ca si’ 🙂
Mi piace molto quando evidenzi il tuo punto di vista in prosa Penny. È la tua pelle. 😊
Grazie mille, che bel complimento!
😊 Tengo molto a te.