Annie e Hanna diventano Hannie

Raramente ho trovato un duo così giovane e così legato da una profonda alchimia. “Hannie” come entità unica nasce nel 2017, ma le due ragazze si sono conosciute già dai tempi dell’università. Hannah Koppenburg, tedesca di nascita, e Annie Wagstaff, originaria di Surrey, hanno studiato insieme al Berklee College of Music, e una volta finiti gli studi si sono trasferite a East London, trasformando il salotto in un vero e proprio studio di registrazione. Come si sono fatte conoscere? Tramite il web. Hanno iniziato a pubblicare video online, cover strumentali realizzate con svariate tastiere, chitarre e una loop station. E in diciotto mesi hanno raggiunto 300000 followers, hanno pubblicato sei singoli, con la collaborazione, tra gli altri, di Ralph, Carys Selvey, Embody, hanno potuto suonare a Omeara, a Camden Assembly, ai Festivals in Svizzera, a Dubai, hanno fatto pazzie, come registrare in cabinovia, o sul balcone della propria finestra, o abusivamente su un ponte di Londra. Due vite dedite alla musica in una maniera tutta loro, incredibilmente casalinga e funzionale, d’impatto nella sua semplicità. Hannah suona le tastiere, Annie le chitarre, mentre le percussioni sono realizzate con un multipad o una batteria, e la loop station o un programma del PC mettono insieme le melodie. Sono note ripetute a oltranza, strumenti sovrapposti a turno in una somma continua. È tutto elettronico, tutto, tranne la loro capacità di suonare. E sembra una cavolata, detta così, ma perché sia un buon lavoro ci vuole intesa, sintonia, sia umana che artistica. Quello che emerge più di tutto dalle loro brevi registrazioni è proprio questo: loro si divertono, creano, dimostrano conoscenza della musica, grande inventiva, partono da zero e realizzano un’intera base, nel proprio salotto di casa e con i soli strumenti musicali. Si girano su se stesse, cambiano strumento in un secondo, si sfilano e infilano chitarre e bassi dal collo, con una mano picchiano il multipad e con l’altra la tastiera. E’ un’arte che si discosta totalmente dal canto o dal lavoro delle pop star, loro producono musica, sono quelle persone che lavorano sugli arrangiamenti, sulle basi, sui suoni, quelle che mettono insieme gli strumenti analizzandoli uno per uno, e trasformandoli in una cosa sola. E’ un processo creativo che nelle canzoni difficilmente si vede, eppure Hannie è la dimostrazione che un testo non basta, e a volte un testo non è necessario. Si può divertire ed emozionare con la musica senza microfoni o parole. Basta isolarsi in silenzio e seguire le melodie, le tastiere che si sovrappongono, la chitarra che riempie gli spazi vuoti, le percussioni che trainano il tutto, poi spariscono, e rimane solo un’atmosfera quieta, sospesa, e cambia un accordo, cambia il ritmo, chi ascolta si sorprende della quantità immensa di variazioni che una canzone può avere. Quando non c’è un testo a coprire la musica, la si lascia parlare liberamente e con forza, protagonista indiscussa e densa di significati. Forse qualcuno non ci capirà niente, forse nemmeno io in realtà ho capito davvero. Ma è difficile non rimanere sorpresi vedendo due ragazze in calzini e maglietta, sorridenti, voltate schiena contro schiena, con i propri strumenti in mano e sullo sfondo i muri di casa, vederle riuscire a trasformare quei suoni sconnessi in un’armonia perfettamente legata, a volte ritmata, a volte più calma, a volte psichedelica. E’ bellissimo. Sembra quasi che la canzone stia nascendo lì, in quel preciso istante, da sola, seguendo note istintive suonate a caso. Invece dietro c’è uno studio complesso, una ricerca, una struttura portante che noi comuni mortali e ignoranti non possiamo vedere.

Hannie ha pubblicato anche sei singoli, disponibili su Spotify, scritti e co-prodotti da loro. Sono tutti realizzati in collaborazione con altri cantanti, che mettono al servizio del duo musicale le proprie voci. Sono canzoni che potrebbero somigliare molto alle hit commerciali di artisti internazionali, ma le basi sono dei gioiellini, mai uguali e mai fuori luogo. Sfido chiunque a non muovere almeno un piede a ritmo con la musica, e ve lo sto dicendo io che notoriamente sono una mummia fissa sulla sedia. Sono canzoni che non puntano tanto sul testo quanto sul connubio tra testo e arrangiamento, sono protagonisti di pari importanza, dove non possiamo parlare di sottofondo, ma di base strumentale di rilievo. Chi ascolta e sente a volte la voce di un uomo, forse si domanda chi siano queste Hannie di cui vi ho parlato. Ecco, loro sono là dietro, nascoste, a produrre quella musica che emerge con vigore, e che accompagna le voci di volta in volta diverse incastonate tra le note.

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11 pensieri su “Annie e Hanna diventano Hannie

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