Stronza

Sono una stronza, eh si. Stronza io che mi fido degli altri, che ho voglia di aprirmi, che sono pronta a ricredermi, sempre, anche quando non ne vale la pena. Stronza io che ricevo spesso le briciole, eppure insisto, perché nelle persone ci credo, perché credo nelle opportunità, perché sono stata cresciuta cosi. Ma il mondo non è sempre bello quando è vario. Ci sono varietà che non capiscono un cazzo. E non è questione di sentirsi superiori, migliori, più belli, è semplicemente questione di rispetto, un fattore oggettivo. È una conclusione a cui sono giunta sbattendoci contro la testa, con tutta l’irruenza del caso. Non esiste che mi inviti a trascorrere un sabato sera insieme, poi non mi scrivi più niente, e alle otto annulli tutto perché per te è scomodo venirmi a prendere. Hai cambiato orario, luogo di incontro, mi hai offerto un passaggio e poi ti sei tirata indietro, e sono stata io a cercarti, a insistere per avere almeno una risposta. Per una volta in cui avrei avuto bisogno di aiuto. Una. Dopo tutte quelle serate in cui ho offerto passaggi a tutti, e ho guidato per chilometri sotto la pioggia, in mezzo alla nebbia, alle sette come alle tre di notte. E dovrei risponderti che va tutto bene? Che sarà per la prossima volta? Ma certo. Sono stronza io che ci credevo. Dovevano insegnarmi a fregarmene, a mandare a quel paese le persone, a smetterla di incazzarmi dentro senza mai urlare. Ma cosa ci posso fare? Non riesco mai a vedere oltre la prima facciata, mi affeziono e ci rimango male, perché mi sono fatta un’idea sbagliata e mi sono legata a quella. Che stronza, perfino con me stessa. Che pretendo di incontrare persone simili a me, persone di cui fidarmi, persone di cui poter pensare tutto il bene possibile. Poi ci si chiede perché io faccia fatica ad aprirmi agli altri. Sarà sfiga, cosa vi devo dire? Ognuno raccoglie quel che semina, certo, ma io semino poco e con cura, e raccolgo pochi ma buoni amici, tanti vermi e le mani sporche di terra. Ma sono stronza comunque, perchè evidentemente do troppo alla gente sbagliata. Mi metto problemi perfino a dire di no, pensando che freghi qualcosa a qualcuno. Il punto è che mi interesso sempre del mondo intero, ma chi si preoccupa di come sto io è una mattonella di una strada. Probabilmente è normale, è cosi che dovrebbe essere, ma ci rimango male, posso? Perché vedo promesse anche dove gli altri leggono dei forse, magari, dipende, non lo so. Io do un peso alle parole che vengono dette, mi creo delle aspettative, e nell’esatto istante in cui mi rendo conto di essere l’unica a crederci, mi sento come presa a calci nello stomaco. E ci risiamo, penso. È la stessa storia che si ripete, senza mai il coraggio di sbattere il portone, senza la capacità di spiegare il mio dolore. Che vuoi che sia, è solo una serata saltata. No, non lo è. Era un impegno da cui sono stata esclusa, senza che qualcuno si degnasse di avvertirmi, e soltanto perché era troppo scomodo allungare la strada per venire a prendermi. Neanche abitassi in Australia, si sarebbe trattato di venti minuti, e ti avrei pagato anche la benzina. Lo capisco, va bene?, ma non sono un pacco che puoi ritirare soltanto se sei in zona, non sono la cameriera da chiamare quando passa di lì, non sono una per cui esserci o meno è uguale. Non è uguale un cazzo. Sono la stronza che ci rimane male, e trascorre ore a pensarci, a rimuginare, a sentirsi in colpa per non aver risposto subito a tono, perché sono fatta cosi, non riesco mai ad essere cattiva. Forse per qualcuno sembrerò indifferente, ma le scuse le devo solo a me stessa. In fondo non sono io quella stronza, sono soltanto cresciuta con dei valori, e non li scambierei per nessuna compagnia al mondo. Non ne vale nemmeno la pena, se il problema è che puoi fare a meno di me, senza nemmeno chiedermi scusa, solo perché abito in un altro quartiere e per un giorno avrei avuto bisogno di un passaggio in auto. Mio padre ti ha portata a casa tante di quelle notti, dopo le serate in discoteca a sedici anni, che per una volta credevo, pensa che sciocca, credevo che saresti venuta. Ma era tutto gratuito, tutto già dimenticato. Guarda, credevo perfino che mi avresti almeno chiesto scusa, e invece sei scomparsa, vigliacca, senza più farti sentire. È che il mondo è pieno di egoisti, o semplicemente tutti gli egoisti li incontro io. Rimane il fatto che mi son stancata di aspettarmi dagli altri un comportamento degno, sincero, un minimo gentile. Non è soltanto una mancanza di educazione e di rispetto, è proprio uno schifo. Da parte di chi conosco ormai da otto anni, e sono abituata alla sua mancanza di sensibilità, ma anche da parte di chi ho conosciuto da poco, e di cui mi ero fatta un’idea diversa. Succede, il mondo è vario e non si può sempre capire tutto. È impossibile conciliare visioni così lontane, pretendere di andare d’accordo, di non ferirsi mai. A volte succede semplicemente per un motivo, ma ti permette di aprire gli occhi e di smetterla di definirsi stronzi, perché a volte, quelle volte, ad essere stronzi sono anche gli altri. Ed è un fatto oggettivo.

