Che io studi lo sapete, credo. Per inciso, sono al terzo anno del corso di laurea triennale in Economia. Insomma, tra un paio di mesi potrei raggiungere quel tanto agognato pezzo di carta, che mi servirà per studiare ancora. Eh già, non si finisce mai di imparare. Ma sapete una cosa? Non ho mai imparato tanto come in questo ultimo mese. Al di là dei rapporti interpersonali, che non finiscono mai di stupire, è come se stessi vivendo un altro tipo di vita. Davvero. Frequento qualche lezione, non tutte, sfinita da quei professori che spiegano senza cura, passione o interesse. Incontro qualche compagno di corso, non tutti, ma è normale, tra chi è partito per l’Erasmus e chi studia da casa. Ho cominciato un tirocinio di duecento ore, che riempie le mie giornate e per assurdo dà loro un senso, perché sto imparando tante cose che non immaginavo neppure. Sì, novembre ha cambiato un po’ le carte in tavola. Sarà che è cominciato il vero autunno, il mese delle piogge, e vado in giro con il mio ombrello mezzo scassato perché non ho voglia di comprarmene uno nuovo. Sarà che non ho più avuto un momento libero, un momento solo per me, un pomeriggio da dover riempire senza sapere cosa fare. Sarà che non ci sono più state mattine vuote, colazioni eterne ed infinitamente pigre, ho cominciato a correre per non perdere gli autobus, salvo vederli passare da lontano e non fermarsi mai, ho cominciato a prepararmi il pranzo la sera prima, perché non faccio più in tempo a tornare a casa, ho conosciuto un equilibrio nuovo, quello che mi fa arrivare stanca la sera, ma felice. E sarà che per vedere gli amici devo fare i salti mortali, ma non mi pesa, perché dopo una giornata fuori casa ho ancora voglia di uscire, e allora significa che è tutto tempo ben speso. Non è mai monotono, non è mai noioso, non ho mai delle aspettative, eppure rimango sempre sorpresa. Parlo delle piccole cose, quelle del quotidiano, che nessuno nota perché non sono più nuove. Ma per me è diverso. Non è stato facile inserirsi in un ambiente lavorativo, acquisire in poco tempo quella confidenza che, per come sono fatta io, a volte ci metto mesi a trovare. Sarò sincera, è successo tutto talmente in fretta… Ho letto l’offerta che la società proponeva, in convenzione con la facoltà di economia, e ho deciso di provarci. Nomisma, istituto di ricerca e di consulenza per imprese, che tra gli altri si occupa anche del settore immobiliare. Una decina di candidati per due posti disponibili. Perché avrebbero dovuto scegliere me? Ho inviato il curriculum mentre andavo a lezione, sull’autobus. Ho perfino dimenticato di spedire la lettera motivazionale, non ci ho pensato, perché non credevo che qualcuno mi avrebbe risposto. Invece ho ricevuto improvvisamente una email, e la settimana successiva ho conosciuto i miei odierni colleghi. Che strano chiamarli così… Che strano anche dire mamma, vado a lavorare. In fondo mica guadagno, anzi, mi sono dovuta pagare anche il caffè: la confezione da cinquanta cialde, perché è sempre meglio abbondare. Ho cambiato due scrivanie e tre computer, ma oggi posso affermare di aver trovato il mio posto accanto a Chiara, la mia tutor, pare che si chiama così, ma anche il mio punto di riferimento, la mia insegnante e la mia compagna di viaggio. Chiara è… fantastica. È difficile da spiegare, del resto noi due non ci conosciamo, veniamo da mondi diversi, io ho ventun’anni, lei è mamma di un bambino di otto, ed è strano riuscire a trovare sempre un argomento di conversazione, un punto di vista in comune, un ricordo uguale. Ogni giorno è più naturale, ogni giorno sento di poter dire di conoscerla meglio, e non so se sia reciproco, o se domani mi guarderà ancora con aria curiosa, perché la timidezza è ancora un peso nonostante io cerchi di mandarla via. Ma non mi chiede niente, non pretende niente da me. Io mi impegno, cerco di imparare il più possibile, di sfruttare questa occasione che mi è stata concessa, e mi sento orgogliosa quando mi assegnano un compito nuovo, quando mi fanno capire che è importante, quando mi dicono che sono stata brava. In quei momenti mi sembra di essere una bambina, quando la maestra scriveva ottimo