Ricordo perfettamente la mia ingiustificata paura prima di partire, la paura di non piacere, la paura di sentirmi perennemente fuori posto, la paura di non essere compatibile con quelle persone nuove per me, in un luogo nuovo e straniero. Ora prevale un’altra paura, la paura che non ricapiti mai più un’occasione simile, la paura che questa vacanza tanto attesa rimanga un’isola in mezzo all’oceano, e quelle persone nuove svaniscano come un sogno di prima mattina. È stata una vacanza di sette giorni a Malta, con sette ragazze in un unico appartamento. È stata la vacanza che lo scorso anno mi è sfuggita, quella per cui ho pianto e litigato con un’amica importante, quella che ancora oggi invidio, perché ci avevo sperato ma le cose sono andate diversamente. È stata forse una specie di rivincita, e da questo nascono tutte le paure. Non sono un libro aperto, non sono una festaiola, men che meno una chiacchierona o una ballerina da discoteca, ho bisogno dei miei tempi e dei miei spazi, dei miei momenti per pensare, di qualcuno che mi capisca meglio di quanto possa farlo io. E in questi sette giorni ho imparato che ciò che sono dipende soltanto da me. Ho vinto quelle mie paure, forse non del tutto, forse le ho soltanto sostituite, ma significa tanto per me. Quando sono entrata con la mia valigia nell’appartamento preso in affitto, mi sono sentita dispersa in un mondo totalmente nuovo, pensavo che la settimana non sarebbe finita mai, nel fare la spesa ho semplicemente portato il carrello in giro, in fondo alla fila, perché sono fatta cosi. Ma poi mi sono ritrovata seduta allo stesso tavolo con altre sei persone, ed è stato inevitabile affezionarsi come solo io so fare. Quello che ho visto di Malta è stata la cittadina di Bugibba, povera e un po’ dimessa, con le case bianche e sporche incastrate una sull’altra, le auto come proiettili vaganti a velocità esagerata, e qua e là negozi italiani e gruppi di turisti nostri connazionali. Poi le spiagge, Paradise Bay, Golden Bay, Riviera Bay, l’isola di Blue Lagoon, perle meravigliose di un altro mondo, con l’acqua cristallina e gli ombrelloni accalcati in pochi metri. Abbiamo raggiunto le baie più nascoste scavalcando ripide salite, sudando sotto il sole di mezzogiorno, correndo dietro agli autobus per non perderli, ci abbiamo riso su quando l’aria condizionata portava quindici gradi, quando sarebbe stato bello avere una sciarpa di lana al collo, quando le frenate ci sbalzavano testa contro testa e rischiavamo di cadere. Abbiamo nuotato nell’acqua cristallina, con le maschere schiacciate sul viso, abbiamo visto branchi di pesci, stelle marine, una razza e dei granchi, abbiamo nuotato fino al largo e siamo rimaste laggiù per ore. A Blue Lagoon siamo arrivate in barca, e dalla scogliera ci siamo tuffate a occhi chiusi, finendo ad esplorare anche gli angoli più nascosti e forse più pericolosi, a piedi nudi e con un po’ difollia. Le ore più calde le abbiamo trascorse al bar, con le carte da briscola e da scala quaranta, magari un gelato, o uno smoothie alla frutta sempre fresco. Sono state giornate piene, per me, giornate che adesso mi mancano, perchè di rado passo ventiquattr’ore in perenne compagnia di qualcuno. Sono state giornate bellissime, nella loro semplicità. La vita quotidiana di sette ragazze al mare, la sveglia presto la mattina, la colazione in silenzio, il pranzo al sacco sotto la poca ombra dei due ombrelloni, e poi le docce la sera, senza nemmeno dover litigare per i turni in bagno. C’era chi cucinava, chi aprecchiava la tavola, chi lavava i piatti, come me, che ho perfino rotto un bicchiere, ed era un equilibrio quasi perfetto, perchè nessuna è mai rimasta con le mani in mano per tutto il giorno. In quella casa grande, a primo impatto quella ideale, con un divano enorme e un frigo a grandezza d’uomo, con tre camere da letto ben arredate, con due bagni per evitare guerre sanguinose, in quella casa abbiamo convissuto per sette giorni, e non posso dire che sia stato semplice. Il materasso della camera matrimoniale era più largo del letto, per cui abbiamo dormito in tre girate al contrario. Una sedia della cucina ha perso una gamba il secondo giorno di permanenza. Abbiamo trovato una ciotola rotta tra i piatti buoni. La serratura della porta era dura come un piombo, e la chiave si estraeva solo con l’uso di forza bruta. Lo stipite di una camera da letto è crollato alle quattro di notte per un colpo di vento. Un cassetto del salotto era sigillato perchè rimaneva in mano il pomello. Il quadro di una camera da letto è volato via per la corrente. Un tavolino assassino era srato piazzato al centro del salone, provocando lividi a non finire. Il penultimo giorno è saltata la luce e si è staccata la mascherina del contatore. Abbiamo trovato uno scarafaggio nel bagno, ammazzato a colpi di scopa, cif per pulire i cessi e ferro da stiro. Insomma, una serie di sfortunati eventi. Ma le risate che ci siamo fatte, a ricordare in aeroporto quei sette giorni di sfighe, a elencarle tra le lacrime, perchè in fondo in gruppo tutto diventa più bello. Il proprietario di casa sembrava un malavitoso locale, rotondo e un po’ orso, buffo nel suo tentativo di farsi capire in un inglese tutto mangiato, ci ha invitate ad assaggiare due stuzzichini nel suo ristorante, si è fatto scattare una foto con noi, ha scherzato come un amico qualunque. E allora ben venga, ci siamo divertite. Porto con me tanti ricordi, delle poche notti in discoteca, ma anche di quelle serate tranquille a chiacchierare, sdraiate sul divano fino all’una di notte, o in un pub davanti d un drink già bevuto da un pezzo. L’ultima sera abbiamo provato il narghilè, lo abbiamo fatto cadere per sbaglio, ci siamo sorbite la furia della titolare, e ne abbiamo poi chiesto un altro. Avventure che porterò con me, prime volte che forse per gli altri significano molto poco, ma che io conserverò come momenti speciali. Del resto non chiedo tanto, soltanto altri sette giorni insieme, noi sette ragazze, un’altra occasione per poterle conoscere, per farmi conoscere, perché ho bisogno di tempo per riuscire ad aprirmi. Chissà, forse capiterà di nuovo. La mia estate è stata tutta un’attesa per quella settimana a Malta, un ritrovarsi noi sette la sera per organizzare le valigie, i biglietti dell’aereo, le spiagge da visitare. L’ho vissuta con tante aspettative e speranze, con un affetto per quelle persone che a mala pena conoscevo, strano e inteso allo stesso tempo, perchè forse quel lato spaventato e riflessivo di me non avrebbe mai accettato. La vivo adesso come un bel ricordo, l’ennesimo di tante esperienze normali che per me hanno significato tanto, e ringrazio chi lo ha reso possibile, chi ha prenotato l’appartamento, chi ha studiato la cartina di Malta, chi ha capito come orientarsi con gli autobus, chi ha cucinato parmigiane di melanzane e insalatone, perchè senza tutto questo non sarebbe stata la stessa cosa. Grazie, giuro che ho capito quanto le occasioni siano preziose.