Chiedo scusa per la volgarità del post.

24 pensieri su “Stronza

  1. Nella frase finale, capovolgi il verso di quello “Stronza” inizialmente rivolta a te. E va bene così. E così si fa! Poi un bello sfogo (tra l’altro meno volgare di quello che pensi) che ti fa chiarire dentro. 🙂

  2. chapeau alla tua correttezza, al tuo essere vero, al tuo essere “umano”, sono facciate che vorrei dirti che si prendono solo in giovane età, ma purtroppo no, non è cosi… la gente è malata… malata di testa e di sentimenti… tu continua ad essere pura, cerca solo di proteggerti per evitare altri lividi… ti abbraccio, e per quel vale : mi piaci un sacco cosi come sei… !

  3. Dispiace sempre sentire parole come le tue, così cariche di delusione e frustrazione. Per quanto possa servire ricordati che non sei certo tu quella sbagliata, sarà difficile non cedere alla tentazione di adeguarsi all’egoismo ma sembri una persona sincera e onesta, ce la farai. Forza Penny!

    • L’ho scritto di getto e come un vero e proprio sfogo, quindi la delusione era parecchia… non mi adeguerò, mi sarebbe impossibile, è un lato di me che non vorrei cambiare. Grazie del commento!

  4. C’è un detto: se nasci tondo non puoi morir quadrato.
    La stronza, come hai ben capovolto alla fine non sei tu.
    Tu hai un ❤ un’anima e un cervello perfetti. Capisco la tua delusiome, sapessi quante ne ho conosciute anch’io di simili. Il guaio è che noi non cambiamo, restiamo fiduciosi nel prossimo, e sembra proprio che quel genere di persone facciano di tutto per trovare animi gentili convinti di essere i padroni del mondo e di potersi permettere di trattare gli altri come zerbini.
    Difficile per noi cambiare, ma quando uno come te o me cambia, poi si ritrova ad essere molto cattivo. Ed ecco il prossimo detto: non c’è cattivo più cattivo di un buono diventato cattivo. Per cui, meglio restar buoni, alla lunga qualcuno che ci comprenderà e saprà apprezzarci salterà fuori.
    Un abbraccio

  5. Ma che volgare! Hai fatto bene a buttare fuori. E poi sai che ti dico? Tieniti stretta la tua generosità, la tua apertura agli altri. Imparerai pian piano a difenderti anche prima che arrivi la delusione, ma conserverai con te stessa un animo sereno, aperto e luminoso. E siccome dobbiamo convivere con noi stessi, meglio starci bene, che dici? Sei una bella persona, si capisce da quello che scrivi, fattene una forza 🙂

    • Che bel commento grazie! Ti dirò, la mia generosità rimane, non riuscirei a disfarmene… purtroppo non è sempre facile ma rimanere noi stessi nonostante tutto è il primo passo per stare bene 🙂

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