come voto sul diario. Ma Chiara non si limita a farmi fare le cose, lei mi spiega che cosa c’è dietro, mi fa sedere accanto a lei, davanti ai fogli elettronici aperti sul suo computer, o davanti alle bozze di contratto che la società distribuisce, ed io la aiuto, a modo mio, con le mie piccole capacità. Il mio nome comparirà in un manuale, l’Osservatorio immobiliare, che riassume l’attività di ricerca di un intero team, l’andamento del mercato, i prezzi di case, uffici e negozi delle principali città italiane, nel corso del 2019. E sembra una banalità, in fondo sono soltanto numeri da scrivere e interpretare, no? Ma dietro c’è un lavoro enorme, la collaborazione di una squadra, un incastro perfetto che richiede anche sacrifici, dedizione e passione. Non è facile, non è solo un manuale da vendere. E leggere il mio nome tra coloro che ci hanno lavorato è un onore. Sono quasi a metà del mio percorso di tirocinio, finirò a Natale, ma so già che mi mancherà. Mi mancherà sentirmi parte di una grande famiglia, che all’ora di pranzo si riunisce attorno allo stesso tavolo e ride e scherza come una classe liceale, mi mancheranno le pause caffè di metà mattina, che irrompono nel silenzio e regalano a tutti un sorriso, mi mancherà sedermi accanto a Chiara trascinandomi dietro la sedia, e ritrovarmi a ridere con lei davanti al computer come due coetanee un po’ sceme. È tutto nuovo, per me. Non posso dire che sia semplice, che non mi senta a volte in imbarazzo, o come una bambina circondata da adulti, spaesata e in disparte quando si parla di lavoro. Non posso mentire e dire che questo è ciò che da grande vorrei fare, perché non lo so. Ma la sola cosa che posso giurare, è che non tornerei indietro mai. E ringrazio il giorno in cui ho preso il coraggio a due mani, e dall’autobus ho inviato il mio curriculum senza nemmeno rileggerlo. Ringrazio il giorno in cui ho conosciuto Chiara, per un colloquio veloce, e lei ha saputo prendere le mie paure e buttarle via. Ringrazio un po’ tutti in realtà, perché l’ambiente in cui sono stata catapultata è bellissimo.
Ebbene, ora sapete come trascorro le mie giornate, come mai i miei libri siano chiusi da un po’ e perché io non trovi il tempo per leggere più di qualche riga la sera. Ma sono felice, impegnata e felice. Conta soltanto questo.
Alla grande Penny
Grazie!
Che bello leggere il tuo entusiasmo, brava continua cosi 👏👏😍
Grazie mille! Lo farò :))
👏😍👏
Ma che bello leggere queste tue parole 😊
Grazie!
E’ molto gratificante sentirsi impegnati, e devo dire che l’assaggio del mondo del lavoro come tirocinante è molto formativo.
Anche nella Azienda dove lavoro ci sono spesso figure come la tua (non nel mio ufficio) e credo che questo periodo è tanto più utile quanto più l’impegno del tirocinante è elevato. Buon studio e buon… lavoro!
Scusa mi ero persa il tuo commento! È bello vedere anche il punto di vista opposto, da quando ho potuto (terza e quarta superiore) ho sempre fatto stage lavorativi, ovviamente più formativi oggi rispetto a ieri, ma penso ti diano davvero tanto. Poi quando c’è interesse, da entrambe le parti, lo è ancora di più
Evvai!
Ma brava! Del resto non avevo dubbi 🙂
Grazie! :))
Ciao Penny, se posso permettermi un consiglio: conserva con cura questo post, tra qualche anno (probabilmente diversi) ti servirà per ricordarti queste sensazioni di importanza, curiosità e stupore che magari piano piano vanno svanendo e potrà aiutarti a riportarle in luce… Specie la curiosità per quello che si fa e per tutto ciò che c’è attorno è la leva per renderci sempre un pochino migliori… 😉
Prendo volentieri il consiglio! Conservo sempre tutto ciò che scrivo, e i post a cui tengo so ritrovarli in fretta. Ho sempre fatto stage lavorativi da quando avevo 16 anni, e ricordo ogni piccola esperienza fatta, formativa a modo suo ma sempre un hel ricordo :))
Sono capitata sul post, alla fine com’è andata ? 😊
Più che bene! Un’esperienza davvero intensa, ma è proseguita nel migliore dei modi fino alla fine. se ti va ne ho parlato moolto qui https://ilmondodelleparole.com/2019/12/21/si-lavora-si-impara-si-cresce-storia-di-un-tirocinio-presso-nomisma/ 😅
Ho letto! Mi è piaciuto