Sembrate sette sorelle meravigliose!!!
Esperienza fantastica!
Complimenti a te che hai saputo combattere i tuoi demoni e ne sei uscita vincitrice!!!
Grazie mille! Ne è valsa la pena 😊
belle foto e bell’articolo, il mio ricordo di Malta è moooooooooooooooooolto diverso:)
Grazie mille! Davvero? Come mai? 🙂
all’epoca, parlo di qualche anno fa:) ero andata per un corso di inglese, ma sorvogliamo, ero ospite a pagamento da una famiglia… io mi adatto a dove vado nel mangiare, ma …. ricordo una volta, che per farm icosa gradita vollero cuocere gli spaghetti….. mi siedo e aspetto… e mai li scolano, chiedo da quando erano sul fuoco… un tempo esagerato, per cui li faccio scolare…intanto grano tenero e poi colla che più colla non si può.. non so se erano stati nel fuoco quasi 30 minuti… ti lascio immaginare, ho dovuto fare finta di nulla e mangiarli( ancora ho i brividi.. e poi la sporcizia, cestini senza fondo, e altre cose che non ti elenco perchè potreti pensare che me le invento… ho girato mezza isola per un limone…e quando l’ho troato eratriminzito e mi è cotato unacifra esagerata.. per non parlare dei bus e…. peò era bella, mi sono rimaste negli occhi tutte le chiese e chiesette che hanno:), chissà prima o poi ci ritorno, che fai vieni a farmi da cicerone:)
Per quel che ti posso dire, la pasta all’estero è una catastrofe ovunque… ti riporto la mia testimonianza in ungheria: pasta condita con la marmellata, e qui mi fermo… la sporcizia l’ho notata anch’io, i bus nonostante il gelo interno funzionavano, forse meglio che a Bologna dove vivo io 😀
sei di bologna…. abito a rovigo…. bologna insieme a trevio sono due città che mi sono sempre piaciute molto:) e a treviso ho ambientato i primi gialli
L’ho vista Treviso, molto bella! Davvero? Quali?
è stato pubblicaot i lprimo anni fa propri ocon una casa ed di bologna, poi ha chiuso… per cui non è andato bene, spero di trovare una casa editrice per ripublicarlo e poi gl ialtri, è un pò particolare come giallo, o meglio lo era quando li ho scritti, adesso ci son oaltri autori che scrivono in questa maniera particolare:)
comunque il titol oera, l’incontro, dinpinti assassini
Io i gialli li divoro, complimenti! Non demordere, purtroppo immagino non sia facile trovare una casa editrice 🙂
a chi lo dici:(
Molto bello quello che hai scritto. ❤️
Grazie 💕
Ho fatto solo una volta, con amici ed amiche, questo tipo di vacanza, ed ancora oggi (21 anni dopo) ne ho ricordo bellissimo.
Compiti spartiti in modo perfetto ed efficiente, divertimento ed allegria.
Unica nota negativa: durante quella vacanza speravo di mettermi insieme con Anna, che mi piaceva moltissimo, ma non ci riuscii.
🙂
Eh beh sono quei ricordi che si portano tutta la vita 😀
Un palo lo prendono tutti prima o poi 😅 noi sole ragazze avevamo poche possibilità di fidanzarci invece
Ho letto tutto quello che hai scritto e ho guardato tutte le bellissime foto che ci hai fatto vedere.
Invidio la vostra giovinezza e il vostro saper stare insieme.
Che bello! Complimenti. Bravissime.
Tu sei… quale nell’ultima foto?
Buon Pomeriggio.
Quarc
Grazie mille! La terza partendo da sinistra 😊
Complimenti.
Buon sabato.
Quarc
Grazie! Ricambio 🙂
Che bella esperienza, per il posto, l’amicizia e .. l’esperienza. Ma qual è la Penny? (non dire qualla che ha fatto le foto 😉
Eeh… va bene dai, la terza a partire da sinistra nell’ultima foto 🙂
La più carina ;)! In realtà siete tutte belle
Graziee