Un buco nel silenzio

Io non ho capito. Ci sono rimasta male, ma la cosa che più mi pesa è che non ho capito. Silenzio. Questo ho ricevuto: silenzio. Da interpretare ma non so in che modo. Perchè non ho capito.

L’idea era partita da voi, ed io vi avevo risposto che sì, sarei venuta, mi avrebbe fatto piacere. Ero sincera, mi mancate, mi manca quello che avevamo, le nostre abitudini, i nostri momenti insieme, le nostre serate a tavola con qualche birra, o le mattine in università nei nostri soliti posti. So che non era qualcosa di grande, ma era qualcosa. Per questo vi ho detto di sì. Volevo rivedervi anch’io.

Il giorno stesso vi ho cercati per sapere dove ci saremmo incontrati, e mi avete risposto con un forse. Forse in centro. Poi il silenzio. E a tarda sera una foto di voi dentro un pub, pubblicata sui social, mentre io aspettavo ancora una risposta. Maledetti social, verrebbe da dire. Ma non è colpa loro. È che avevo fiducia. Fiducia in voi, fiducia in quello che per me contava, fiducia in chi mi ha detto di tenerci davvero, ed io ci ho creduto. Solo che non ho capito. Cos’è successo? Cos’è cambiato? Dovevo cercarvi io? O ve ne siete dimenticati voi?

Boh.

È sbagliato scappare dai problemi, ma non sono riuscita a chiedervi niente. Nemmeno di vederci per parlare, o per aiutarmi a capire. Per me non è finito tutto così, e magari qualcuno dirà che sono troppo buona, qualcuno dirà che sono fessa, ma non riesco a dimenticare le parole dette, le parole scritte, i momenti passati insieme. Non posso farlo senza aver capito.

Ho cercato una risposta parlando con un’amica, e lei mi ha scritto un messaggio:

Più uno é gentile e disponibile, più prende badilate, però sinceramente non trovo giusto che uno debba cambiare e diventare stronzo. Sono gentile e mi piace pensare che lo siano anche gli altri. Dovrebbe essere così spontaneo. Perché a noi ci viene spontaneo e agli altri no?

È una domanda che ci siamo fatte spesso, e forse è vero che più si cresce più si impara a conoscere il mondo, ma non ci si rassegna mai all’indifferenza, alla maleducazione, alla mancanza di sensibilità. Perchè io nei valori ci credo, e credo nelle persone che li difendono. Senza valori, che mondo sarebbe? Un mondo dove ognuno andrebbe per la propria strada, dove il silenzio non conunicherebbe niente, dove i legami si spezzerebbero senza lacrime.

Per questo non può finire tutto così. Non in silenzio, non lasciando dietro di sé un vuoto, o delle domande gettate sul ciglio di una strada, senza risposte. Non sono quella che scrive vaffanculo, non sono quella che vi chiede subito spiegazioni, non sono quella che mette una croce sopra un rapporto in una sera. Mi aggrappo ai ricordi, e forse mi faccio perfino male da sola, ma questo mi aiuta a pensare.

Sì, lo so, penso troppo. Dovrei imparare a mettere croci o fare scenate, ma non ci riesco. La prima cosa che faccio è chiedermi se non sia colpa mia. Che fessa, no? Mentre gli altri vanno avanti, io mi fermo e ripercorro tutto al contrario, perché voglio capire, perché non mi basta una porta chiusa o una spinta dietro le spalle. Per assurdo vorrei che le cose mi fossero dette in faccia. Forse perchè so quanto è difficile, so che ci vuole coraggio, e so anche che per farlo bisogna tenerci davvero.

Vorrei solo che per gli altri ne valesse la pena.

16 pensieri su “Un buco nel silenzio

  1. è successo anche a me, e non sono stata in silenzio, ho chiesto spiegazioni, mi hanno risposto con delle scuse, una volta, due volte, tre volte.. perchè si, mi è capitato più di una volta, e sempre ho pesanto che le scuse con cui mi rispondevano fossero vere… invece ho scoperto per caso che loro uscivano intenzionalmente senza di me.. e mi è scoppiato il cuore, e non ho più creduto nell’ amicizia… solo parole per loro, per me era cuore, era vita!

  2. Non colpevolizzarti. Chiarisci e poi decidi se continuare o meno quei rapporti.
    E’ successo, succede a un po’ tutti, si resta malissimo, poi si va avanti a testa alta.

  3. In queste situazione ci sono proprio due possibilità: o c’è un motivo valido (incomprensioni nell’organizzazione o cose del genere, e in quel caso la richiesta di spiegazioni in tranquillità potrebbe risolvere tutto) o non c’è. In quel caso sono anche un po’ scemi a documentare l’accaduto, se erano in cattiva fede. Per la cattiva fede non c’è un motivo, così come non c’è un motivo per cui tu sei spontaneamente gentile, sono da accettare come il meteo.

    Sai cosa però? Se pure dovessimo essere nella seconda ipotesi, sei in una città in cui trovare gente bella è all’ordine del giorno. Magari un po’ più lento, causa covid, ma i sorrisi dei nuovi-futuri-amici si vedranno nonostante le imbardature 😉 E in più hai un sacco di tempo davanti per trovare persone con il tuo stesso modo di pensare, cosa non sempre vera con gli amici del liceo o di pochi anni dopo, perché a volte la gente si evolve diversamente (come il meteo, anche in questo caso).
    Se dovessi metterci una croce sopra poi, mica i ricordi belli te li leva qualcuno? Sarebbe solo un nuovo capitolo 🙂

    • Concordo pienamente con te! E di amici in linea con il mio pensiero ne ho trovati due, pochi in numero ma molto importanti. Forse alla fine è giusto che sia cosi, ogni esperienza a modo suo insegna, e ti fa anche capire chi conta davvero avere accanto

  4. Se non c’è una spiegazione logistica magari in quanto, non so, hai avuto qualche discussione precedentemente con qualcuno di loro, che è amico di quello e l’altro poi si offende etc.. etc.. io una domanda te la faccio: può essere successo che coloro che si siano creduti amici, si siano un po’comportati da follower sparloni che, in presenza di te, non avrebbero potuto s-parlare del tuo blog? In questo caso sarebbe gossip. E significa che scrivi bene. E che senz’altro è un periodo di cambiamento e nuove conoscenze. Ciao! In caso non fosse cosí tutto come prima magari solo una serata dove si dovevano chiedere comunque qualcosa su di te o preoccuparsi di te. Insomma: una star?

  5. Colpevolizzarsi? Perchè?
    Mi sembra che siano gli altri a doverlo fare…o quanto meno dovrebbero crescere e andare a scuola, ma di educazione e responsabilità..
    Con il mio carattere avrei lasciato…evidentemente non vale la pena.
    Una punta di sofferenza, ma la vita offre molto, ciò che è stato alla fine resta indietro. Anche le amicizie.

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