Maria Sharapova

Chi segue il tennis, probabilmente saprà quanto sia differente questo sport nei circuiti maschile e femminile. È una questione di forza fisica, l’uomo colpisce una palla che può schizzare anche a 140 chilometri orari, mentre la donna di rado raggiunge i 120. Gli uomini scambiano di meno, le nuove generazioni quasi non scambiano affatto, realizzando in battuta un numero spropositato di ace. Le donne, invece, sfruttano la resistenza fisica e mentale, affondano il vincente quando vedono uno spiraglio, e raramente salgono a rete. È statistico. E questo ha fatto a dire a qualcuno che il tennis femminile sia noioso. Ma chi ama davvero il tennis, lo ama in ogni sua sfaccettatura.

Oggi si chiude un capitolo della storia del tennis femminile, e si chiude con l’addio di una grande atleta, ex numero uno al mondo, vincitrice di cinque tornei Slam. Maria Sharapova, oggi trentaduenne, ha deciso di lasciare il tennis. Lei, che ha vinto il suo primo Slam a Wimbledon nel 2004, quando era ancora minorenne, contro una Serena Williams che sarebbe divenuta presto sua eterna rivale. Una carriera fatta di alti e bassi, vittorie straordinarie e ritiri per problemi fisici, fino alla sospensione per doping nel 2016. Ma è sempre tornata in campo, determinata, preparata, con la stessa tenacia di sempre. È stata un’ottima tennista. Una degli ultimi giocatori di una generazione storica, quella di Serena Williams, Roger Federer, Rafael Nadal, i pilastri del tennis con cui sono cresciuta, e per cui ho tifato, in una disputa infinita con mio padre, perché non ci trovavamo mai d’accordo sul favorito. Nota al pubblico per le urla ad ogni colpo di racchetta, additata spesso per essere fredda o antipatica, è una di quelle giocatrici che scende in campo e lascia tutto il resto del mondo in spogliatoio. Nel tennis, questo conta tantissimo. Fisico e nervi saldi, fiato e lucidità mentale, non si può vincere senza l’uno o senza l’altro. Ultimamente i problemi fisici l’avevano fatta piombare in basso nella classifica, e a 32 anni non sono tanti gli atleti che ancora riescono a competere. Il giorno dell’addio arriva per tutti. Dicono che le Olimpiadi di Tokio di questo 2020 segneranno una svolta nel mondo dello sport, un cambio generazionale drastico, e l’abbandono di tanti grandi atleti che ci siamo abituati a ritrovare sempre, ad ogni gara o torneo. Ma Maria Sharapova ha salutato il tennis in anticipo, con una lettera bellissima che ci fa capire quanto lo sport sia importante, e quanto cuore ci mettano gli atleti nel fare quello che fanno, con impegno, sacrifici, passione e coraggio. Una lettera in cui quasi si scusa, con quel tennis che le ha dato tanto, e a cui lei stessa ha donato quasi tutto. Una lettera che prima o poi tutti scrivono, e noi possiamo soltanto immaginare quanto sia difficile lasciare un pezzo di vita così ingombrante, cambiare improvvisamente strada, non poter più sognare di vincere quella partita, e rinunciare a tutte quelle abitudini quotidiane, ad uno stile di vita che non lascia mai tempo ai dubbi, alle esitazioni, perché ogni giorno c’è un nuovo allenamento, nuove racchette, nuove palline da colpire. Non possiamo capire quel legame speciale tra lo sport e l’atleta, perché è qualcosa di unico e soltanto loro.

Maria Sharapova ha provato a spiegarlo così:

Nel dare la mia vita al tennis, il tennis mi ha dato una vita. Mi mancherà ogni giorno. Mi mancheranno l’allenamento e la mia routine quotidiana: svegliarsi all’alba, allacciare la scarpa sinistra davanti alla mia destra e chiudere il cancello del campo prima di colpire la mia prima palla della giornata. Mi mancherà la mia squadra, i miei allenatori. Mi mancheranno i momenti seduti con mio padre sulla panchina del campo di allenamento. Le strette di mano – da vincente o sconfitta – e gli atleti, che lo sapessero o no, che mi hanno spinto a fare del mio meglio. […] Come fai a lasciarti alle spalle l’unica vita che tu abbia mai conosciuto? Come ti allontani dai campi su cui ti sei allenata da quando eri una bambina, il gioco che ami – che ti ha portato dolori e felicità incredibili – uno sport in cui hai trovato una famiglia, insieme ai tifosi che ti seguono da sempre? Lo so questo, quindi per favore perdonami. Tennis, ti sto dicendo addio.

Ecco, io penso che il tennis l’abbia già perdonata.

Wimbledon 2004

US Open 2006

Australian Open 2008

Roland Garros 2012

Roland Garros 2014

Il sorriso di un atleta lo può capire soltanto un atleta.

17 pensieri su “Maria Sharapova

  1. Mi hai salvato il pomeriggio, ho letto tutto di un fiato, molto bello. La Sharapova ha attraversato un periodo breve della storia del tennis ma è comunque iconica.
    Fatico a perdonare gli sportivi che commettono certi errori e lei non fa differenza, però bisogna riconoscerle tutti gli anni in cui è stata al top con le sole sue forze.
    E poi è una gran gnocca, questo non potevo ometterlo.

  2. Mi fa sempre piacere quando qualcuno scrive di tennis, non sapevo te ne intendessi. Io sono un grande appassionato. Ammiravo Sharapova, l’ho anche vista più volte a Rom,a ma quella sua freddezza caratteriale e quei gridolini durante le partite non me l’hanno mai fatta apprezzare troppo. Senza dubbio ha segnato un’epoca, è tuttora un personaggio dentro e fuori dal tennis. E la bellezza non guasta mai.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.